Roma, 2 novembre 2013 - Sarà un gruppo composto da tecnici della protezione civile, dell’Agenzia spaziale italiana, dei vigili del fuoco, dell’Enav, dell’Enac, di Ispra, del Comando operativo interforze e del Friuli Venezia Giulia (in rappresentanza di tutte le regioni) a monitorare il rientro sulla terra del satellite GOCE (Gravity field and steady state Ocean Circulation Explorer) dell’Agenzia spaziale europea, lanciato il 17 marzo 2009 con l’obiettivo di produrre una mappa gravitazionale, precisa e ad alta risoluzione, del geoide terrestre.

A oggi, la finestra temporale ipotizzata per il rientro va dal 3 al 9 novembre, con una notevole incertezza legata al fatto che il satellite, pur essendo senza carburante, non ha ancora perso il controllo del suo assetto.

Secondo le informazioni fornite da Asi, dal momento in cui questo avverrà, GOCE impiegherà circa tre giorni per rientrare sulla Terra, in modo incontrollato, e solo 24 ore prima della sua caduta l’Agenzia potrà fornire le curve attendibili di un eventuale attraversamento del territorio italiano. Dunque, quando e dove i probabili frammenti del satellite cadranno sulla terra non puo’ ancora essere previsto, anche se si sa che l’area interessata si limiterà sempre di più con il passare del tempo e l’affinamento delle previsioni.


L’Agenzia spaziale europea stima che la maggior parte di GOCE - che pesa circa 1 tonnellata, è lungo 5 metri e non contiene materiale pericoloso - si disintegrerà nell’atmosfera e che solo alcune piccole parti (di cui la più pesante non dovrebbe superare i 95 kg) potrebbero resistere fino all’impatto con la superficie terrestre. L’Agenzia spaziale europea rilascerà periodicamente le previsioni di rientro e manterrà tutti gli Stati membri dell’Ue e le autorità competenti costantemente aggiornate, anche per consentire di informare la popolazione su eventuali pericoli.