Mosca, 8 luglio 2013 - Mosca starebbe riflettendo su uno scambio mentre Ed Snowden, la talpa del Datagate - continua la sua permanenza nella zona di transito dell’aeroporto moscovita di Sheremetevo. Lo indica la richiesta di estradizione iniziata dalla Duma di Stato (Camera bassa del Parlamento russo) e inviata al procuratore generale, affinchè un traditore, il 61enne Alexander Poteev - che ha attraversato illegalmente il confine da Mosca a Washington nel 2010 - sia riconsegnato alle autorità russe, secondo fonti di TMNews.

Sarebbe stato lui ad aver consegnato la lista delle 10 spie russe attive negli Usa alle autorità americane, che vennero poi scambiate nel giugno 2010 con le quattro spie americane all’aeroporto di Vienna: il più grande scambio dai tempi del Muro di Berlino.

Tra le spie tradite da Poteev anche la bellissima Anna Chapman, che ha recentemente chiesto “la mano” di Snowden, per renderlo cittadino russo attraverso il matrimonio. Il caso di Poteev viene segnalato in questi giorni anche da Segodnia.ru, pubblicazione di analisi e informazione russa. Poteev è stato condannato in contumacia a 25 anni di colonia penale dal tribunale militare di Mosca, nel 2011.

Nella storia della fuga di Poteev all’estero ci sono alcuni dettagli non secondari. La spia, secondo Mosca, per arrivare in America ha utilizzato il passaporto che era a nome di un altro cittadino russo, Viktor Alexeyevich Dudochkin. Quest’ultimo si era rivolto alla Sezione Consolare dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Mosca per un visto e - secondo quanto riportato da Ria Novosti all’epoca del processo in contumacia - il passaporto sarebbe stato usato da Poteev per fuggire.

Dudochkin era stato interrogato in tribunale e aveva detto che il passaporto non era stato perso. Tuttavia, secondo lui, nel 2009 aveva dato il passaporto all’ambasciata degli Stati Uniti per un visto. Il verdetto russo dice che l’ambasciata degli Stati Uniti non ha risposto alla nota russa che chiedeva di fornire informazioni sulla presenza di Poteev sul territorio americano.

Intanto Segodnia.ru allude all’amore del “traditore” per il denaro, ma mette nero su bianco anche le radici familiari di tutto rispetto di Poteev, figlio dell’eroe dell’Unione Sovietica Nikolai Poteev, veterano che comandava una compagnia diventata un ostacolo alla controffensiva dei nazisti nel 1944 sul Baltico.

SNOWDEN METTE IN FORSE LA PRESENZA DI OBAMA A PIETROBURGO PER G20 - La talpa del Datagate sta mettendo in forse una delle visite più travagliate del leader della Casa Bianca in terra russa. Il quotidiano moscovita Kommersant cita una fonte vicino al Dipartimento di Stato. Secondo lui, Washington lascia aperta la questione del coinvolgimento di Barack Obama nel vertice del G20 a San Pietroburgo il prossimo settembre. E non escludono che al posto della presidente americano, andrà al forum il vicepresidente Joe Biden. A questo punto salterebbe anche il bilaterale con Vladimir Putin previsto prima del vertice, a Mosca. Venerdì, 5 luglio anonimi funzionari statunitensi hanno lasciato intendere al New York Times, che il presidente Barack Obama potrebbe abbandonare l’idea di una visita a Mosca, alla vigilia del vertice del “Big Venti” se Snowden fosse ancora nascosto a Sheremetevo, nella zona transiti del primo scalo russo.

Nel frattempo la portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, Bernadette Meehan ha assicurato che “nel mese di settembre, Barack Obama ha intenzione di visitare la Russia”. Però non ha specificato se si tratta solo del vertice G20, o di un incontro con Vladimir Putin a Mosca. Invece il Cremlino ha assicurato che Putin è “pronto” a vedere Obama a Mosca e a San Pietroburgo. Successivamente il portavoce del leader russo Dmitry Peskov ha detto a Kommersant che al Cremlino non è noto un ultimatum da Washington. Secondo lui, la preparazione della visita di Obama in Russia è in pieno svolgimento, e questo suggerisce che il leader degli Stati Uniti non ha rivisto i suoi piani.

CUBA, RAUL CASTRO: GLI STATI HANNO DIRITTO DI OFFRIRE ASILO A SNOWDEN  - “Sosteniamo il diritto sovrano del Venezuela e di tutti gli Stati della regione di offrire l’asilo a persone perseguitate a causa dei propri ideali o della loro lotta per i diritti democratici”. Lo ha detto il presidente cubano Raul Castro in un discorso all’Assemblea nazionale in riferimento al caso di Edward Snowden, l’ex contractor della National security agency (Nsa) che ha rivelato l’esistenza dei programmi di sorveglianza portati avanti dall’agenzia.

Nel fine settimana il Venezuela e la Bolivia hanno offerto l’asilo alla talpa e il Nicaragua ha fatto sapere che sta valutando una decisione analoga. Castro non ha rivelato se anche l’Avana potrebbe offrire l’asilo o il salvacondotto a Snowden. Il leader cubano, il cui discorso è stato trasmesso dalla tv di Stato, ha espresso sostegno al presidente della Bolivia, Evo Morales, dopo che il suo volo è stato bloccato mercoledì per diverse ore in Austria perché si riteneva che a bordo vi fosse Snowden.

 

redazione online