Pechino, 26 novembre 2013  - Aumenta la tensione tra Cina e Giappone sulla questione delle isole contese Senkaku. Pechino ha convocato l’ambasciatore giapponese per esprimere “forte insoddisfazione e una protesta formale” in merito alla reazione di Tokyo all’annuncio cinese di stabilire una ‘zona di identificazione per la difesa aerea’ nel Mar cinese orientale che, parzialmente si sovrappone allo spazio aereo giapponese intorno all’arcipelago. Lo ha affermato il portavoce del governo cinese Qin Gang .

“Non è ragionevole che Tokyo faccia certe dichiarazioni sulla decisione di Pechino”. Il ministro degli Esteri di Tokyo Fumio Kishida aveva detto che il Paese non avrebbe accettato la mossa cinese definendola un’azione “unilaterale che conduce al rischio di eventi imprevedibili”.

L'AUSTRALIA CONVOCA AMBASCIATORE CINESE - Il Ministero degli Esteri australiano ha convocato l’ambasciatore cinese per protestare contro la zona di identificazione aerea creata da Pechino sul Mar cinese orientale, iniziativa che secondo Canberra “non contribuisce alla stabilità della regione”.

USA PREOCCUPATI  - Gli Stati Uniti si dicono ‘’molto preoccupati’’ per l’aumento della tensione nel mare della Cina orientale, dopo che Pechino ha creato una ‘’zona di identificazione per la difesa aerea’’ nell’aerea che comprende le isole Senkaku/Diaoyu, contese col Giappone.  ‘’Siamo molto preoccupati per gli sviluppi che segnano una escalation nella tensione regionale’’, ha affermato in un comunicato Caitilin Hayden, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca.

LE COMPAGNIE AEREE DI TOKYO RISPETTERANNO L'AREA - Le compagnie aeree giapponesi hanno deciso di rispettare la “zona aerea di identificazione” creata dalla Cina sul Mar cinese orientale, nonostante il parere contrario del governo di Tokyo, per tutelare la sicurezza dei propri passeggeri. Per poter attraversare la zona di identificazione gli aerei dovranno seguire delle regole precise, sotto minaccia di intervento dell’aviazione militare cinese: fornire un preciso piano di volo, precisare la propria nazionalità e mantenere un contato radio costante.

Tokyo aveva già protestato nei giorni scorsi per l’iniziativa assunta da Pechino, che l’ha definita “una normale pratica internazionale” ricordando come il Giappone avesse fatto altrettanto nel 1969: la prima zona di identificazione - più estesa rispetto allo spazio aereo territoriale - venne creata dagli Stati Uniti nel 1950.

A suscitare l’irritazione giapponese è il fatto che la zona di identificazione comprende anche l’arcipelago delle isole Senkaku, di cui Pechino rivendica la sovranità violandone regolarmente lo spazio aereo e navale. La disputa ha provocato - oltre ad incidenti militari senza conseguenze - anche delle gravi ripercussioni economiche negli scambi commerciali e ha portato a un calo del turismo fra i due Paesi.

L’arcipelago delle Senkaku - disabitato e fino a poco fa proprietà di un privato giapponese - si trova nel Mar Cinese Orientale e rimase sotto il controllo giapponese dal 1895 al 1945; dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale ebbe amministrazione statunitense e nel 1972 venne restituito a Tokyo.

Dal 1971 la sovranità viene reclamata anche dalla Cina e da Taiwan: Pechino in particolare ne rivendica la scoperta (con la denominazione di Diaoyu) e l’amministrazione dal XVI secolo al 1895.