Washington, 7 giugno 2013 - Lo scandalo sul controllo dei dati telefonici da parte del governo degli Stati Uniti si estende al web e anche alle carte di credito. Obama, finito nell'occhio del ciclone, replica durante la conferenza stampa che Prism, il programma di raccolta di dati da parte dell'intelligence ''non era segreto, ma riservato, legale e limitato'' e rispetta la costituzione. Obama ha aggiunto che all'inizio era scettico, ma anche che con il suo staff ha valutato la situazione convincendosi dell'utilità del programma. Il presidente degli Stati Uniti ha detto chiaro e forte che "nessuno sta ascoltando le telefonate dei cittadini", specificando che il controllo si applica solo a numeri e durata.
 

Dopo la rivelazione dello scandalo da parte del quotidiano britannico Guardian è emerso che l'attività di 'spionaggio' sulle telefonate non riguarda solo gli utenti di Verizon, ma anche quelli di altre due grandi aziende telefoniche e internet provider: AT&T con 107,3 milioni di clienti per la telefonia mobile e servizi wireless e 31,2 milioni per la telefonia fissa e Sprint con 55 milioni di utenti in tutto.
 

Inoltre il governo ha confermato l'esistenza del programma Prism riferito dal Washington Post che permette a National Security Agency (NSA) e FBI di controllare i dati di società che operano su internet. Il programma assomiglia "a quello controverso voluto dal presidente George W. Bush dopo gli attacchi dell'11 settembre". Il governo dopo la conferma ha precisato che "il programma non può essere utilizzato per raccogliere in modo intenzionale dati su cittadini americani o persone all'interno degli Stati Uniti", così ha detto il direttore della National Intelligence, James Clapper, sottolinando che "le informazioni raccolte con questo programma sono tra le più importanti, e servono a proteggere la nostra sicurezza da molte minacce".
 

Tra le società nel mirino anche Microsoft, Yahoo, Google, Facebook, PalTalk, AOL, Skype, YouTube e Apple. Estraendo da questi siti audio, video, fotografie, e-mail e documenti, gli analisti rintracciano i movimenti e i contatti fra gli utenti. Google precisa: "Comunichiamo i dati al governo nel rispetto della legge. Alcuni sostengono che abbiamo creato una porta per il governo nel nostro sistema, ma Google non ha alcuna porta per il governo per accedere ai dati degli utenti".
 

Ma lo scandalo allarga i confini d'azione di ora in ora. Anche le carte di credito degli americani sarebbero state messe sotto controllo dalla National Security Agency. Lo riferisce il Wall Street Journal citando fonti dell’intelligence. Il quotidiano sottolinea come nell’ambito della sua attivita’ di ‘spionaggio’ per individuare possibili sospetti terroristi, l’agenzia raccoglierebbe anche tutti i dati relativi agli acquisti compiuti con le carte, avendo garantito l’accesso a tutte le informazioni in mano alle banche e alle societa’ emittenti.
Guardian sostiene che è coinvolta anche la Gran Bretagna: la GCHQ (l'agenzia per la sicurezza elettronica britannica) ha avuto accesso segreto dal giugno 2010 ai dati del programma di sorveglianza americano Prism.
 

Il New York Times attacca duramente il presidente americano Obama: "L'amministrazione ha perso credibilità", afferma il quotidiano. E il comitato editoriale, uno dei più influenti degli Stati Uniti e che solitamente appoggia le politiche dell'amministrazione, si spinge anche oltre: le telefonate spiate sono un "abuso di potere che richiede vere spiegazioni", anche se il governo ha risposto "con le stesse banalità che ha usato ogni volta che il presidente Obama è stato sorpreso a eccedere nell’uso dei suoi poteri". 
 

Obama alla vigilia dell'incontro con il presidente cinese Xi Jinping, ha cercato di calmare il furore innescato dalla rivelazione da parte della stampa dicendo che  è necessario trovare un bilancio fra la sicurezza degli americani e il diritto alla privacy.