New York, 9 dicembre 2013 - Le spie, solitamente, prendono le sembianze di uomini d’affari, giornalisti, turisti. Da tempo, però, si trasformano anche in gnomi e folletti. Le intelligence statunitense e britannica, infatti, non si limitano a controllare le attività reali di milioni di persone, come l’opinione pubblica mondiale ha scoperto negli ultimi mesi, ma seguono gli individui anche nelle loro vite virtuali: la National Security Agency (Nsa) e il Government Communications Headquarters (Gchq) raccolgono dati di milioni di giocatori, in tutto il mondo, di Second Life e World of Warcraft, secondo le ultime rivelazioni di Edward Snowden, l’ex contractor della Nsa.


Secondo i documenti rivelati da Snowden, le intelligence hanno deciso di entrare nei mondi virtuali per paura che le reti terroristiche e criminali possano usare i giochi online per comunicare segretamente, organizzare attentati e spostare ingenti quantità di denaro. Così, intuendo il pericoloso potenziale dei giochi online, le spie hanno creato personaggi di fantasia per seguire milioni di persone anche nelle loro vite virtuali. Ma la minaccia potrebbe essere stata ingigantita dalle agenzie di intelligence, visto che al momento non sembra che l’ingresso nei mondi virtuali abbia portato dei risultati, secondo il New York Times.

I giochi “sono creati dalle aziende per fare soldi; le identità e le attività dei giocatori sono monitorate” ha spiegato Peter Singer della Brookings Institution, autore di un libro sulla sicurezza e la guerra informatica (‘Cybersecurity and Cyberwar: What Everyone Needs to Know’). “Per i gruppi terroristici che cercano di tenere segrete le comunicazioni, ci sono modi più semplici ed efficaci per farlo”, senza bisogno di creare un avatar.


Le rivelazioni sulla sorveglianza nei mondi virtuali, che sarebbe stata effettuata anche sui giocatori di Microsoft Xbox Live, fanno emergere nuove preoccupazioni sul rispetto della privacy.
Non è chiaro al momento quanti giocatori siano stati controllati e quante informazioni su cittadini americani siano state raccolte, secondo il New York Times. L’azienda che ha creato World of Warcraft, la Blizzard Entertainment, ha dichiarato al quotidiano che le agenzie d’intelligence non hanno ricevuto alcun permesso per spiare i giocatori; molto sono americani, che possono essere controllati solo con il permesso del Foreign Intelligence Surveillance Court, il tribunale segreto istituito dal Foreign Intelligence Surveillance Act.


Secondo i documenti che Snowden ha consegnato al Guardian, che li ha condivisi con New York Times e ProPublica, la Nsa avrebbe cominciato a interessarsi ai giochi online nel 2007, visto il crescente successo dei mondi virtuali; entro la fine del 2008, secondo uno dei documenti, la Gchq avrebbe messo in atto “il primo spiegamento operativo in Second Life”, con il nome in codice “Operation Galician”, aiutando la polizia di Londra a fermare una rete malavitosa che entrava nei mondi virtuali per rubare i dati delle carte di credito. Secondo documenti del 2008 della Nsa, l’agenzia avrebbe identificato utenti potenzialmente pericolosi nei giochi online, ma non esisterebbero prove di un uso criminoso degli avatar. Dal 2009, poi, le agenzie avrebbero cominciato a raccogliere un numero molto alto di informazioni dai giochi online.