Mosca, 19 dicembre 2013 - Mikhail Khodorkovski è di nuovo libero. Il presidente russo ha firmato la grazia per l'oligarca, 50enne, ex uomo più  ricco di Russia, che fu arrestato nel 2003 e condannato a 14 anni di prigione (pena poi ridotta a 11) per frode, evasione fiscale, riciclaggio e appropriazione indebita. I processi furono considerati da molti come una vendetta del Cremlino per le sue ambizioni politiche, e un monito ad altri oligarchi. Khodorkovski avrebbe già lasciato il carcere.

Putin aveva annunciato la firma del decreto per il rilascio ieri, a conclusione della tradizionale conferenza di stampa di fine anno. Lasciando intendere che la richiesta dell’ex patron della compagnia petrolifera Yukos in carcere dal 2003 sarebbe stata accolta presto.

IL LEGALE DELL'EX MAGNATE - Vadim Kliuvgant, avvocato di Khodorkovsky, ha messo tuttavia in dubbio che Khodorkovski abbia firmato personalmente una richiesta di grazia. Ma il Cremlino ha confermato di aver ricevuto il documento firmato dall’ex miliardario.  L’annuncio di Putin su Khodorkovski è stato accolto dalla Borsa di Mosca con un immediato rialzo.Secondo gli esperti, dopo l’indulto sarà difficile per l'ex magnate una riabilitazione legale in patria: per tentare di recuperare pezzi della sua società petrolifera, smembrata e rivenduta all’asta dopo aver dichiarato bancarotta, potrà tentare solo una battaglia nei tribunali internazionali.

PUSSY RIOT -  Non solo Khodorkovski. Nella conferenza di fine anno Putin ha parlato anche di Pussy Riot, Greenpeace, diritti dei gay e Snowden. Le azioni delle Pussy Riot "sono umilianti per la dignità delle donne", ha detto il presidente russo. Le giovani finte in prigione per la celebre preghiera punk anti-Putin nella cattedrale di Cristo il Salvatore "hanno oltrepassato ogni limite" secondo il capo di Stato russo. Putin ha sottolineato che l’amnistia da che dovrebbe permettere la scarcerazione anticipata delle due esponenti della band femminile non viene firmata su suo ordine, ovvero dallo stesso leader del Cremlino, ma viene approvata direttamente dalla Duma, ossia dal Parlamento. L’amnistia per il 20esimo anniversario della Costituzione russa ha raccolto pieno consenso dei deputati, passando ieri all’unanimità.

GAY - Vladimir Putin è poi tornato sulla necessità di "difendere i valori morali tradizionali" in Russia contro certi "pseudo-valori" occidentali e di "difendersi dal comportamento abbastanza aggressivo di certi gruppi sociali che impongono il loro punto di vista ad altre persone ed altri Paesi", in una apparente allusione ai difensori dei diritti gay.

GREENPEACE - "Io vedo sempre di buon occhio chi cerca di difendere la natura, sempre, senza eccezioni", ma con Greenpeace "quanto successo deve servire di lezione". Putin rispondendo a una domanda sugli attivisti Arctic 30 - tra i quali l’italiano Cristian D’Alessandro - e l’amnistia russa votata ieri, che riguarderebbe anche loro, ha spiegato: "Non è stata decisa per loro" ha detto Putin definendo, le azioni di Greenpeace nell’Artico pure 'PR'. "Non capisco il rumore sollevato attorno alla vicenda di Greenpeace", ha detto Putin, specificando che potrebbe essere stata un’azione "provocata", commissionata da chi vuole bloccare le attività di Gazprom nell’Artico. "Noi siamo aperti alla discussione" ha aggiunto, pur definendo "inammissibile" quanto successo nella "zona economica speciale russa nell’Artico" dove la Arctic Sunrise aveva fatto ingresso "senza permesso" e aveva pure interrotto qualsiasi comunicazione.

SNOWDEN - Mai incontrato, "io mi faccio i miei affari, lui i suoi, gli abbiamo solo dato asilo in Russia". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin rispondendo a una domanda sulla Talpa del Datagate accolta in Russia. Putin ha tuttavia sottolineato che questo non significa che per lui Snowden non sia una figura degna di nota. Ed Snowden "mi sembra una persona curiosa" e interessante, "molto giovane".