Roma, 6 novembre 2013 - Gli studi condotti dagli esperti svizzeri hanno scoperto livelli di polonio almeno 18 volte superiori lla norma nelle costole e nel bacino di Yasser Arafat, nonché nel terreno che ha accolto i suoi resti. E' quanto riporta oggi la rete televisiva Al Jazeera, precisando che secondo gli studiosi svizzeri questi dati sono compatibili con la teoria del presunto avvelenamento del leader palestinese, morto nel 2004 in un ospedale militare francese.

LA RIESUMAZIONE - Arafat morì in Francia l'11 novembre del 2004, a 75 anni, per cause che i medici non riuscirono a chiarire. All'epoca non venne condotta alcuna autopsia. I resti del leader palestinese vennero riesumati lo scorso novembre per consentire i prelievi necessari alle analisi condotte da tre squadre di inquirenti, svizzeri, francesi e russi.

'LIVELLI ALTI' - L'indagine condotta dagli esperti svizzeri ha portato alla scoperta di livelli "inaspettamente alti" di polonio 210 nei frammenti di tessuto e ossei di Arafat. David Barclay, un medico legale che ha studiato la relazione svizzera, ha sottolineato come le analisi abbiamo evidenziato livelli di polonio almeno 18 volte superiori alla norma nelle costole e nel bacino di Arafat, nonchénel terreno che ha assorbito i fluidi del suo corpo. Barclay ha definito le conclusioni del rapporto una "prova evidente".

LAVORO SCIENTIFICO - Nelle 108 pagine di rapporto, pubblicato integralmente da al Jazeera sul proprio sito web, gli esperti svizzeri hanno precisato che al momento della riesumazione, nel mausoleo di Ramallah, il corpo di Arafat era ormai "quasi uno scheletro", con le ossa macchiate di marrone scuro, pur non mancando alcuni frammenti di tessuto, dalla cavità addominale, e alcuni capelli.

ANALISI E PRUDENZA - Pur tenendo in considerazione gli otto anni trascorsi dalla morte di Arafat e la qualità dei campioni prelevati, nel rapporto svizzero si afferma che i risultati emersi dalle analisi "avvalorano moderatamente l'asserzione che la morte sia stata la conseguenza di avvelenamento da polonio 210".

LA REAZIONE DI SUHA - "Stiamo rivelando un vero crimine, un assassinio politico", ha detto la vedova di Arafat, Suha, da Parigi. Già a metà ottobre gli esperti avevano anticipati che tracce del potente veleno erano state rilevate su diversi oggetti e capi d'abbigliamento di Arafat. "Questi risultati - aggiunge la vedova - confermano i nostri dubbi. E' scientificamente provato che la morte di Arafat non fu dovuta a cause
naturali e abbiamo le prove scientifiche che fu ucciso". Suha Arafat ha chiesto che la commissione palestinese che è occupata delle indagini sulla morte di Arafat provi ora a capire "chi è la persona che realmente lo ha fatto".

ISRAELE - Il governo israeliano, dal canto suo, ha definito una "telenovela" l’inchiesta realizzata da tre Paesi sulle cause della morte di Yasser Arafat e giunta ora alla conclusione che il leader palestinese è morto per avvelenamento da polonio. "Non ha niente a che vedere con Israele, nè ha la minima credibilità. Quest’altro episodio dell’interminabile telenovela tra Suha Arafat e l’Autorità nazionale palestinese", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Igal Palmor.

Secondo Palmor "la base scientifica dell’indagine è piena di falle" perché non ha tenuto conto dei luoghi in cui è stato Arafat prima di morire nè si sono interrogati i medici che assisterono il leader palestinese all’ospedale di Parigi. Il portavoce ha inoltre notato che di recente il laboratorio russo che conduceva il terzo filone dell’indagine aveva annunciato l’assenza di tracce di sostanze radioattive, per poi cambiare idea. "La teoria dell’avvelenamento ha più lacune che sostanza", ha concluso.