Roma, 30 maggio 2013 - Nubi all’orizzonte per Ginevra 2, la conferenza di pace sulla Siria promossa da Russia e Stati Uniti che si dovrebbe svolgere a giugno. Inviati di Mosca, Washington e dell’Onu si vedranno nella città svizzera il 5 giugno per prepararla. A gelare i mediatori è arrivato l’annuncio della Coalizione nazionale siriana, principale cartello dell’opposizione, che ha fatto sapere che non parteciperà “fino a quando dureranno i massacri”.

Il riferimento è in particolare a Qusayr, dove 1.500 combattenti di Hezbollah affiancano le forze nel regime contro i ribelli. Lì si combatte dal 19 maggio, i civili “non hanno accesso all’acqua e sono rimasti senza elettricità, e vi sono già almeno “mille feriti” ai quali serve un aiuto urgente.

Mosca, da parte sua, ha accusato l’opposizione siriana di sabotare la conferenza con la sua pretesa che Bashar al Assad lasci il potere come premessa per qualsiasi accordo di pace.

“Ho l’impressione”, ha spiegato il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, “che la Coalizione nazionale dell’opposizione siriana e i suoi sponsor regionali stiano facendo di tutto per impedire l’avvio del processo di pace politico e di arrivare all’intervento militare con qualsiasi mezzo”. “Riteniamo inaccettabili tali approcci”, ha aggiunto Lavrov, sottolineando che ci sono altri rappresentanti del popolo siriano pronti a partecipare alla conferenza “senza condizioni preliminari”. In generale, a nessuno è consentito di lanciare ultimatum”, ha avvertito il capo della diplomazia russa.

Intanto si aggiunge un ulteriore elemento di tensione e di rischio che il conflitto siriano debordi dai confini nazionali e coinvolga i Paesi vicini. Bashar al Assad ha detto in una intervista alla tv Al Manar, vicina ad Hezbollah, che la Siria ha già ricevuto il primo carico di S-300, i sofisticati missili terra-aria anti-aerei a lungo raggio e riceverà presto gli altri. In realtà, ha precisato una fonte del governo russo, gli S-300 non sono mai partiti e Damasco avrebbe ricevuto solo alcune componenti del sistema missilistico.

Isarele, dal canto suo, ha ribadito che “non vuole la guerra’ con la Siria ma agirà se le armi ricevute da Damasco cadranno nelle mani sbagliate”. Tra l’altro due batterie di S-300 sono già schierate ed attive dal 2000 nella parte greca di Cipro e gli israeliani hanno potuto sperimentarne capacità e possibili punti deboli nel corso di manovre Nato.

TURCHIA, SCAMBIO DI COLPI AL CONFINE - I militari turchi hanno sparato verso il territorio della Siria dopo che una pattuglia di frontiera è stata bersagliata da fuoco proveniente dal territorio siriano. Lo riferisce lo stesso esercito turco. Almeno 15 spari sono stati diretti contro un mezzo corazzato turco che trasportava personale militare, impegnato a pattugliare l’area. A sparare è stato un gruppo composto da tre-cinque persone. L’esercito turco in precedenza ha più volte risposto a bombardamenti e colpi di mortaio caduti dalla Siria nel territorio del suo Paese, ma questa è la prima volta che reagisce a spari esplosi da oltre confine.

TURCHIA: I RIBELLI HANNO IL GAS NERVINO SARIN  - La polizia turca ha arrestato ad Adana, vicino al confine con la Siria, 12 sospetti membri del fronte ‘Jabath al Nusra’, la formazione qaedista attiva in Siria contro il regime di Assad, con due kg di sarin, il letale gas nervino. Gas il cui uso è stato accertato in Siria ma senza alcuna certezza su chi l’abbia impiegato: le truppe lealiste o i ribelli. A riferire la notizia, che se confermata getta nuova luce sulla crisi siriana, è la stampa turca. Dei 12 5 sono stati rilasciati e sette restano sotto custodia. A gestire le indagini l’antiterrorismo. Il filone è legato all’attentato di Reyhanly che il 13 maggio scorso fece 52 morti.

IMBARAZZO A WASHINGHTON PER FOTO MCAIN CON I RAPITORI DEI PELLEGRINI - Una foto mette in imbarazzo il senatore John McCain, l’ex rivale di Barack Obama nella corsa per la presidenza, diventato il primo politico americano di altissimo rango a recarsi tra i ribelli in Siria. E’ stato il libanese Daily Star a pubblicare l’immagine di un McCain sorridente insieme con i componenti di un gruppo considerato responsabile del rapimento, avvenuto il 22 maggio di un anno fa, di undici pellegrini libanesi sciiti. Tra loro vi sono Mohammad Nour, portavoce del gruppo, la “Brigata della tempesta del nord”, Abu Ibrahim, un altro miliziano.

Lo staff di McCain si è difeso: “Diverse persone hanno salutato il senatore una volta che questi era arrivato in Siria e molte hanno voluto farsi fotografare con lui. Se quell’individuo nella foto e Nour, ne siamo rammaricati. Il senatore McCain condanna nel modo più fermo atti come il rapimento dei pellegrini sciiti né i responsabili del sequestro hanno alcun contatto con lui”.