Beirut, 24 aprile 2013 - Il minareto dell'antica Moschea degli Umayyad di Aleppo, monumento storico di questa città del nord della Siria, è stato raso al suo oggi durante gli scontri tra ribelli e truppe governative. Lo ha annunciato l’Osservatorio siriano sui diritti umani. Ribelli e forze governative si sono rivolti accuse reciproche sulla responsabilità del crollo. "I carri armati (dell’esercito, ndr) hanno sparato in direzione del minareto fino a quando non è crollato", ha riferito in un video un combattente ribelle, che da parte sua ha smentito la notizia della presenza di cecchini all’interno. La televisione di Stato, d’altra parte, ha affermato che combattenti del Fronte jihadista al Nosra "hanno fatto saltare in aria il minareto della moschea di Aleppo e poi l’hanno filmato per attribuire la colpa all’esercito siriano".

VESCOVI RAPITI, LIETO FINE - I due vescovi ortodossi rapiti in Siria sarebbero stati rilasciati. Lo annuncia un comandante dell’Esercito libero (Esl) dei ribelli, affermando che i due religiosi erano stati sequestrati da "forze fedeli al presidente Bashar Al Assad". Lo riferisce l’agenzia turca Anadolu. La notizia per il momento non ha avuto altre conferme. Il vicecapo dell’Esl Fatih Hassun ha detto all’Anadolu che i due vescovi si troverebbero in una chiesa, senza altre precisazioni. La notizia della liberazione dei due prelati si era già diffusa ieri, ma non era stata confermata. Secondo il giornale turco Sabah i due sacerdoti sono stati sequestrati da combattenti jihadisti ceceni per ritorsione per l’uccisione di uno dei due ceceni responsabili dell’attentato di Boston. Opposta la versione della Coalizione dell’opposizione, che aveva accusato le forze del regime.