Roma, 28 gennaio 2014 - Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri italiani trattenuti in India nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di due pescatori del Kerala, “sono ovviamente provati per la lunga detenzione, non potrebbero non esserlo, ma sono persone straordinarie”. Lo ha detto oggi Pierferdinando Casini, presidente della Commissione Affari esteri del Senato, intervenendo da New Delhi a “Prima di tutto”, su Radio 1.

I due militari “hanno un senso della dignità, dell’orgoglio nazionale, una consapevolezza dei doveri che hanno indossando la divisa”. “Sono davvero militari nel senso più nobile del termine. Ci hanno manifestato la loro soddisfazione per averci incontrato, aspettavano da tempo una delegazione unita che, al di là delle diverse posizione politiche, rappresentasse appieno il senso di una unità nazionale”, ha commentato Casini.

La vicenda che vede coinvolti Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, “non è chiara, ma dobbiamo aspettare che i due ragazzi siano sul territorio nazionale” e “solo allora, potremo aprire il capitolo delle responsabilità”. E’ quanto ha spiegato da Nuova Delhi Pierferdinando Casini.

“Bisognerà capire cosa non ha funzionato, chi è responsabile, perché questa vicenda non doveva andare in questo modo. Lo si farà con una commissione d’inchiesta, lo si farà coi metodi che il parlamento deciderà, ma solo dopo, non prima: non possiamo compromettere il buon esito della vicenda per i due ragazzi”, ha commentato Casini che fa parte della delegazione parlamentare recatasi in India per testimoniare solidarietà ai due marò.

“L’iter giudiziario lo seguono gli avvocati, l’ambasciata, c’è un team dell’avvocatura dello Stato, questi sono aspetti che non ci competono”, ha insistito Casini. “Noi abbiamo incontrato gli ambasciatori di tutti i Paesi europei, ci siamo recati personalmente all’Ambasciata Usa per incontrare l’ambasciatore, al quale abbiamo spiegato una sola cosa: dopo 2 anni, questi ragazzi non hanno una imputazone, non è possibile mettere sullo stesso piano i terroristi e chi li combatte”.

Casini ha ricordato che “Latorre e Girone erano imbarcati per combattere la pirateria”. “Ebbene, se venissero condannati, il risultato sarebbe facile: nessuno avrebbe più la serenità necessaria per andare in missione militare di pace, a combattere il terrorismo e a lavorare per la pace. Non è ammissibile che il nostro Paese partecipi a missioni militari di pace e veda trattati i suoi militari in questo modo”, ha sottolineato.

Secondo Casini, quella che vede coinvolti Latorre e Girone “non è una vicenda bilaterale, Italia e India, è una vicenda che assume un respiro internazionale e che, all’occorrenza, andrà portata all’attenzione delle corti internazionali”. “In questo senso, ci aspettiamo un aiuto maggiore dall’Europa e dagli Usa, ci attendiamo che tutti facciano capire agli indiani che non è appunto una questione Italia-India ma che le regole della comunità internazionale devono aiutare i due marò”, ha aggiunto il presidente della Commissione Esteri del Senato.

“Non possiamo accettare l’idea che i due ragazzi possano in qualche modo pagare colpe non loro, perché erano li in nome e per conto dela comunità internazionale. Se passasse un principio del genere, i pirati sarebbe liberi di scorrazzare a piacimento. E voglio dirlo con forza: i ministri Bonino e Mauro si sono comportati in modo ineccepibile”, ha concluso.

LATORRE AI GIORNALISTI: SCRIVETE LA VERITA' - “Scrivete la verità” perché altrimenti è un male. E’ l’appello lanciato dal fuciliere di Marina, Massimiliano Latorre, parlando con i cronisti all’ambasciata italiana a New Delhi. “Ci sono due inchieste aperte. Non posso essere io a chiarire le cose”, ha aggiunto. In una conversazione con i giornalisti che hanno accompagnato la delegazione di parlamentari italiani in missione a New Delhi, il marò Massimiliano Latorre ha invitato, per avere un quadro più chiaro sulla loro complicata vicenda, “a riascoltare l’intervista al comandante in seconda della petroliera Enrica Lexie Noviello”.

“Mi auguro di tornare a casa per Pasqua”. E’ l’auspicio espresso dal marò Massimiliano Latorre parlando con i parlamentari presso la sede dell’ambasciata italiana a New Delhi. “Ce lo auguriamo tutti”, ha detto il senatore Maurizio Gasparri. “C’è il tempo perché la situazione maturi”. Nel ricorso presentato dall’Italia alla Corte Suprema c’è la richiesta di far rientrare i marò in Italia in attesa dell’avvio del processo.