Washington, 20 giugno 2013  - Gli Stati Uniti hanno posto Cina, Russia e Uzbekistan in fondo alla lista dei Paesi che non si adoperano a sufficienza per contrastare la tratta degli esseri umani, nel rapporto annuale redatto dal Dipartimento di Stato. Al contrario risultano invece migliorate le posizioni di Azerbaijan, Iraq e Congo, dove sono state registrate “vere iniziative” a riguardo. Gli Stati Uniti stimano siano 27 milioni le persone ridotte in schiavitù nel mondo.

Secondo la legge degli Stati Uniti, la retrocessione di questi Paesi agli ultimi posti della lista può innescare tagli agli aiuti non umanitari e non commerciali degli Stati Uniti. Il Presidente Barack Obama deciderà a riguardo a settembre.

Immediata le reazioni. La portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, ha parlato di “giudizi unilaterali e arbitrari”. Il ministero degli Esteri russo ha espresso “l’indignazione” del governo. Cina, Russia, Uzbekistan, Mauritania e Guinea-Bissau sono stati inseriti nella ‘lista nera’ di 21 Paesi elaborata annualmente dal Dipartimento di Stato e si uniscono, tra gli altri, a Cuba, Iran, Corea del Nord e Siria.