Mosca, 27 agosto 2013 - Londra lavora a un piano militare per un possibile attacco in Siria, mentre l'Italia non parteciperà ad azioni militari fuori dal mandato delle Nazioni unite (VIDEO). All'indomani del duro discorso di John Kerry (VIDEO), che ha parlato di uso 'innegabile' di armi chimiche, attribuito alle forze di Assad, le posizioni dei diversi Stati cominciano a delinearsi in modo sempre più chiaro. E mentre la stampa americana fa sapere che Obama starebbe pensando a un attacco lampo di massimo due giorni e il Pentagono si dice pronto a colpire se Obama lo ordinerà.

HACKER SIRIANI ATTACCANO IL NYT E TWITTER  - Gli hacker dell’Esercito Elettronico Siriano, che in passato ha rivendicato diversi attacchi a siti web come quello dell’Associated Press ad aprile, hanno postato un annuncio rivendicando di avere il controllo del sistema Twitter, dopo aver cambiato i settaggi del sistema di registrazione. Mentre è ancora in corso il blackout al sito del New York Times, iniziato alle 22, da Twitter non giunge alcuna conferma dell’attacco ed il sistema continua apparentemente a funzionare senza alcun problema. Il 23 aprile scorso sempre gli hacker pro-Assad riuscirono a far tremare il mondo, e a far crollare Wall Street, per pochi muniti, dopo essere riusciti a diffondere un falso twitter Associated Press che annunciava l’esplosione di due bombe alla casa Bianca ed il ferimento di Barack Obama. Un vero incubo, soprattutto per tutti i giornalisti che seguono su twitter l’Ap prendendo per oro colato i suoi cinguettii.

A dare la notizia su twitter Eileen Murphy, portavoce della testata avvertendo che dalle 22 ora italiana “stiamo sperimentando problemi tecnici”. Matt Johansen, un esperto di sicurezza elettronica, sostiene che dietro l’attacco ci siano gli hacker pro-Assad dell’Esercito Elettronico Siriano

OBAMA NON HA ANCORA DECISO - ‘’Barack Obama non ha ancora assunto alcuna decisione riguardo la Siria. Quando ci saranno novità le comunicheremo’’. Così il portavoce della Casa Bianca. Il presidente americano si sta consultando con gli advisor della sicurezza nazionale sulle opzioni disponibili in Siria. ‘’Quando avrà deciso lo dirà’’. Lo afferma il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney.

OBAMA CHIAMA PREMIER CANADESE, BIDEN TELEFONA A VICEPREMIER GB - Continuano le attività diplomatiche in merito alla situazione siriana. Oggi il presidente Usa Barack Obama ha discusso con il primo ministro canadese Stephen Harper. Negli ultimi giorni si era già confrontato con il primo ministro britannico David Cameron e quello australiano Kevid Rudd, così come il presidente francese François Hollande. Oggi il vice presidente Usa Joe Biden ha parlato con il vice premier britannico Nick Clegg.

BIDEN: NON CI SONO DUBBI SULL'USO DI ASSAD DEI GAS - Non ci sono dubbi che il governo del presidente siriano Bashar Assad sia responsabile dell’uso di armi chimiche. Lo ha detto il vice presidente Usa Joe Biden, parlando alla convention nazionale dell’American Legion. Il governo di Damasco, ha aggiunto, è l’unico attore della guerra civile che possiede e può usare armi chimiche e ha inoltre impedito agli ispettori dell’Onu di recarsi sul posto del raid che ha bombardato per giorni.

BONINO - Senza una decisione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu l’Italia non intende prendere parte ad azioni militari in Siria, sebbene il governo italiano si associ “pienamente alla energica condanna internazionale” all’attacco chimico lanciato il 21 agosto scorso alle porte di Damasco, “a cui dovrà corrispondere una risposta adeguata della stessa comunità internazionale”. E’ quanto ha detto oggi il ministro degli Esteri Emma Bonino, riferendo sulla Siria alle Commissioni Esteri congiunte di Camera e Senato. “Il governo italiano si associa pienamente alla energica condanna internazionale a questo attacco a cui dovrà corrispondere una risposta adeguata della stessa comunità internazionale - ha detto il ministro - ma credo che debba essere il Consiglio di sicurezza Onu ad assumersi con tempestività le responsabilità che discendono dal suo ruolo di garante della pace internazionale. Il consiglio deve pronunciarsi in modo inequivocabile e senza distinguo”. Quindi il ministro ha fatto sapere che “l’Italia non prenderà attivamente parte ad azioni militari deliberate e attuate al di fuori del contesto del Consiglio di sicurezza, che rimane l’unico e imprescindebile quadro di riferimento giuridico”. Il ministro ha voluto quindi “sottolineare che non si tratta di una forma di scarico di responsabilità: il nostro Paese è impegnato al limite e oltre il limite della nostra capacità in diversi teatri della regione, come Libano, Afghanistan e Libia. L’impegno italiano in questi teatri è consistente e al limite delle nostre possibilità e non verrà meno”.

La decisione della Siria di ammettere gli ispettori Onu nella zona del presunto attacco con armi chimiche della notte fra il 20 e il 21 agosto a est di Damasco è stata "certamente tardiva", ha  poi proseguito. La Bonino ha inoltre affermato che la riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu potrebbe tenersi domani. "Sono in attesa di conferma", ha poi spiegato.

SENZA OK ONU L'ITALIA NON CONCEDE USO DELLE BASI  - L’Italia non concederà l’uso delle basi militari sul territorio nazionale per eventuali operazioni in Siria senza l’avallo dell’Onu. Lo sottolineano all’AGI fonti governative. “La nostra priorità è una soluzione politica - viene chiarito - e per questo l’Italia è attivamente impegnata. Se si arrivasse all’azione militare, è fondamentale che questa si svolga sotto l’egida dell’Onu. Finora comunque non ci è stato chiesto l’utilizzo delle basi”.

LETTA A CAMERON: CRIMINE INACCETTABILE  - Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, e il primo ministro britannico, David Cameron, hanno avuto oggi un colloquio telefonico sugli sviluppi della situazione in Siria. Regno Unito e Italia, riferisce una nota, convengono sul fatto che con l`uso massiccio di armi chimiche in Siria si è oltrepassato il punto di non ritorno. Letta ha ribadito a Cameron “la ferma condanna da parte dell`Italia dell`attacco del 21 agosto contro la popolazione civile siriana: crimine inaccettabile che non può essere tollerato dalla comunità internazionale”. Il presidente del Consiglio ha quindi informato Cameron del dibattito svoltosi questa mattina in Parlamento sulla questione.

CAMERON: INTERVENTO NON VUOL DIRE GUERRA - Un eventuale intervento armato contro il regime siriano sarà effettuato solo su obiettivi “specifici”. Lo ha precisato il premier britannico David Cameron, sottolineando che la Gran Bretagna non vuole essere coinvolta in una guerra in Medio Oriente. Cameron ha avvertito: il mondo, ha detto, “non può restare a guardare dopo l’uso di armi chimiche”. Ma ha comunque spiegato che “nessuna decisione è stata ancora presa”.

GRAN BRETAGNA PRONTA ALL'ATTACCO -  Intanto la Gran Bretagna si è dichiarata pronta."La comunità internazionale deve rispondere" al presunto attacco chimico in Siria, ha fatto sapere il premier britannico David Cameron. Qualsiasi decisione deve essere presa rigorosamente in un ambito internazionale. Qualsiasi uso di armi chimiche è completamente e assolutamente aberrante e la comunità internazionale deve rispondere'', ha dichiarato il premier britannico, che ha convocato il Parlamento per giovedì.

In un'intervista alla Bbc il segretario Usa alla Difesa Chuck Hegel, ha detto che le forze degli Stati Uniti sono pronte ad agire a qualsiasi eventuale ordine di Obama. Nell’intervista Hagel ha affermato inoltre che le agenzie di intelligence degli Stati Uniti concluderanno presto che l’attacco dello scorso 21 agosto sui civili a est di Damasco è stato condotto con armi chimiche da parte del governo siriano. Il capo del Pentagono ha parlato di “intelligence molto buona”. "Una serie di attacchi limitati contro la Siria in rappresaglia per l’uso di armi chimiche potrebbero essere lanciati a partire da giovedì", ha detto alla Nbc una fonte dell’amministrazione Usa.

ONU: SE USA HA PROVE ARMI CHIMICHE LE DIA A ISPETTORI -  Se gli Usa hanno le prove del presunto attacco chimico delle forze di Assad a est di Damasco, devono confrontarle con gli ispettori dell’Onu sul campo in Siria. E’ l’indicazione delle Nazioni Unite. “Se qualche stato membro ha informazioni al riguardo deve condividerle con la missione Onu che in Siria” sta cercando di verificare proprio l’eventuale utilizzo di armi chimiche da ambo le parti, ha spiegato il portavoce Farhan Haq. Alla domanda di un giornalista sulla effettiva possibilità che ci sia un intervento armato contro la Siria non autorizzato dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, il portavoce ha risposto che non farà “congetture” e ha ribadito che l’impegno del segretario generale Ban Ki-moon è diretto verso “qualunque opzione che permetta una soluzione diplomatica” del conflitto.

CASA BIANCA: IN SETTIMANA IL RAPPORTO DELLA CIA  - La Casa Bianca ha annunciato che in settimana sarà diffusa una versione pubblica del rapporto di intelligence sull’uso delle armi chimiche in Siria. Lo ha annunciato il portavoce Jay Carney.

Gli elementi che gli Stati Uniti hanno a disposizione per provare l’uso di armi chimiche in Siria includono segnali di intelligence, ossia informazioni raccolte da comunicazioni intercettate. La valutazione di Washington si basa anche sul numero di vittime riportato, sui sintomi delle persone morte o ferite e sui racconti dei testimoni.

DAMASCO: "ACCUSE FALSE" -  Da Damasco arrivano intanto degli avvertimenti. La Siria si difenderà usando 'tutti i mezzi disponibili' in caso di un attacco da parte degli Stati Uniti e 'abbiamo i mezzi per difenderci e sorprenderemo tutti', ha detto in conferenza stampa il ministro degli Esteri siriano, Walid al-Moallem, il quale ha bollato come 'categoricamente false' le accuse degli Usa al regime, ritenuto responsabile dell'attacco con armi chimiche del 21 agosto.

USA E GB: NON VOGLIAMO ROVESCIARE REGIME DI ASSAD - Tra le opzioni disponibili per rispondere all’uso delle armi chimiche da parte di Damasco la Casa Bianca non sta valutando quella di arrivare ad un cambio di regime in Siria. Lo ha dichiarato il portavoce di Obama, Jay Carney, ribadendo che il presidente ha un ampio spettro di possibili risposte non limitate all’uso delle forze. Idem la Gran Bretagna - che sta valutando l’ipotesi di un intervento armato in Siria - “non ha l’obbiettivo di rovesciare” il regime del presidente siriano Bashar al-Assad”: lo ha affermato il vicepremir e leader del partito Liberal-democratico, Nick Clegg.“Se restiamo senza far nulla, dei dittatori e dei Capi di Stato brutali in futuro penseranno di poter utilizzare impunemente delle armi chimiche a una scala sempre maggiore” ha spiegato Clegg, intervistato dalla Bbc. “Ciò che stiamo soppesando è una riposta a questo problema: non stiamo valutando un cambiamento di regime, non abbiano l’obbiettivo di rovesciare il regime di Assad”, ha concluso il vicepremier britannico.

INTERVENTO LAMPO DI OBAMA - Secondo i quotidiani statunitensi, il presidente americano Barack Obama sta valutando un intervento "lampo" contro la Siria, con un raggio d'azione e una durata limitati. L'attacco, in risposta all’uso "imperdonabile" e "innegabile" di armi chimiche di Damasco contro i civili siriani, dovrebbe durare non più di due giorni e cercare di mantenere l'America fuori da un maggiore coinvolgimento nella guerra civile che va avanti da 29 mesi in Siria, secondo quanto riferito dal Washington Post. Secondo il New York Times, inoltre, sebbene Obama debba optare per un’azione militare, le operazioni sarebbero limitate: stile Kosovo. Nei prossimi giorni, gli uomini dell’intelligence americana forniranno ulteriori informazioni a sostegno della tesi che la Siria è ricorsa ad armi chimiche.

ISRAELE, NETANYAHU: SE DAMASCO CI ATTACCA REAGIREMO CON VIOLENZA - Israele reagirebbe “con violenza” se la Siria attaccasse lo stato ebraico. Lo ha detto il primo ministro Benjamin Netanyahu, mentre gli Stati Uniti pensano a un’azione militare contro il regime del presidente Bashar al Assad. “Lo stato di Israele è preparato per ogni scenario”, ha detto dopo consultazioni sulla crisi in Siria, “Non siamo parte della guerra civile in Siria, ma se riscontrassimo qualunque tentativo di colpirci, reagiremmo e reagiremmo con violenza”.

BAN KI MOON - Appello del generale dell’Onu Ban ki moon alle parti in conflitto in Siria affinchè offrano "accesso sicuro alla squadra di ispettori" a Damasco.

RINVIATO VERTICE USA-RUSSIA - Il Dipartimento di Stato Usa ha annunciato che sarà rinviato l'incontro previsto  per domani con la Russia. La decisione è messa in relazione alla necessità di elaborare una risposta adeguata all'uso delle armi chimiche in Siria."Lavoreremo con i nostri colleghi russi per riprogrammare l’incontro", ha detto l’alto funzionario, aggiungendo che l’uso recente di sostanze chimiche nel paese dimostra la necessità di arrivare ad una soluzione politica definitiva e duratura per porre fine allo spargimento di sangue in Siria.

RAMMARICO DELLA RUSSIA - La decisione del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti di annullare un incontro bilaterale sulla Siria all’Aia il prossimo 28 agosto è "deplorevole", secondo il vice ministro degli Esteri russo Gennady Gatilov. "Peccato che i nostri partner abbiano deciso di annullare una riunione bilaterale Russia-USA per discutere la convocazione di una conferenza internazionale sulla Siria" ha scritto su Twitter. "Lo sviluppo di parametri di soluzione politica in Siria sarebbe molto utile ora che questo paese deve affrontare una possibile azione militare", ha scritto.

ANALISTA: TRE FASI DI ATTACCO, LA PRIMA GIA' IN CORSO -  L’intervento in Siria potrebbe svolgersi in tre fasi. Lo sostiene Charles Heyman, ex ufficiale britannico, secondo cui il primo passo, ossia circondare la Siria con mezzi militari occidentali via aria e mare, è già in corso. “La fase due - spiega - sarebbe un attacco punitivo, per colpire il comando di alto livello, obiettivi di controllo e centri di comunicazione. Questo potrebbe avvenire semplicemente con missili Cruiser da navi e aerei. La fase tre sarebbe un massiccio abbattimento delle difese aeree siriane, che dovrebbe essere compiuto prima di poter distruggere artiglieria e veicoli corazzati. Questa sarebbe la chiave di un successo a lungo termine”. Secondo Heyman, la mancanza di una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu che autorizzi l’uso della forza complica però molto la questione per l’Occidente. Sarà difficile, secondo l’analista, che il primo ministro britannico David Cameron ottenga il sostegno parlamentare giovedì, quando è stata convocata una sessione di urgenza per discutere della questione siriana. La Russia, membro permanente del Consiglio di sicurezza e storico alleato di Bashar Assad, si oppone a ogni azione internazionale. “È chiaro - ha aggiunto Heyman - che i governi vogliono una qualche forma di operazione militare, ma se il Consiglio di sicurezza non la raccomanda, allora l’opinione è che essa sia illegale sotto la legge internazionale. L’unica via legale per andare in guerra è per autodifesa”. Secondo Ko Colijn, direttore del Clingendael Institute in Olanda, l’eventualità dell’intervento sarebbe aiutata nel caso in cui la squadra di ispettori dell’Onu che si trova ora in Siria potesse giungere a una chiara conclusione sull’uso di armi chimiche, e su chi ne sia responsabile. Se ci fosse chiarezza, spiega, questo potrebbe portare a un “accordo diplomatico” tra Usa e Russia.