Mosca, 2 settembre 2013 - Il rinvio di Barack Obama non ha fermato i preparativi per un intervento militare americano in Siria, con la portaerei Nimitz che si sta dirigendo verso il Mar Rosso (FOTO) per essere pronta a un eventuale ingresso nel Mediterraneo orientale. Intanto, però, la Santa Sede ha avvertito che un attacco straniero rischia di far scoppiare una guerra mondiale.

“La via di soluzione dei problemi della Siria non può essere quella dell’intervento armato”, ha ammonito monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, commentando alla Radio Vaticana l’appello lanciato domenica da papa Francesco. “La situazione di violenza non ne sarebbe diminuita. C'è, anzi, il rischio che deflagri e si estenda ad altri Paesi”, ha sottolineato. “Il conflitto in Siria contiene tutti gli ingredienti per esplodere in una guerra di dimensioni mondiali e, in ogni caso, nessuno uscirebbe indenne da un conflitto o da un’esperienza di violenza”.

Washington, però, si prepara all’attacco in attesa del voto del Congresso che potrebbe arrivare già questa settimana. Obama ha invitato il senatore John McCain alla Casa Bianca per discutere della situazione siriana e fonti del Pentagono hanno riferito che dall’Oceano Indiano sta facendo rotta verso ovest, in direzione Mar Arabico e quindi Mar Rosso, la squadra navale statunitense guidata dalla portaerei a propulsione nucleare Uss Nimitz. Per ora non le è stato ordinato di raggiungere il Mediterraneo orientale, dove già incrociano sei unità da guerra, ma è stato comunque deciso di farla avvicinare al teatro delle operazioni “nel caso in cui fosse necessario”.

Anche la Francia, il cui presidente Francois Hollande è l’alleato più convinto di Obama, ha scelto di seguirne la stessa via: se dunque Obama si è rimesso al Congresso di Washington, l’Eliseo sottoporrà ai delegati dei due rami del Parlamento le prove accumulate contro Assad per l’attacco chimico del 21 agosto scorso alla periferia di Damasco. Intanto il governo francese ha presentato ai responsabili del parlamento ‘’le prove’’ in suo possesso di un ‘’attacco chimico massiccio e coordinato’’ in Siria, che - stando ai rapporti dell’intelligence di Parigi - l’opposizione ‘’non sarebbe stata in grado’’ di compiere.

La Russia dal canto suo ha liquidato come “assolutamente non convincenti” gli elementi accusatori messi a disposizione dagli Usa. Il ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov, ha dichiarato: “Quello che ci hanno mostrato in precedenza e più di recente i nostri partner americani, come pure quelli britannici e francesi, non ci convince assolutamente”. Al tempo stesso, però, la Russia ha inviato verso la costa siriana, dove già dispone di una base navale, un’unità da ricognizione con il compito di raccogliere informazioni in vista di un’offensiva che appare sempre meno evitabile.

Damasco nel frattempo si è rivolta all’Onu, sollecitando il segretario generale Ban Ki-moon e il Consiglio di Sicurezza ad “assumersi la responsabilità” di “impedire qualsiasi aggressione” esterna, premendo invece per una “soluzione pacifica” che oggi stesso l’Iran, suo principale alleato regionale, si è detto “pronto a trovare”. 

Il ministro della Difesa italiano Mario Mauro ha fatto invece sapere di aver accolto con favore la “pausa di riflessione” che Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia si sono presi per un eventuale intervento armato.  “Gli interventi finalizzati a ottenere la pace - ha detto il ministro Mauro - sono la strada maestra, perché attraverso il tempo di contenimento dei conflitti la pace venga raggiunta. Quando possono scatenare rimedi peggiori del male, vanno compresi e quindi impediti. Il caso Siria a quale delle due categorie appartiene? Credo che la pausa di riflessione che i parlamenti britannico, quello francese e il congresso americano si sono presi voglia definire esattamente questo”.

Interviene anche il ministro degli Esteri Emma Bonino La decisione di Obama di sentire il parere del Congresso sulla possibilita’ di un intervento militare in Siria - dice - è "il trionfo della democrazia". A chi domdanda sulla possibilità di aderire alla giornata di digiuno per la Siria proposta dal Papa per il 7 settembre risponde: "E' probabile". Il ministro ha spiegato che con i radicali "si sta valutando la possibilità di fare tre giorni di digiuno nei giorni di venerdì, sabato e domenica" a sostegno di una soluzione politica in Siria.

ASSAD A LE FIGARO -  La Francia diventerà un “nemico” della Siria se prenderà parte all’intervento militare. Lo ha affermato il presidente siriano, Bashar al Assad in un’intervista a Le Figaro. “Nella misura in cui la politica francese è ostile al popolo siriano, questo stato sarà allora un nemico” ha detto Assad.

“Ci saranno delle ripercussioni, negative ben inteso, sugli interessi della Francia” ha detto Assad. “Chiunque - ha aggiunto - contribuisce a rafforzare finanziariamente e militarmente dei terroristi è nemico del popolo siriano. Chiunque operi contro gli interessi della Siria e dei suoi cittadini è un nemico”. “Il popolo francese non è un nostro nemico - ha proseguito il presidente siriano - ma la politica del suo stato è ostile al popolo siriano”. “Questa ostilità finirà quanto lo stato francese cambierà politica” ha concluso Assad.

ASSAD: QUI POLVERIERA - “Il Medio Oriente è una polveriera a cui si sta avvicinando del fuoco”. Lo ha affermato il presidete sirianno. “Tutto il mondo - si legge - perderà il controllo della situazione perché la polveriera esploderà. Il caos e l’estremismo si espanderanno. Il rischio di una guerra regionale esiste”.

ASSAD: OBAMA E HOLLNDE INCAPACI DI FORNIRE PROVE  - Obama e Hollande “sono stati incapaci di fornire le prove alle loro nazioni” di un attacco chimico da parte dell’esercito siriano. Ha attaccato Bashar al Assad in un’intervista a Le Figaro in cui si chiede “dove è la logica” del fatto che la Siria debba usare le armi di distruzione di massa “nella sua stessa area” ferendo anche dei suoi soldati.