Stoccolma, 22 maggio 2013 - Terza notte di scontri alla periferia di Stoccolma, con una trentina di auto e numerosi edifici dati alle fiamme dagli attivisti del gruppo Megafonen, un’organizzazione per la difesa dei diritti degli immigrati.

I disordini si sono estesi dai sobborghi nord-occidentali a quelli meridionali della capitale svedese, allargando la rivolta innescata dall’uccisione di un sessantanovenne armato di coltello da parte della polizia, il 13 maggio.

I manifestanti hanno incendiato una scuola e un asilo e hanno lanciato sassi contro i mezzi dei vigili del fuoco e della polizia. A Husby, il sobborgo in cui è esplosa la rivolta, un uomo è stato arrestato per aver dato alle fiamme un laboratorio artigianale. In totale gli arresti sarebbero otto, secondo quanto scrive la Bbc..

Il premier svedese, Fredrik Reinfeldt, ha lanciato un appello con cui ha chiesto a “tutti di prendersi la responsabilita’ di riportare la calma”. “E’ importante ricordare che dare fuoco all’auto del tuo vicino non e’ liberta’ di espressione, e’ teppismo”, ha affermato.
I disordini hanno riacceso il dibattito sull’immigrazione in un Paese che ha sempre avuto una normativa molto generosa.
Reinfeldt ha ammesso la necessita’ di restringere i tempi di integrazione dei nuovi arrivati ma il partito anti-immigrazione Democratici svedesi ha denunciato l’”irresponsabile” linea seguita dal governo su questa materia.
(AGI) Sar 221515 MAG 13 NNNN