Teheran (Iran), 15 giugno 2013  - Con oltre 5 milioni di schede elettorali contate, il riformista Hasan Rohani guida le elezioni presidenziali in Iran con oltre il 52% delle preferenze. Se così terminasse spoglio non sarebbe necessario il ballottaggio. In Iran hanno diritto di voto oltre 50 milioni di persone e l’affluenza ieri è stata alta, anche se non ci sono dati ufficiali.

Al secondo posto, il sindaco di Teheran Mohammad Bagher Qalibaf, con circa il 17,3% dei voti, quindi il negoziatore per il nucleare Saeed Jalili, con il 13%. Per permettere a tutti di votare la chiusura dei seggi ieri sera è stata rinviata di cinque ore.

Il giornale conservatore Kayahn parla di un’affluenza del 75%, il che rende chiaro come liberali e altri gruppi di elettori abbiano deciso di non ricorrere al boicottaggio. Secondo quanto riferisce il ministro dell’Interno, per la precisione Rohani ha raccolto oltre 2,7 milioni di voti dalle 5.211.245 schede contate fino ad ora.

Qalibaf è fermo a oltre 903mila preferenze, e Jalili a oltre 679mila. Attardati gli altri tre candidati.

Tuttavia, anche se Rohani vincesse, il sistema politico dell’Iran non gli consentirebbe ampi margini di manovra nell’incarico di presidente. L’establishment di Teheran, che prevede ampi poteri per la leadership religiosa e il corpo militare della Guardia della Rivoluzione, detiene possibilità di decidere su molti temi e fissare l’agenda sulle maggiori tematiche, come il programma nucleare e i rapporti con l’Occidente.