Roma, 8 agosto 2013 - Non è stato ancora stabilito un contatto diretto con i sequestratori di padre Paolo Dall’Oglio. E’ quello che, secondo quanto si apprende, avrebbe riferito al Copasir il direttore del Dipartimento informazioni e sicurezza, Giampiero Massolo. Ai commissari del Comitato parlamentare per la sicurezza, capo del Dis avrebbe confermato che il religioso è stato rapito da un gruppo jihadista locale denominato 'Emirato di Tall Al Abiad' e che, con l’aiuto dell’intelligence locale, i nostri servizi lavorano febbrilmente alla ricerca di un contatto.

L’ultima e-mail alla famiglia risale al 27 luglio: il sequestro dovrebbe essere stato messo a segno tra il 28 e il 29 dello stesso mese. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, Dall’Oglio - dopo essere arrivato a Raqqa, nel nord del Paese - era partito per una località sconosciuta risalendo il corso dell’Eufrate.

Secondo alcuni attivisti che hanno accompagnato il gesuita in Siria dalla Turchia, in quel luogo Dell’Oglio avrebbe dovuto incontrare Abu Bakr al-Baghdadi, capo dello Stato islamico in Iraq e nel Levante, l’organizzazione di Al Qaida a cui e’ collegato il Fronte al-Nusra, principale forza jihadista dell’insurrezione siriana. Secondo le stesse fonti, il gesuita doveva negoziare il rilascio di alcuni ostaggi e una tregua nei combattimenti in corso da settimane tra jihadisti e milizie curde.

Massolo avrebbe invece confermato un "cauto ottimismo" per la soluzione del sequestro di Domenico Quirico, il giornalista de La Stampa. L’inviato sarebbe in mano ad un gruppo riconducibile alla criminalità ordinaria, con il quale ci sarebbero da tempo contatti in corso. La trattativa per la sua liberazione, dunque, sarebbe già avviata e non ci sarebbe alcun interesse da parte dei sequestratori ad un peggioramento della situazione attuale.

ALLERTA AMBASCIATE - Infine non ci sono allarmi specifici per l’Italia e le nostre sedi diplomatiche all’estero. "La minaccia è seria, ma non contro l’Italia", avrebbe detto oggi al Copasir il direttore del Dis, Giampaolo Massolo, secondo quanto si è appreso da fonti del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, informato sul ‘warning’ degli Stati Uniti.

I servizi statunitensi, stando alle fonti, avrebbero girato ai colleghi europei le indicazioni frammentarie, attinte da intercettazioni, riguardo a presunti attentati suicidi su vasta scala da parte di cellule yemenite in occasione della fine del ramadan. Obiettivo degli attacchi, secondo quanto si è appreso, sarebbero sedi diplomatiche, aziende e interessi statunitensi, ma anche israeliani e di alcuni paesi dell’Europa settentrionale, tra cui certamente Olanda e Inghilterra.

Per quanto riguarda l’Italia, l’attenzione resta alta, ma non si prefigura alcun allarme specifico, ha spiegato una fonte. L’ambasciata italiana a Sanaa, nello Yemen, ha ridotto la sua attività, mentre l’allarme bomba al consolato americano a Milano di due giorni fa si è rivelato falso.