New York, 18 aprile 2013 -  “Per Washington è un giorno piuttosto vergognoso”. Così il presidente americano Barack Obama ha commentato la mancata approvazione da parte del Senato della nuova legge bipartisan sulla vendita di pistole e fucili.

“Chi rappresentiamo?”, ha detto Obama, visibilmente arrabbiato, riferendosi al 90% degli americani che chiede controlli più severi. In Senato i voti a favore sono stati solo 54, mentre il numero minimo doveva essere 60.

L’emendamento riguardava il background check, un documento da presentare all’acquisto un’arma, come garanzia sul proprio passato. Sarebbe stato necessario anche per la compravendita nelle fiere e su internet, ma non tra privati, come chiedevano i democratici.

“Questo - ha promesso Obama - è solo il primo round”. Prima di lui aveva parlato un padre delle vittime della scuola di Newtown, in Connecticut. “I nostri cuori sono rotti, ma non il nostro spirito - ha detto il papà di Daniel, morto per un colpo di arma da fuoco a 7 anni - siamo delusi, ma non sconfitti”.

Intorno a Obama c’erano alcuni famigliari delle vittime, l’ex deputata Gabby Giffords, sopravvissuta a una sparatoria in Arizona, e il vicepresidente Joe Biden, che poco prima del voto aveva detto: “Spero in Dio che ci siano 60 persone che abbiano il coraggio di lottare per il buonsenso”.

LA GIFFORD - La bocciatura da parte del Senato del piano mirato ad aumentare i controlli sulle armi ha scatenato l’ira dell’ex deputata democratica Gabrielle Giffords, ferita alla testa nella sparatoria di Tucson a gennaio del 2011, e dei familiari delle vittime della strage di Newtown, in Connecticut. In un editoriale pubblicato sul sito del New York Times la Giffords si è detta “furiosa”, accusando di “codardia” i senatori che hanno votato contro la proposta e affermando che le loro decisioni “si basano su un timore politico e su freddi calcoli riguardo ai soldi di lobby come la National Rifle Association”.