Ankara, 11 maggio 2013  - Torna a salire altissima la tensione tra Turchia e Siria. Ankara ha fatto sapere che si riserva il diritto di assumere “ogni genere di misura”, che riterrà idonea a rispondere alle tre autobomba che hanno causato almeno 43 morti e oltre 100 feriti a Reyhanli, nella Turchia sud-orientale situata ad appena 3 chilometri dal confine con la Siria.

Lo ha riferito il ministero degli Esteri. In precedenza il vice-premier turco Besir Atalay e il ministro dell’Interno, Muammer Guler, ha puntato il dito contro, “gruppi che appoggiano il regime siriano e i suoi servizi segreti”. Guler ha aggiunto che “le persone e l’organizzazione autrici degli attacchi sono state identificate”.

Ad annunciare la posizione di Ankara è stato da Berlino il ministro degli Esteri in persona, Ahmet Davutoglu, anche se stavolta ha esplicitamente chiarito di non vedere la necessità di convocare una riunione d’emergenza del comitato militare della Nato, invocando l’art. 4 dell’Alleanza. L’ultima volta che Ankara aveva chiamato in causa la Nato nel suo ‘confronto’ con amasco risale allo scorso ottobre quando un colpo di mortaio dalla Siria colpì la cittadina turca di Akcacale uccidendo 5 persone. A giugno un caccia-bombardiere F-4 Phantom turco era stato abbattuto dalla contraerea siriana a largo delle coste di Latakia. Davutoglu ha comunque anticipato che del tema discuterà al suo rientro in Turchia con il il premier Recep Tayyip Erdogan.

TERZA AUTO BOMBA - Una terza esplosione ha investito oggi la città turca di Reyhanli, vicino al confine con la Siria, qualche ora dopo che due autobomba sono saltate in aria di fronte al municipio e alla posta della città, causando almeno 43 morti e 100 feriti. Stando a quanto riferito dall’emittente NTV, la deflagrazione è avvenuta a diverse centinaia di metri dal centro della città. Sul posto si stanno recando diverse squadre di vigili del fuoco, ambulanze e forze di sicurezza.

DUE AUTO -BOMBE STAMANE - E' di almeno quarantatre morti, il bilancio complessivo del duplice attentato a Reyhanli, cittadina situata nella provincia sud-orientale turca di Hatay, ad appena 3 chilometri dal confine con la Siria: lo ha reso noto il ministro della Giustizia, Sadullah Ergin, durante un’intervista rilasciata all’emittente statale ‘Ntv’.

Globalmente, ha aggiunto Ergin, le vittime provocate dall’esplosione di due auto-bomba ammontano a più di cento, poiché anche il numero dei feriti è in continuo aggiornamento.

Le vettura imbottite di esplosivo sono saltate in aria di fronte alla sede del Municipio e all’ufficio postale cittadino. Reyhanli, circa 60.000 abitanti, si trova vicino al valico di Cilvegozu, sul lato opposto della postazione siriana di Bab al-Hawa.

Tutta l’area di confine è stata bersaglio di numerosi attacchi da quando, 26 mesi fa, è scoppiato in Siria il sanguinoso conflitto. A febbraio un’auto-bomba a Cilvegozu, attentato che le autorità turche attribuirono all’intelligence di Damasco, causò la morte di diciassette persone e il ferimento di altre trenta.

In un primo momento il premier Erdogan aveva puntato il dito su due possibili responsabili: attacchi collegati alla guerra in Siria, ma anche al recente avvio del processo di pace con i ribelli separatisti curdi del Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, che appena tre giorni fa hanno annunciato l’inizio del ritiro dal settore est dell’Anatolia.