Mosca, 23 settembre 2013 - Nadezhda Tolokonnikova, leader del gruppo punk russo Pussy Riot in carcere, ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro le dure condizioni di lavoro e le minacce di morte ricevute.

In una lettera pubblicata sul blog della band la donna ha fatto sapere che i detenuti sono costretti a lavorare fino a 17 ore al giorno in una fabbrica che produce uniformi per la polizia. Inoltre, Tolokonnikova sostiene di essere stata minacciata il mese scorso dal vice direttore del carcere, il quale le avrebbe detto: “Le cose non si metteranno mai male per te, perché non c’è niente di cattivo nell’altro mondo”.

Tolokonnikova sta scontando la condanna a due anni per teppismo. Lei e altre due componenti delle Pussy Riot erano state arrestate nel 2012 a seguito di una breve performance non autorizzata contro Putin nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca.