Sofia, 24 luglio 2013 - Una trentina di persone, fra deputati, esperti e giornalisti, rimangono bloccati nella notte nella sede del parlamento bulgaro a Sofia, assediato da ieri pomeriggio da una folla di circa 2.000 manifestanti che protestano contro la corruzione e chiedono le dimissioni del governo di sinistra del premier Plamen Orecharski e nuove elezioni. Le proteste antigovernative nella capitale vanno avanti da 40 giorni.
 

Alle 3,30 ora locale (le 2,30 in Italia) la polizia è riuscita a forzare una barricata dei dimostranti e raggiungere l'edificio con diverse camionette, evacuando circa 80 delle 109 persone bloccate, in particolare i ministri e i deputati del Partito socialista (Psb) e del partito della minoranza turca (Mdl). In precedenza un tentativo della polizia di forzare l'assedio era fallito, con scontri nei quali 9 persone erano rimaste ferite (due erano poliziotti). Le proteste di Sofia proseguono ormai da 40 giorni, e ieri sera hanno raggiunto un picco di tensione con l'assedio che ha bloccato i deputati e i ministri.
 

La Bulgaria, il paese più povero dell'Unione europea, dall'inizio dell'anno vive una grave crisi politica, provocata dalla crisi economica globale. A febbraio il governo del premier di destra Boiko Borisov è caduto a seguito delle continue manifestazioni di piazza contro le misure di austerità. Dalle elezioni anticipate del 12 maggio è uscito un governo di tecnocrati sostenuto dalla sinistra, ma le manifestazioni sono continuate.