San Pietroburgo, 21 giugno 2013 - "Almeno 600 persone provenienti dalla Russia e dall'Europa combattono in Siria nelle file dell'opposizione". E' quanto sostiene il presidente russo Vladimir Putin, intervenuto alla sessione plenaria del forum economico di San Pietroburgo, a cui partecipa anche la cancelliera Angela Merkel.  "Le armi dall'estero all'opposizione siriana arrivano già da tempo. altrimenti non sarebbe possibile il conflitto in corso", ha denunciato il presidente.

'AL NUSRA, AL QAEDA' - Putin ha criticato l'idea occidentale di armare la resistenza siriana, nonostante sia largamente infiltrata da forze jihadiste e qaediste.  "Perché fornire armi a quei gruppi armati illegali in Siria, la cui composizione non ci è chiara fino alla fine?", ha detto il capo del Cremlino, il quale ha messo in guardia dalle conseguenze imprevedibili, che questo potrebbe comportare. A questo proposito Putin ha ricordato che anche gli Usa riconoscono come terrorista e legata ad al-Qaeda una delle organizzazioni chiave nell'opposizione siriana, Jabhat Al-Nusra. Alla luce di questo, ha aggiunto, "dove si andrà a finire?".

TUTTIA DOHA - Domanda buona per  i ministri degli Esteri degli 'Amici della Siria" si riuniscono domani a Doha per capire come poter aiutare i ribelli a rispondere ai recenti successi sul terreno delle forze di Bashar al-Assad. Ma la discussione sarà a tutto campo e riguarderà, oltre all'analisi degli ultimi sviluppi militari sul terreno, il confronto su quanto i singoli Paesi stanno facendo per sostenere l'opposizione e la ricerca di un sostegno condiviso per una seconda conferenza di Ginevra, un tavolo negoziale per il quale l'Italia è fortemente impegnata.

AMICI E NEMICI - Oltre all'italiana Emma Bonino, ci saranno i ministri degli Esteri di Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania, Giordania, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Turchia ed Egitto. L'incontro segue quello che si è tenuto il 22 maggio ad Amman e una riunione ad Ankara, la scorsa settimana, in cui, il capo dell'Esercito Libero Siriano, il comandante Salim Idriss, ha chiesto aiuti militari comprese armi pesanti come missili anti-aereo e anti-tank. Per ora le armi e i finanziamenti vengono forniti all'opposizione dai Paesi arabi di Golfo (musulmani sunniti) decisi a sottrarre il potere alla minoranza alawita-scita che guida la Siria con l'appoggio dell'Iran e della fazione Hezbollah libanese e l'appoggio internazionale di Russia (armatore di Damasco) e, in modo più defilato, della Cina.

L'ATTIVISMO DI AL THANI - La ministeriale di Doha nasce proprio su iniziativa del premier qatarino, lo sceicco al-Thani (editore di Al Jazeera e dell'americana Current Tv) e segue di pochi giorni l'annuncio della Casa Bianca che Barack Obama ha autorizzato l'invio di armi 'letali' (ma lo stesso presidente Usa finora si è sempre rifiutato di descrivere il tipo di sostegno che dara' ai ribelli). In ambito europeo, Paesi come Gb e Francia, da mesi stanno valutando di fornire armi all'opposizione siriana moderata, ma ultimamente hanno ammorbidito i toni, nel timore che le armi cadano nelle mani sbagliate, i gruppi estremistici combattenti in Siria.

 'GINEVRA 2' - L'Italia sostiene con forza l'idea che occorra far sedere attorno a un tavolo tutte le parti interessate e in grado di svolgere un ruolo responsabile: è la cosiddetta 'Ginevra2', la cui data continua slittare per mancanza di accordo dei protagonisti dei colloqui. 

CAMPI PROFUGHI.- L'impegno sul fronte umanitario continua ad essere intanto prioritario di fronte a una tragedia che ha già fatto oltre 93mila vittime (dati Onu che si teme siano ottimistici). Martedì prossimo il ministro Bonino sarà in Giordania, insieme alla Commissaria europea per gli aiuti umanitari, Kristalina Georgieva, e visiterà il campo profughi di Zaatari e l'ospedale da campo creato dagli italiani.