Deborah Bonetti

LONDRA, 24 novembre 2013 - REVERENDO Sally Hitchiner, com’è la vita da donna-prete?
«Non è facile, come quella di qualsiasi donna in un sistema prettamente patriarcale. Ma la chiesa anglicana sta facendo passi da gigante e oggi circa il 50% dei nuovi preti è di sesso femminile. Queste nuove leve tendono però a essere donne di mezz’età, che magari hanno sempre sognato di fare questo lavoro oppure si trovano sole con i figli all’università e vogliono fare qualcosa nelle loro comunità. Ma ci sono anche giovani donne come me che stanno prendendo la tonaca e ce ne saranno sempre di più».

Ha mai vissuto esperienze ostili da parte di fedeli che non la accettavano?
«Esperienze ostili direi di no, ma diffidenza spesso. Anche se per fortuna, negli ultimi 20 anni (da quando la chiesa anglicana ha deciso di ordinare preti donne, ndr), la situazione si è andata normalizzando e la maggioranza di fedeli adesso può dire di aver conosciuto, o almeno visto, una donna prete all’opera. Forse l’esperienza meno felice, che però mi ha fatto anche sorridere, è stata quando uno studente si è rifiutato di avere a che fare con me dicendomi che una donna prete ‘porta sfortuna’. Ho rispettato la sua volontà, ma ci ho parlato un po’ e la situazione è finita su una nota positiva. Gli ho detto: ‘Se non ti metti a studiare per gli esami finali allora sì che ti porterò sfortuna’».

Che differenza ci sarebbe tra donne e uomini vescovi?
«Una donna parlerebbe un linguaggio comune alle fedeli femmine, soprattutto su questioni come la maternità, i problemi con l’altro sesso, l’immagine del proprio corpo, insomma, questioni che una donna capirebbe istintivamente meglio. Per il resto credo che tra donne e uomini vescovi non ci sia differenza, ambedue possono guidare bene i fedeli. Ci vuole visione, fede, compassione e in questo i due sessi non hanno differenze».

Tra vescovi donne e uomini, chi sarebbe meglio?
«Ambedue devono essere presenti per riflettere meglio la nostra società. Sia gli uomini che le donne sono stati creati a immagine di Dio. E poi, la chiesa accoglie e celebra persone di entrambi i sessi, quindi perché dovrebbe essere guidata solo da uomini? Nel 1992, le donne prete sono state accettate dopo lunghe decisioni teologiche, quindi sappiamo già che sono riconosciute allo stesso livello degli uomini. Ora si tratta di fare un passo in più e accettare il vescovato; cosa di principio promossa questa settimana».

Cosa pensa delle avances della chiesa cattolica, soprattutto sotto papa Ratzinger, ai tradizionalisti, che delle ‘vescove’ non ne vogliono sentir parlare?
«La chiesa cattolica è la stessa da duemila anni e questa è la sua forza. Noi siamo una chiesa diversa, molto più tollerante, sempre in divenire. Voi adesso avete la fortuna di avere un Papa semplicemente incredibile. Francesco sta avendo un successo globale e io lo ammiro molto. Lui e il nostro arcivescovo di Canterbury (Justin Welby, con cui la Hitchiner ha lavorato per due anni, ndr) hanno optato per uno stile molto simile, riconoscendo la domanda dei fedeli per una cristianità più semplice e più diretta, scevra dalle complessità politiche e i segreti di Palazzo. Ambedue si avvicinano molto di più all’essenza di Cristo, alla carità, alla compassione».

Lei è stata molto criticata per aver deciso di posare in abiti firmati Prada per il Times, per essere comparsa in tv truccata e con accessori ingioiellati e per avere un profilo considerato troppo alto nei media.
«Credo di essere una che ama prendersi dei rischi calcolati. A volte sono sorpresa che ci sia così tanta gente che mi apprezzi. So che a molti do fastidio perché parlo chiaro e mi vesto come una donna della mia età e non come una di 80 anni. Non mi sembrano grandi peccati, però mi rendo conto che potrebbero essere ostacoli a un futuro vescovato. Ma sono fortunata in quanto sono cappellana di un’università (Brunel, Londra, ndr) che mi dà pieno supporto. Tutti i giorni ho a che fare con studenti che hanno problemi veri e che vengono da me per cercare una guida, un aiuto, e vedo la differenza che fa la fede. Tutto quello che faccio spunta dalla compassione che ho imparato leggendo la Bibbia e seguendo la mia Chiesa».

E la sua vita privata? Non è sposata, non ha figli e non è nemmeno fidanzata. Questo forse la rende ancora più pericolosa e aperta alle critiche?
«Avere una vita privata nel mio caso non è facile. Molti uomini si sentono intimiditi e chiaramente non è semplice uscire con qualcuno sotto gli occhi dei riflettori, anche se la chiesa permette i ‘boyfriend’ e molte donne-prete hanno famiglia e figli. Io posso dire che non farei quello che faccio se avessi figli e per ora sono felice così. In futuro non dico di no a una famiglia, ma non è scritto da nessuna parte che io, come donna, debba lasciare tutto per crescere i bambini. Potrebbe farlo l’uomo, no?»