Kiev, 27 gennaio 2014 - Arseniy Yatsenyuk, leader della più importante formazione dell’opposizione ucraina, ha formalmente rifiutato l’offerta del presidente filo-russo Viktor Yanukovich, sempre più in difficoltà, di essere nominato primo ministro. Allo stesso tempo governo e opposizione hanno concordato di eliminare le controverse norme anti-manifestazioni approvate due settimane fa.

Non solo. Al termine dei colloqui le due parti hanno anche concordato sulla necessità di amnistiare i manifestanti arrestati ma solo a condizione che questi abbandonino gli edifici governati occupati e rimuovano le barricate che da due mesi bloccano le strade.

“Ma le leggi che non hanno ricevuto obiezioni - si legge in una nota pubblicata sul sito web della presidenza e attribuita al ministro della Giustizia, Olena Lukash - saranno approvate ancora una volta dal parlamento”.

Lo fa sapere un comunicato sul sito del presidente. La dichiarazione è arrivata dopo un incontro tra il presidente e i leader dell’opposizione.

 

SULL'ORLO DELLA GUERRA CIVILE - Ucraina sull'orlo della guerra civile. Non si placano infatti le proteste dei manifestanti anti-governativi. Solo dopo un lunghissimo braccio di ferro i dimostranti del movimento radicale ‘Spilna Sprava’ hanno abbandonato la sede del ministero della Giustizia, nel centro di Kiev, che avevano occupato la scorsa notte. Questa mattina il ministro della Giustizia, Olena Lukash, aveva minacciato di imporre lo stato d’emergenza se il dicastero non fosse stato sgomberato.

Nella tarda serata di ieri decine di manifestanti hanno fatto irruzione nel ministero ignorando la manciata di poliziotti all’entrata che, peraltro, non ha opposto alcuna resistenza. Poi, nel giro di brevissimo tempo, altri manifestanti sono accorsi e hanno eretto una barricata all’esterno dell’edificio, alta parecchi metri e fatta di sacchi riempiti di neve e altro materiale di scarto. Le finestre sono state rotte ed è stata distrutta l’insegna esterna. Secondo Lukash, poi, i manifestanti hanno anche spruzzato acqua all’interno, acqua che a causa delle temperature gelate "ha trasformato i pavimenti in una vera e propria pista di ghiaccio".

ARRESTI E FERITI - Intanto 37 manifestanti antigovernativi sono stati arrestati e 18 agenti sono rimasti feriti nello sgombero operato dalla polizia davanti al palazzo dell’amministrazione regionale di Dnipropetrovsk, nell’est russofono del Paese. Lo hanno riferito le forze dell’ordine, che dicono di aver scoperto nei telefonini degli arrestati messaggi con l’offerta di 600-800 grivnie (50-70 euro) per partecipare alla protesta.

APPELLO UE - L’Unione europea, dal canto suo, ha lanciato un appello alle autorità ucraine affinché "adempiano alle promesse e agli annunci" fatti durante il weekend, "nel corso dei negoziati con l’opposizione". "I colloqui devono proseguire", si legge in un comunicato della delegazione dell’Ue a Kiev, che ha anche espresso la sua "preoccupazione per il deterioramento della situazione dei diritti umani".

L'OPPOSIZIONE - L’opposizione ucraina ha annunciato di essere pronta a proseguire il negoziato con il presidente Viktor Yanukovych, sottolineando però che la pazienza dei manifestanti ha dei limiti. In una nota congiunta i principali partiti dell’opposizione di Kiev affermano di essere pronti a riprendere i colloqui, "nonostante un tentativo delle autorità di interrompere i negoziati e dichiarare lo stato di emergenza".

TIMOSHENKO - Ma l'ex premier ucraina Iulia Timoshenko invita dal carcere i leader dell’opposizione a non accettare le condizioni "umilianti" proposte dal governo del presidente Viktor Ianukovich per mettere fine alla grave crisi politica che sta scuotendo il Paese.