Washington (Usa), 12 settembre 2013 - La Siria ha assicurato che consegnerà le armi chimiche in proprio possesso, lo ha riferito il Assad durante un'intervista lla tv russa Rossia 24. Il presidente siriano ha poi spiegato nel corso dell'intervista, che non le consegnerà se Washington non smetterà di minacciare un attacco contro il territorio del Paese mediorientale". La Siria, ha sottolineato Assad, "sta mettendo le proprie armi chimiche sotto il controllo internazionale grazie alla Russia. La minaccia degli Stati Uniti non ha avuto peso nella nostra decisione". Inoltre Assad ha dichiarato che "non è da escludere che i ribelli siriani usino armi chimiche contro Israele come provocazione".

INCONTRO A GINEVRA - Kerry, da Ginevra dove si è recato per incontrare il ministro russo Lavrov ha precisato che "le parole non bastano". "Ci sono aspettative molto elevate per un accordo che potrebbe salvare vite umane. Ma la Russia e la Siria devono mantenere le promesse", ha proseguito. "Se l'accordo sulla Siria fallisce l'uso della forza potrebbe essere necessario". "Usa e Russia sono d'accordo sul fatto che nessuno dovrà mai più usare le armi chimiche", ha affermato Kerry dopo l'incontro con il ministro russo. E poi ha ammesso: "Una soluzione politica sarebbe meglio di una soluzione militare". Kerry ha inoltre ribadito che "le aspettative degli Stati Uniti sono alte" e che ci sono buone speranze sul dialogo con la Russia. Anche Lavrov dal  canto suo ha detto che la Russia "è determinata a cercare con compromesso per risolvere sull’arsenale siriano di armi chimiche".

LETTERA ALL'ONU - Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, ha ricevuto una lettera dal governo della Siria che dichiara formalmente l’intenzione del Paese mediorientale di aderire alla Convenzione sulle armi chimiche, accordo internazionale che ne vieta la produzione e l’uso. Il portavoce del Palazzo di Vetro ha poi precisato che l’invio della lettera da parte del governo di Assad è il primo passo della procedura per un’eventuale adesione della Siria alla Convenzione.

DAMASCO PRONTA - Damasco è pronta ad agire senza ritardi se si trova un accordo sulla materia dell’iniziativa russa sul controllo delle armi chimiche siriane: lo ha dichiarato a Radio Eco di Mosca l’ambasciatore siriano a Mosca, Riyad Haddad. ‘’Abbiamo accettato l’iniziativa russa nella sua totalità. E’ una iniziativa eccellente, ma è necessario intendersi su più dettagli’’, ha tuttavia aggiunto.

PUTIN - Intanto, il presidente russo Vladimir Putin, ha avvertito che un’azione militare unilaterale degli Stati Uniti scatenerebbe il caos. Con un appello in modo diretto all’opinione pubblica e ai politici americani, il leader del Cremlino ha affermato che se davvero gli Usa attaccassero Damasco senza il mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, questo distruggerebbe la credibilità dell’organismo multilaterale e “potrebbe mandare all’aria l’intero sistema di diritto e l’ordine internazionale”.

COMBATTIMENTI - Sul terreno, invece, si continua a combattere. A Maalula, il minuscolo centro simbolo della cristianità in Siria, le truppe lealiste in queste ore danno ancora la caccia ai gruppuscoli di ribelli che domenica avevano conquistato il villaggio. L’opposizione intanto denuncia un nuovo attacco “con gas velenoso”, di cui non é chiara la natura: anche stavolta nel mirino sarebbe finita la periferia di Damasco.

GLI ISPETTORI - Il rapporto degli ispettori delle Nazioni Unite sull’uso delle armi chimiche in Siria sarà reso pubblico “probabilmente lunedì”, ha dichiarato il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius. “Dirà che c’è stato un massacro con armi chimiche...E avrà certamente indicazioni” sull’origine di questo massacro, commesso il 21 agosto alla periferia di Damasco e che ha causato centinaia di vittime, ha aggiunto il titolare del Quai d’Orsay. “Dal momento che solo il regime aveva solo gli arsenali, i vettori e l’interesse a farlo, si possono tirare le conclusioni”, ha dichiarato Fabius, convinto che non ci siano dubbi sulla responsabilità del regime di Bashar al Assad.