Mosca, 29 novembre 2013 - Solo i cittadini italiani al momento possono adottare bambini russi, poiché l’Italia ha in primo luogo con la Russia un accordo bilaterale in merito, poi “non riconosce i matrimoni tra persone dello stesso sesso e, quindi, non c’è bisogno di modificare il trattato esistente”. Lo detto Pavel Astakhov, difensore civico dei diritti del fanciullo presso il Cremlino. Astakhov ha inoltre sottolineato, che l’Italia osserva anche in modo corretto i termini dell’accordo, mentre le autorità russe non intendono dare i bambini in adozione ai cittadini di quei paesi con i quali non esiste un accordo bilaterale. “Non è colpa nostra. Abbiamo una priorità di adozione nazionale”, ha detto il mediatore. Secondo Astakhov, attualmente un accordo bilaterale sull’adozione in Russia è valido solo con l’Italia.

Già si sapeva: la guerra sulle adozioni Russia-Usa e l’approvazione da parte di Francia e Gran Bretagna dei matrimoni gay aveva “fatto diminuire la possibilità per i cittadini di questi Paesi di adottare bambini russi”. Ma Mosca non si era mai espressa così apertamente sul trattato con l’Italia, già più volte portato ad esempio in sede negoziale con altri Paesi. Inizialmente la legge Dima Yakovlev - prende il nome da un orfano russo, morto per un colpo di calore nel 2008 in America, dimenticato dal padre adottivo in auto - sembrava solo una ritorsione contro gli Usa, nel contesto di quella Guerra Fredda tornata in auge alla fine dello scorso anno tra Mosca e Washington. Tuttavia il divieto russo sulle adozioni verso l’America ha preso la forma di un manifesto della nuova era Putin, tornato al Cremlino più conservatore e deciso a presentarsi come un difensore dei valori ortodossi contro un occidente sempre più liberal.