Il Cairo, 1 luglio 2013 - Le forze armate hanno minacciato un intervento diretto se tutte le forze politiche dell'Egitto non troveranno un accordo per rispondere alla richieste del popolo. In un comunicato letto alla tv di Stato, il comando generale dell'esercito ha dato 48 ore per risolvere la crisi che attanaglia il Paese, in caso contrario presenteranno una road map la cui applicazione sarà controllata "direttamente" dalle forze armate.

L'ultimatum arriva all’indomani delle oceaniche manifestazioni, che l'esercito ha definito "grandiose". Con il riferimento "alle richieste del popolo", l’esercito sembra quindi aver sposato la causa dei manifestanti e non le ragioni dei Fratelli musulmani e del presidente Mohamed Morsi attualmente al potere.  La situazione sembra ricalcare i momento che precedettero a febbraio del 2011 la caduta di Hosni Mubarak in cui le forze armate, guidate allora dal maresciallo Hussein Tantawi, abbandonarono il rais. L'annuncio delle forze armate è stato accolto da un immenso boato in piazza Tahrir (VIDEO).

NO GOLPE, ASCOLTIAMO IL POPOLO - Le forze armate egizialn respingono le ‘’accuse di golpe’’ e affermano e che il loro ultimatum è mirato a ‘’spingere le forze politiche a raggiungere un consenso’’ dopo avere ascoltato le richieste della piazza.

VIA LIBERA USA ALL'ULTIMATUM DEI MILITARI  - L’ultimatum di 48 ore posto dai militari egiziani al presidente Mohamed Morsi, sembra avere l’avallo dei loro principali finanziatori e sostenitori: gli Stati Uniti. Stamane il capo di Stato maggiore della Difesa Usa, il generale Martin Dempsey ha parlato con il suo omologo egiziano, il generale Abdel Fattah al-Sisi, prima che quest’ultimo ponesse l’ultimatum a Morsi. Lo riferiscono fonti del Pentagono rivelando un particolare sui tempi estremamente determinante per poter affermare che i militari del Cairo si siano mossi solo dopo aver informato, se non aver ricevuto il via libera da Washington.

LA REPLICA - E se il movimento dei Ribelli ha accolto positivamente il comunicato delle forze armate, il partito dei Fratelli Musulmani lo ha respinto. "Tutti respingono la dichiarazione delle forze armate. La soluzione (alla crisi) sarà trovata nella cornice della costituzione", ha dichiarato Yasser Hamza del Partito Libertà e Giustizia (braccio politico della Fratellanza), concludendo che "l’epoca dei colpi di Stato è finita".

MORSI INCONTRA L'ESERCITO - Quindi Mohammed Morsi ha incontrato il ministro della Difesa e capo delle forze armate, il generale Abdel Fattah al-Sisi - l’autore della dichiarazione - e il premier Hisham Qandil.

ELICOTTERI SU PIAZZA TAHRIR - Elicotteri militari comunque si sono alzati in volo su piazza Tahir esibendo bandiere nazionali. Inoltre l’esercito egiziano ha arrestato 15 guardie del corpo di Khairat al-Shater, leader dei Fratelli Musulmani.

L'ULTIMATUM DELL'OPPOSIZIONE - Anche l’opposizione ha fissato un suo ultimatum al presidente Morsi. "Gli diamo tempo fino a domani, martedì 2 luglio, alle 17, perchè lasci il potere e così consenta alle istituzioni di prepararsi per elezioni presidenziali anticipate - si legge in un comunicato diffuso dal movimento Tamarod -. Altrimenti, da domani alle 17 comincerà una compagna di assoluta disobbedienza civile". 

APPELLO DI OBAMA - Gli Usa, dal canto loro, hanno espresso preoccupazione per quanto sta avvenendo in Egitto e il presidente Barack Obama ha lanciato un appello alla moderazione. "Tutti debbono contenersi e dare prova di moderazione", ha affermato durante una conferenza stampa in Tanzania, dove è giunto in visita ufficiale proveniente dal Sudafrica. "Ciò che è ormai chiaro - ha proseguito il capo della Casa Bianca - è che, sebbene il signor Morsi sia stato eletto democraticamente, c’è molto lavoro da compiere per creare le condizioni nelle quali ognuno avverta che la sua voce è ascoltata".  

CINQUE MINISTRI SI DIMETTONO - Si sono dimessi cinque ministri del governo egiziano mentre i Fratelli Musulmani annunciano una risposta alle violenze degli ultimi giorni. I ministri sono quelli del Turismo, dei rapporti col parlamento, delle telecomunicazioni, dell’ambiente e delle risorse idriche, che hanno presentato una lettera di dimissioni spiegando di volersi unire i manifestanti e di essere contrari alla politica del governo. Il ministro del Turismo Hisham Zazou aveva già lasciato l’incarico a giugno e al suo posto Morsi aveva nominato Adel al-Khayat, un membro del partito islamista Gamaa Islamiyaa, coinvolto nel massacro di 50 turisti nel 1997 a Luor. Zazou era però tornato al suo posto dopo le dimissioni di Khayat. Atef Helmi (Comunicazione e informazione e tecnologie) Hatem Bagato (Affari legali e parlamentari) e Khaled Abdel-Aal (Ambiente). Intanto i Fratelli musulmani hanno avvertito che "non saranno tollerati attacci alle istituzioni, e hanno preannunciato per oggi stesso azioni contro le violenze che nelle ultime ore hanno causato 16 morti".

ASSALTATA SEDE FRATELLI MUSULMANI - Alcuni manifestanti hanno fatto irruzione nel quartier generale dei Fratelli musulmani al Cairo, in Egitto, saccheggiandolo. Un giornalista di Associated Press Video riferisce che i dimostranti hanno poi lasciato l'edificio portando via mobili e documenti. La sede assaltata, di sei piani, si trova in un distretto nella zona est della capitale egiziana. Le tv locali mandano in onda immagini che mostrano finestre infrante e fumo che si solleva dal palazzo; nel filmato si vede anche uno dei manifestanti che rimuove il simbolo dei Fratelli musulmani dalla facciata dell’edificio.

LE VITTIME - Intanto è salito a 20 morti e 783 feriti il bilancio degli scontri legati alle proteste contro Morsi. Lo ha annunciato alla tv di Stato il portavoce del ministero della Salute, Yehya Moussa. Otto dei morti sono stati registrati al quartier generale dei Fratelli musulmani al Cairo, dove nella notte ci sono stati scontri e che stamattina è stato preso d’assalto da alcuni manifestanti, che lo hanno saccheggiato. Il bilancio complessivo si riferisce alle vittime da ieri.