Roma 22 ottobre 2013 - "Appare quanto mai urgente predisporre efficaci strumenti di protezione dei dati personali e dei sistemi utilizzati per finalità di polizia e giustizia, anche nella consapevolezza dell’obiettivo europeo di rinforzare gli strumenti di cooperazione e scambio di dati". Lo scrive il garante per la privacy, Antonello Soro, in una lettera al premier Enrico Letta in seguito agli ultimi sviluppi dello scandalo 'Datagate' rivelato da Edward Snowden.

"Sono di queste ore le nuove rivelazioni che riguardano circa 70 milioni di dati di cittadini francesi intercettati - scrive Soro nella lettera -. Non soltanto gli apparati di sicurezza, ma anche quelli di investigazione e giudiziari tendono sempre di piu’ ad avvalersi di tutte le opportunita’ informative offerte dalle tecnologie per perseguire un controllo generalizzato, pervasivo e spesso preventivo, non sempre giustificate da effettive finalita’ di sicurezza o prevenzione".

"Il problema delle attività di spionaggio della NSA rende indispensabile che il Governo accerti - aggiunge il garante della Privacy -, con tutti gli strumenti utili, se la raccolta, l’utilizzo e la conservazione di informazioni relative alle comunicazioni telefoniche e telematiche abbia coinvolto anche i cittadini italiani. Si tratta di una indispensabile operazione di trasparenza in quanto tali condotte, se confermate, avrebbero primariamente violato i principi fondamentali in materia di riservatezza dei cittadini e reso evidenti le debolezze connesse alla sicurezza delle reti e dei sistemi informatici rilevanti sul piano nazionale".

"Colgo l’occasione per ribadire che non è stata ancora adottata la normativa di attuazione dei principi del Codice in materia di protezione dei dati personali relativamente ai trattamenti effettuati per fini di giustizia, polizia o sicurezza nazionale - aggiunge il garante -. Mi preme sottolineare con forza che la persistenza delle descritte lacune normative in settori così delicati, a dieci anni dalla entrata in vigore del Codice, rischia di vanificare le finalità perseguite e di indebolire il diritto alla protezione dei dati personali dei cittadini trattati da autorita’ statuali nell’esercizio delle più penetranti potestà pubbliche, minando la stessa fiducia dei cittadini nelle istituzioni".

GRASSO - E sull'argomento è intervenuto anche il presidente del Senato, Pietro Grasso. "Per quanto riguarda l’Italia, non c’è alcuna novità. Sul nostro territorio abbiamo una legge che va rispettata e che continueremo a far rispettare”, dice Grasso che, in settimana incontrerà a Washington sia i vertici dell’Fbi sia il vicepresidente Biden.

STUCCHI (COPASIR): IL GOVERNO FARA' CHIAREZZA - "Noi faremo pressione sul nostro governo perché ci aiuti a fare chiarezza su quello che è successo", afferma, dal canto suo, Giacomo Stucchi, presidente del Copasir. "Per ora - premette Stucchi - non possiamo esprimere un giudizio: senza voler negare nulla sulla delicatezza e l’importanza della situazione che stiamo vivendo, non si può nemmeno gridare ‘al lupo al lupo’ se il lupo non c’è. E’ opportuno che noi si sia messi nelle condizioni, come Copasir, di poter capire tutto quello che è avvenuto. Ed è quello che chiederemo a Minniti domani".

Per Stucchi "non c’è certezza" che le intercettazioni "a strascico", fatte usando il programma Prism, abbiano riguardato anche i cittadini italiani. "E’ una cosa non ancora acclarata, che non può essere venduta per certa pur non potendo escludere che sia accaduto. Chiedere informazioni è uno dei compiti prioritari del nostro Comitato: sul fronte della raccolta dei dati, abbiamo verificato che con i nostri servizi non ci sono problemi ma vogliamo capire quello che hanno fatto le inteligence straniere e deve essere il nostro governo, interlocutore naturale degli altri governi, a dircelo".

Quando si parla di "oltre 70 milioni di dati - ha ricordato Stucchi - vuol dire che hanno acquisito oltre 70 milioni di metadati su cui poter lavorare". E i metadati "sono, ad esempio, tutto ciò che riguarda l’identificativo del chiamante e del chiamato e la durata della comunicazione telefonica, o nell’email l’indirizzo di chi spedisce e di chi riceve e l’orario, non c’entrano assolutamente i contenuti che anche negli Usa sono disciplinati e tutelati in modo più stringente". Una raccolta dati di queste dimensioni, in ogni caso, "non è un modo di porsi nei confronti di un Paese alleato e vicino se, come è stato acclarato più volte e confermato anche durante la nostra recente missione negli Usa, il nostro governo non era a conoscenza dell’esistenza del programma Prism".

"In tutti gli incontri abbiamo avuto la conferma che il Governo non sapeva del programma Prism - conclude Stucchi -. Quindi dire che i nostri servizi sapevano, quando non lo sapeva nemmeno il Governo non è corretto".

D'ALEMA: MAI PERMESSO A USA DI SPIARCI - "L’Italia non ha mai concesso agli Usa di intercettare cittadini italiani", ha affermato poi l’ex premier ed ex presidente Copasir Massimo D’Alema, rimarcando la necessità di un chiarimento. Una situazione da verificare e da chiarire anche in Italia, così come sta facendo la Francia, quella delle telefonate dei cittadini francesi intercettate dalla Nsa, che sta creando tra gli Stati uniti e il Paese d’Oltralpe una serie di tensioni. "Non abbiamo mai concesso agli Stati Uniti - spiega D’Alema a margine di un intervento elettorale a Trento per le elezioni provinciali del 27 ottobre - di intercettare le telefonate dei cittadini italiani. Siamo un Paese sovrano e da noi per esempio non possono essere effettuate intercettazioni dei cittadini italiani senza l’autorizzazione della magistratura. E’ previsto anche per i servizi segreti che ci sia un magistrato che controlla e autorizza, nei casi in cui ci siano le motivazioni per autorizzare".

SPAGNA - Intanto dopo Francia e Germania, anche la Spagna potrebbe essere stata vittima delle intercettazioni illegali della Nsa statunitense: è quanto pubblica il quotidiano spagnolo El Paìs, citando fonti del Cni, i servizi segreti di Madrid. Tuttavia nessun politico spagnolo sarebbe stato spiato come accaduto invece ai presidenti messicano, Felipe Calderon, o brasiliano, Dilma Rousseff. Secondo le rivelazioni del quotidiano francese Le Monde le intercettazioni riguardano nella maggior parte dei casi solo i dati associati a una chiamata telefonica: la registrazione del contenuto avviene solo per alcuni numeri prestabiliti o nel caso di utilizzo di alcune parole chiave.

La legge spagnola, una delle più garantiste al mondo, protegge i dati associati alla chiamata - numero e identità degli utenti, durata o luogo di origine e destinazione - quanto il contenuto della chiamata stessa: gli operatori sono peraltro obbligati alla conservazione dei dati, ma possono cederne l’utilizzo solo a polizia o altre forze di sicurezza nell’esercizio della funzione di polizia giudiziaria; gli stessi servizi segreti hanno bisogno dell’autorizzazione di un giudice per poterne fare uso.

Tra Nsa e Cni esiste un accordo di mutua cooperazione, e si scambiano dati nell’ambito delle indagini sul terrorismo o in altri ambiti di interesse comune; non esiste tuttavia alcuna condivisione delle rispettive fonti o dei metodi utilizzati per ottenere le informazioni.

KERRY DA FABIUS PER SPIEGAZIONI: INACCETTABILE - "Le pratiche di spionaggio" condotte dalla National Security Agency americana nei confronti della Francia "sono inaccettabili tra partner, e debbono cessare": così, in un comunicato ufficiale, è stata resa di pubblico dominio la posizione assunta dal ministro degli Esteri di Parigi, Laurent Fabius, durante la breve prima colazione di lavoro avuta di buon mattino con il segretario di Stato Usa, John Kerry. Fonti dello stesso dicastero hanno aggiunto che Fabius ha ribadito all’interlocutore "la nostra richiesta di spiegazioni": quelle stesse che il presidente François Hollande aveva sollecitato ieri al telefono con Barack Obama, a seguito delle indiscrezioni pubblicate dal quotidiano Le Monde, secondo cui solo fra il 10 dicembre 2012 e l’8 gennaio 2013 sarebbero state intercettate dalla Nsa più di settanta milioni di telefonate intercorse in territorio francese.

L’impressione è comunque che si punti a non esasperare ulteriormente il clima. "Spetta al ministro Fabius decidere quale linea adottare, ma non credo che ci sia alcun bisogno di inasprire la situazione", ha risposto la portavoce del governo Najat Vallaud-Belkacem quando, intervistata dall’emittente televisiva France 2, le è stato chiesto se fosse al vaglio una qualche forma di rappresaglia. "Tra partner, e tra alleati, si deve avere un rapporto rispettoso", ha proseguito. "La nostra fiducia in ciò è stata colpita, ma dopo tuto quella che intratteniamo con gli Stati Uniti è una relazione molto stretta, e particolare", ha concluso Vallaud-Belkacem.

NSA SPIAVA ANCHE DIPLOMATICI FRANCESI A WASHINGTON - Seconda puntata delle ricadute francesi dell’Nsagate. Gli 007 Usa ha intercettato anche i diplomatici francesi alla rappresentanza Onu di New York e all’ambasciata a Washington: lo riferisce Le Monde, che ha pubblicato gli ultimi documenti segreti diffusi da Edward Snowden, la ‘talpa’ della Cia. Pubblicazione avvenuta alle 11,15, poco dopo la conclusione dell’incontro - in teoria riappacificatore - al Quai d’Orsay tra il segretario di Stato John Kerry e l’omologo francese, Laurent Fabius, seguito alla telefonata notturna tra Barack Obama e Francoise Hollande.

Il rapporto è del 10 settembre 2010 e si tratta di un documento "top secret" di dieci pagine, una sorta di manuale destinato agli agenti della National Security Agency, con l’obiettivo principale di spiegare ai tecnici i codici e gli acronimi utilizzati dalla Nsa.

Tra le tante cifre e sigle, c’è la prova dell’esistenza del programma ‘Genie’, uno dei più in voga nella Nsa, dedicato all’intercettazione a distanza. Tra le note, si cita la sorveglianza dell’ambasciata francese a Washington, con il nome in codice ‘Wabash’, la rappresentanza di Francia all’Onu, ‘Blackfoot’. Il documento precisa le tecniche utilizzate: ‘Highlands’ per l’hackeraggio dei pc, ‘Vagrant’ per la cattura di informazioni a partire dagli schermi, ‘Pbx’ per partecipare a discussioni della diplomazia francese come se fossero conferenze telefoniche.

Le Monde rivela anche che secondo il bilancio Usa del 2011, il governo americano ha destinato 652 milioni di dollari (477 milioni di euro) per i progetti di "impianti di spionaggio". Lo stesso anno sono stati aggiunti "decine di milioni di computer" per estendere il programma ‘Turbina’ dell’Nsa: il servizio di punta di questo programma è il ‘Tailores Access Operation’ che consiste nello sviluppare operazioni per l’accesso mirato ai dispositivi da intercettare. Secondo il Washington post, il programma Genie, di cui si trova traccia nei documenti rilasciati, avrebbe il controllo a distanza, entro la fine del 2013, di 85.000 impianti di spionaggio nei computer di tutto il mondo.

Un altro documento, datato agosto 2010, precisa che le informazioni riservate provenienti dalle ambasciate straniere, e in particolare da quella francese, hanno svolto un ruolo importante per la votazione del 9 giugno 2010, una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite che impone nuove sanzioni contro l’Iran per il mancato rispetto degli obblighi sul suo programma nucleare.

Il giornale d'Oltralpe spiega che forse la Francia ha influito sulla votazione quando il 18 maggio 2010 ha annunciato il suo pieno sostegno all’ex presidente brasiliano Lula per il suo impegno a favore di un accordo con l’Iran. Ma queste dichiarazioni, spiega Le Monde, sarebbero state motivate da considerazioni commerciali franco-brasiliane riguardo alla vendita di aerei da caccia Rafale e la Francia stessa ha votato per la risoluzione contro il programma nucleare iraniano.

MESSICO, CALDERON: UN INSULTO AL PAESE - L’ex presidente del Messico Felipe Calderon ha dichiarato che le attività di spionaggio degli Stati Uniti che sarebbero state effettuate sulla sua posta elettronica mentre era ancora in carica sono un affronto alle istituzioni messicane, che dovrebbe essere affrontate dalle attuali autorità del Paese. "Questo è un insulto alle istituzioni del Paese, più che a una persona, dato che è stato fatto mentre ero presidente della Repubblica" ha scritto ieri Calderon in un tweet. In un altro tweet Calderon ha dichiarato che seguirà con attenzione gli sforzi del Dipartimento delle Relazioni Estere per avere una spiegazione dagli Stati Uniti. Il giornale tedesco Der Spiegel aveva scritto domenica che documenti forniti dalla talpa Edward Snowden indicano che gli Usa hanno avuto accesso al sistema di mail di Calderon quando era in carica. L’ambasciata degli Stati Uniti in Messico ha dichiarato in un comunicato via mail che non avrebbe commentato le accuse di spionaggo.