Caracas, 20 giugno 2013  - Il governo del Venezuela ha annunciato che è stato localizzato l’aereo caduto in mare nel gennaio 2008 mentre volava da Caracas verso l’arcipelago di Los Roques e che portava a bordo 14 persone, tra le quali 8 turisti italiani.

Il relitto, con le sigle YV2081 e del tipo LET-410 è stato localizzato a 900 metri di profondità e circa a 9 chilometri dall’arcipelago venezuelano, ha reso noto il ministro dell’Interno, Miguel Rodriguez Torres.

Il ministro ha aggiunto che verranno consegnate alla Procura le foto e l’ubicazione esatta dell’aereo in modo che possa recuperare il relitto, “che si trova a grande profondità”. La Procura ha spiegato che alle ricerche ha partecipato la nave oceanografica statunitense SeaScoput, in base ad “accordo tra i governi di Venezuela e Italia”.

Le notizie non danno alcuna informazione sui resti umani o di oggetti appartenuti ai passeggeri ritrovati in loco, né fanno riferimento alcuno al modo in cui si cercherà di riportare a galla il relitto, adagiato adesso sul fondo del mare. La sparizione dell’aereo, avvenuta il 4 gennaio, è stata seguita esattamente cinque anni più tardi dalla sparizione nella stessa zona di un altro aereo con a bordo quattro italiani, tra i quali Vittorio Missoni, erede dell’impeto della moda, il cui ‘patron’ Ottavio, è morto qualche mese più tardi.

La coincidenza delle date ha indotto a ogni tipo di speculazione e voci, che comunque non hanno scalfito la fama di Los Roques, l’arcipelago situato circa 200km a nord di Caracas, e una delle principali mete turistiche del Venezuela e dei Caraibi.

Il relitto è stato ritrovato a pochi chilometri dall’arcipelago di Los Roques. L'aereo, che aveva a bordo anche 8 italiani, sparì il 4 gennaio del 2008. Sul volo in tutto c'erano 14 persone. Le ricerche partirono subito e durarono per mesi ma non furono mai trovati neanche i corpi dei passeggeri, a esclusione di quello del co-pilota venezuelano, che fu recuperato in alto mare. L’aereo, un Let l-410 di fabbricazione ceca, era partito da Caracas e se ne persero le tracce dopo che il pilota aveva segnalato un guasto ai motori.

A bordo si trovavano una famiglia della provincia di Treviso, Paolo Durante, la moglie Bruna e le due figlie Emma e Sofia, di otto e sei anni; una coppia romana, Stefano Fragione e Fabiola Napoli; e due amiche bolognesi, Annalisa Montanari e Rita Calanni Rindina. Oltre al pilota e co-pilota, vi erano altri quattro passeggeri: tre donne venezuelane e uno svizzero.

La mancanza assoluta di notizie fece fiorire le voci più disparate, tra cui anche quella che il velivolo non fosse precipitato ma dirottato da un gruppo di narcotrafficanti colombiani. Il ‘giallo’ è stato risolto grazie anche un nave oceanografica statunitense, la SeaScout, dotata di sofisticate apparecchiature per i rilievi marini, che ha scandagliato i mari intorno all’arcipelago. Il velivolo è stato ritrovato a circa 9 chilometri da Los Roques, a 900 metri di profondità.

E adesso torna la speranza anche per un’altra ‘sparizione’ eccellente, quella dell’aereo con a bordo l’erede dell’impero Missoni. Anche quello, che aveva a bordo Vittorio Missoni, la compagna e una coppia di amici, era un aereo da turismo, un piccolo bimotore britannico Norman BN2, di cui si sono perse le tracce sei mesi fa, all’inizio di gennaio di quest’anno, mentre sorvolava le acque dell’arcipelago Los Roques.

LA MAMMA DI BRUNA: NON RIESCO A CREDERCI - “Mi ha avvisato questa mattina mio figlio che ha ricevuto una e-mail dall’ammiraglio Giovanni Vitaloni. Sono agitata e non riesco a crederci”: Sono le prime parole di Paola Fontana, madre di Bruna Guernieri, la donna di Ponzano Veneto che, con il marito, Paolo Durante, e le due figlie, Emma e Sofia, erano nel gennaio del 2008 a bordo dell’aereo scomparso fra Caracas (Venezuela) e l’arcipelago di Los Roques, assieme ad altri 10 persone fra passeggeri e membri dell’equipaggio . “Questo - aggiunge . per lo meno ci toglie il dubbio che fossero chissà dove, in condizioni di sofferenza. Sinceramente io mi ero anche rassegnata a sei mesi dalla scomparsa, ma mio marito, Romolo, ha continuato fino a ieri a sospettare che la famiglia fosse rimasta vittima di un sequestro”. Rispetto alle operazioni future, Fontana ha detto di ritenere che “per il momento la tomba resterà il mare, ma - ha concluso - almeno si potrà andare a gettare un fiore”.

LE DUE BOLOGNESI - Amiche e con la comune passione per i viaggi: venivano descritte così Annalisa Montanari, che avrebbe compiuto 42 anni poche settimane dopo il disastro aereo e Rita Calanni Rindina, 46 anni, le due turiste bolognesi che viaggiavano a bordo del velivolo, caduto tra Caracas e l’arcipelago di Los Roques.

Annalisa Montanari, figlia unica, avvocato con studio in strada Maggiore 77, nel centro storico della città, è stata descritta dai vicini come una persona riservata e cordiale, amante degli animali e in particolare dei cani, con l’hobby dei viaggi e del tango. Amministratrice di condomini, aveva avviato lo studio professionale con il collega Fabio Bencivelli, suo coetaneo e amico dai tempi della scuola. Il padre di Annalisa, Roberto, vedovo è in pensione dopo aver gestito un’azienda di impianti elettrici e dalla sua abitazione in via San Giuliano, una traversa di porta Santo Stefano. ‘’Ho sentito per l’ultima volta mia figlia mercoledì, era contenta per la vacanza che stava per fare’’, raccontava nelle ore successive alla scomparsa del velivolo. Al papà, la donna aveva anche affidato, alla vigilia del viaggio, i suoi due cagnolini.

L’altra viaggiatrice felsinea, Rita Calanni Rindina assicuratrice dell’Assitalia, era da poco tornata da un’altra vacanza, in Thailandia, prima di ripartire con destinazione Venezuela. La donna viveva da sola in via Nadi, alla periferia est di Bologna, dopo aver abitato a non molta distanza, in via dei Mirtilli, dove tuttora risiede la madre, vedova. La donna, che aveva trascorso in famiglia i giorni tra Natale e Capodanno, era ‘’contenta per la nuova partenza’’, avevano riferito i vicini definendola come ‘’una persona cordiale e simpatica, ma anche riservata’’.

I PARENTI: BENE ORA FATE CHIAREZZA SU COSA E' SUCCESSO - La localizzazione dell’aereo scomparso in mare nel gennaio 2008 durante il volo da Caracas a Los Roques, in Venezuela, “è una buona notizia” perché potrà fornire elementi per “far luce” sulle cause dell’incidente. Ma allo stesso tempo, “riapre una piaga che si vorrebbe tenere definitivamente chiusa”. Giancarlo Naldi, zio da parte materna di Annalisa Montanari (avvocato di 42 anni all’epoca dei fatti), una delle due bolognesi disperse a bordo del velivolo, ricorda il grande dolore patito dalla sua famiglia in questi ultimi cinque anni e, da generale dell’aeronautica (ora in pensione) attende di conoscere gli esiti delle future ricerche sul relitto per poter avere elementi più certi in merito alla dinamica dell’incidente.

“Verosimilmente potrebbe essersi trattato di un’avaria - ha spiegato - ma si tratta ancora di un’ipotesi. Bisogna capire se analizzando le apparecchiature a bordo dell’aereo sarà possibile ottenere informazioni attendibili”. Il ritrovamento del velivolo “mi fa piacere - ha concluso Naldi - perché può rappresentare la possibilità di venire a capo del problema e di mettere in campo quei correttivi tecnici che possano, nel futuro, impedire il verificarsi di tragedie simili”.