Roma, 26 ottobre 2013 - Il cellulare di Angela Merkel spiato dalla National security agency statunitense (Nsa) è stato spiato dal 2002, quando ancora non ricopriva l'incarico di cancelliere della Germania. È lo scopp pubblicato oggi sul sito del settimanale tedesco Der Spiegel, citando come fonte l'estratto di alcuni documenti dei servizi segreti Usa, del quale è entrato in possesso. Dalle stesse carte, emerge che dalla loro ambasciata a Berlino gli Usa avrebbero spiato l'intero quartiere governativo tedesco e che l'ordine di controllare Merkel (dicutura in atti 'GE Chancellor Merkel') fosse ancora valido poche settimane prima che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si recasse in visita a Berlino a giugno scorso.

PARTICOLARI AUTENTICI -  Stando al settimanale tedesco, la cancelliera sarebbe stata indicata come obiettivo dalla sezione competente per l'Europa, la S2C32 European States Branch, e i controlli sarebbero stati realizzati da un'unità nota come Special Collection Services (Scs), "uno degli 80 centri spia Nsa-Cia nel mondo, uno dei quali anche  a Roma", scrive ancora Der Spiegel citando le informazioni ricevute dalla talpa Eric Snowden.

LE SCUSE DI OBAMA -  Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama non sapeva che la cancelliera Angel Merkel era intercettata dai servizi Usa, altrimenti avrebbe chiesto di interrompere immediatamente le operazioni. Secondo Der Spiegel online, lo ha detto lo stesso Obama alla Merkel, quando si sono parlati per telefono nei giorni scorsi. Sempre secondo il settimanale, in recenti contatti tra Usa e Germania l'Amministrazione Usa non ha negato che la cancelliera sia stata intercettata in passato. Ha semplicemente escluso azioni presenti e future.

FIBRILLAZIONI DEMOCRATICHE - Lo scoop dello Spiegel, che pure non aggiunge novità sostanziali rispetto a quanto ormai compreso dai partner occidentali degli Stati Uniti, certo rinfocola le polemiche atlantiche e precipita nell'incubo l'amministrazione Obama per lo stillicidio informazioni negative che nessuno sa quando potrà finire. Il rischio per l'immagine già devastata degli Stati Uniti è insomma immenso e una finissima politica come Hillary Clinton, capita l'antifona, decide immediatamemnte di 'smarcarsi' dal suo ex capo cui si prefigge di succedere. E' un segnale anche questo del caos che regna a Washington.

SOSTIENE HILLARY - ''Non s'è ancora fatta piena chiarezza su cosa è accaduto. Alle accuse e ai
sospetti dei nostri alleati non abbiamo risposto in modo adeguato, fornendo i dettagli necessari''.
Hillary Clinton, durante una conferenza alla Colgate University, si disallinea con evidenza dalla condotta scelta dalla Casa Bianca in questi giorni per far fronte al mare di proteste giunte dai paesi Ue, tradizionali alleati che si sono scoperti spiati dallo Zio Sam. Ovviamente l'ex first lady ed ex segretario di Stato, ora candidata in pectore per la prossima campagna presidenziale, non cita mai il nome di Barack Obama (cui invece offre esplicito appoggio nella vicenda Shutdown), ma critica duramente il modo con cui la Casa Bianca ha trattato lo scandalo che, dal caso Snowden in poi, sta travolgendo ormai da mesi la National Security Agency.

'INFORMAZIONI SENZA CONTESTO' - L'ex segretario di Stato sottolinea in particolare i ritardi nell'affrontare il Datagate (con annesso spionaggio dei Paesi alleati) che sta mettendo in crisi l'amministrazione di cui faceva parte, appena pochi mesi fa. ''Tutti oggi dicono: 'Ok, ora dobbiamo essere sicuri che non siamo andati troppo oltre, che non abbiamo esagerato'. Si tratta di un dibattito che dobbiamo affrontare a sangue freddo, in un'atmosfera molto calma. Tuttavia, ancora non abbiamo iniziato questa fase''. Hillary, nel suo intervento, esorta gli alleati degli Stati Uniti a fidarsi dall'intelligence americana e dei suoi apparati di sicurezza che spesso hanno lavorato con loro come ottimi partner. Tuttavia - sottolinea come a fronte di preoccupazioni concrete (tra tutte, la denuncia durissima della cancelliera tedesca Angela Merkel che ha accusato la Nsa di controllarle il telefonino) - gli Stati Uniti non hanno fornito una spiegazione sufficientemente dettagliata. ''La Nsa non ha fornito il quadro completo a chi ha espresso le sue preoccupazioni per la tutela della privacy. Sono trapelate poche informazioni, a spizzichi e bocconi, ma è mancato il contesto completo, non c'è stata una spiegazione chiara e completa dei fatti'', ha detto la futura candidata democratica.

MISSIONE IN PARTENZA - Intanto l'Europa, all'indomani del vertice Ue in cui ha tenuto banco lo scandalo del 'Datagate' tra l'indignazione dei 28 leader europei - o forse 27 visto il solito teatrino inglese - mantiene alta la pressione sugli Usa. Si prepara infatti una settimana cruciale per i rapporti transatlantici e il futuro della cooperazione antiterroristica tra le capitali europee e Washington.

'NEGOZIARE CODICE' - Lunedì partirà la missione d'inchiesta dell'Europarlamento nella capitale americana, e sempre nei prossimi giorni vi andrà anche una delegazione di alti responsabili dei servizi segreti tedeschi. Come emerso dal vertice Ue, l'obiettivo è che i 28 paesi Ue arrivino a negoziare un 'codice di buona condotta' con gli Usa su intelligence e protezione dei dati personali. E' questo in particolare l'obiettivo della Germania che, dopo lo 'smacco' subito dalla Merkel spiata al telefono dagli americani per almeno 11 anni, vorrebbe un'intesa che le permettesse di essere almeno sullo stesso piano dei 'Five Eyes'.

SIGLA AMICA - 'Cinque occhi' e' infatti stato ribattezzato il patto di 'non spionaggio' tra 'amici' e allo stesso tempo di condivisione delle informazioni, stretto dopo la Seconda guerra mondiale tra gli Usa e la Gran
Bretagna e a cui si sono poi aggiunti gli altri paesi anglosassoni, ovvero Canada, Australia e Nuova Zelanda. ''Dal momento che non conosco i dettagli di questo accordo, non posso dire se la Germania cerchi una relazione simile'' con gli Usa, ma certo, ha messo in chiaro Merkel dopo la riunione dei 28 facendo riferimento ai 'Five Eyes', ''quel che vogliamo è qualcosa di chiaro che sia ugualmente nello spirito di un'alleanza''. Detto, fatto: nei prossimi giorni i pezzi da novanta dei servizi segreti tedeschi, tra cui - secondo quanto riporta la stampa di Berlino - il numero uno del Bnd Gerhard Schindler, e il capo del
cancellierato responsabile dell'intelligence, Ronald Pofalla, saranno faccia a faccia con i responsabili della Nsa e della Casa Bianca
. Obiettivo, avere spiegazioni convincenti e negoziare un'intesa, forti del mandato inequivocabile della Merkel - spalleggiata dalla Francia, dall'Ue e dall'iniziativa Onu - che ha messo in chiaro che ''lo spionaggio tra amici è inaccettabile''. 

BERLINO E BRASILIA FURIOSI - Per aumentare la pressione, Germania e Brasile, leader del fronte americano anti-Nsa che coinvolge anche il Messico, stanno intanto preparando una risoluzione da far approvare dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in difesa delle libertà individuali, che indirettamente condanni le attività di spionaggio elettronico della National Security Agency americana. Il testo non citerà esplicitamente lo scandalo Nsagate ma chiederà di estendere "la Convenzione Internazionale sui diritti civili e politici", del 1976, alle attività internet. "Diplomatici tedeschi e brasiliani hanno incontrato all’Onu loro omologhi europei e dell’America Latina per discutere di una bozza di risoluzione", ha riferito una fonte diplomatica, aggiungendo che, "l’obiettivo", del testo, "è inviare un messaggio a quanti abusano del sistema".

QUI BERLINO - "Chi spia una cancelliera, spia l'economia e spia anche i privati": per il leader Csu, Horst Seehofer, un rafforzamento della tutela dei dati "deve essere uno dei compiti urgenti della grande coalizione", le cui trattative del comparto sicurezza difesa sono cominciate ieri, con la cancelliera Angela Merkel a Bruxelles. "Siamo d'accordo che così non va, ci devono essere delle conseguenze", ha detto il presidente del gruppo di lavoro, il ministro della Difesa, Thomas de Maiziere (Cdu). Per la Spd, il capo delegazione del comparto è il capogruppo al Bundestag ed ex ministro degli esteri, Frank-Walter Steinmeier. I canali di comunicazione della cancelliera sono "assolutamente sicuri", ha intanto dichiarato oggi un portavoce del governo, precisando che la Merkel utilizza per le telefonate di stato sempre una linea fissa criptata e che, in caso di necessità, dispone anche di un portatile protetto. "Prima di telefonare, sa bene quale canale scegliere", ha sottolineato.

QUI WASHINGTON - Oggi la foto di Edward Snowden, la 'talpa' dello scandalo del Datagate, è a lungo spuntata nel corteo anti-Nsa che sta attraversando le vie di Washington. Tantissimi militanti a difesa della privacy hanno dei cartelli con sui scritto: ''Noi, il popolo, ci opponiamo alla sorveglianza di Stato, grazie Edward Snowden''.

NSA 'IMPALLATA' - E sempre oggi Anonymous si è intestato il black-out che ha colpito il sito on-line della National Security Agency, ma al collettivo di cyber-pirateria ha subito risposto l'agenzia con un comunicato. "Nsa.gov non è stato accessibile per parecchie ore", ha spiegato un portavoce dell’istituzione, "a causa di un errore interno occorso durante un aggiornamento programmato. La questione sarà risolta in serata (ora locale, di primo mattino in Italia; ndr)", ha aggiunto. "Le asserzioni secondo cui il blocco sarebbe stato provocato da un intenzionale attacco informatico non sono veritiere", ha concluso la Nsa. Come se un comune navigatore potesse ancora crederle.

EFFETTO SNOWDEN - Tuttavia, sul fronte dello scandalo, la polemica non si arresta. I danni alla sicurezza nazionale americana causati dalla diffusione di documenti segreti da parte della talpa dell’Nsa Edward Snowden sono i più gravi nella storia degli Usa, secondo la valutazione dell’ex numero due della Cia Michael Morell. "Credo che questa sia la più grave fuga di notizie, la più grave compromissione di informazioni classificate nella storia della comunità di intelligence degli Stati Uniti", ha affermato, in un’intervista alla Cbs News, Morell, che è stato vicedirettore della Cia fino all’agosto scorso e per due volte ne è stato anche numero uno ad interim. In particolare, ha detto, i danni maggiori sono stati creati dalla diffusione dei documenti noti come il 'Black Budget', perché sono come un manuale, rivelano in quali settori dell’ intelligence gli Usa stanno impiegando fondi. "Possono fornire agli avversari un vantaggio. Potrebbero concentrare i loro sforzi di contro-intelligence in quei settori in cui abbiamo maggiore successo", sapendo che "non devono preoccuparsi troppo in quelli dove non stiamo avendo successo", ha detto ancora. Danni pesanti. Ma nulla rispetto a quelli di immagine che l'amministrazione Obama sta pagando.