Roma, 6 gennaio 2014 - Saldare le aree di confine tra Siria e Iraq in un unico emirato modificando la geografia del Medioriente e il destino dei suoi conflitti presenti e futuri. Il delirio di onnnipotenza dei guerriglieri dell'Isil (acronimo di Stato islamico dell'Iraq e del Levante) agita in queste ore le paure più profonde del governo iracheno e dell'opposizione siriana, mentre il governo del laico Bashar al Assad - asserragliato a Damasco - curiosamente respira proprio grazie a questa non dichiarata alleanza con l'ala più oltranzista dei suoi avversari. Non a caso oggi l'artiglieria e l'aviazione di Damasco si sono accanite su obiettivi civili in zone solidali con la rivolta, evitando di colpire postazioni o caserme dell'Isil. 

QUI IRAQ - L'Isil è la formazione più incandescente dell'integralismo combattente nell'area. Si muove nel retroterra 'ideale' di Al Qaeda, ma non ne segue pedissequamente i dettami. In Iraq sta giocando una partita sfrontata: conquistate Ramadi e Fallujah, ha costretto il premier Nouri Al Maliki a far appello agli abitanti e alle tribù di Fallujah perché aiutino a cacciare dalla città i suoi militanti (comunque legati ad Al Qaeda) per evitare uno scontro totale. L'esercito iracheno oggi ha circondato la città, dando la possibilità agli abitanti del maggior centro nella provioncia di Anbar di andarsene prima dell'attacco "per schiacciare i terroristi". Ma anche i terroristi a quanto pare se ne sono andati, sciogliendo l'incubo del governo in quest'area chiave ad appena 60 km da Baghdad. A dare la notizia lo sceicco Ali Al-Hammad, alto responsabile tribale, secondo il quale i combattenti "non ci sono più, sono andati via tutti". A conferma di una tattica spiazzante - concordata con le forze locali? - e proprio per questo doppiamente pericolosa. Tanto più che i dirigenti tribali di Fallujah, roccaforte sunnita, ora non vogliono che l'esercito - controllato dal premier Al Maliki, sciita -  stanotte o domani provi a entrare in città. Gli Stati Uniti naturalmente sostengono il governo Al Maliki e attraverso il Pentagono oggi hanno reso noto che sarà accelerata la consegna di ulteriori 100 missili Hellfire (VEDI VIDEO DELL'ATTACCO AI GUERRIGLIERRI ISIL) e di 10 droni a costo ridotto per la sorveglianza ScanEagle, con autonomia di volo di 24 ore.

QUI SIRIA - In Siria l'Isil ha sospeso temporaneamente le azioni contro il regime per concentrarsi nella guerriglia contro le altre formazioni ribelli, a partire proprio dal fronte Al Nusra che di Al Qaeda in Siria era - sino a ieri - la costola riconosciuta, seppur con un'agenda esclusivamente nazionale e disinteressata ad aggregazioni di area vasta. Risultato: morti a decine tra i ribelli in questa guerra fratricida senza esclusione di colpi. Un centinaio tra miliziani qaedisti e ribelli siriani sono morti nelle ultime 24 ore nel nord della Siria nell'ambito dell'offensiva sferrata dagli insorti contro le postazioni dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isil), affiliata ad al Qaida. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus). Ieri i morti erano stati 137 tra cui 93 miliziani dell'Isis e loro rivali dei gruppi di insorti. Al Nusra, l'Esercito libero siriano e le altre formazioni di ribelli in campo stanno così coalizzandosi per respingere le milizie dell'Isil. Oggi i ribelli 'unitari' hanno cinto d'assedio un gruppo di jihadisti dell'Isil nella roccaforte di Raqa riuscendo a liberare una cinquantina di persone sequestrate dagli estremisti: lo ha reso noto l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani. Tra i liberati non ci sono né Padre Paolo Dall'Oglio, il gesuita romano rapito sei mesi fa in Siria, né giornalisti occidentali.