NEW YORK, 29 gennaio 2014- Quando il percorso verso la guarigione è lungo e difficile, o anche quando ormai si avvicina alla morte, il paziente deve soffrire il meno possibile. Sembra una banalità o una verità scontata, ma il rapporto pubblicato oggi dall’Onu, attraverso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in collaborazione con il Worldwide Palliative Care Alliance (WPCA), ci informa che la realtà è ben diversa.


Solo un malato su dieci ha accesso alle cure palliative, cioè a quelle cure che non agiscono sulla causa, ma che sono essenziali per eliminare il dolore. Il  “Global Atlas of palliative care at the end of life” è il primo rapporto che si impegna a mappare, studiandone anche la disponibilità, I casi e le aree in cui c’è bisogno di questo tipo di cure.


“Il palliativo è qualcosa di più del sollievo dal dolore. E’ un processo che aiuta il paziente gravemente malato ad affrontare la sofferenza fisica e psicosociale ed è anche un supporto ai famigliari che devono provvedere all’assistenza della persona cara”, spiega un comunicato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.


Sempre secondo i dati forniti dall’Organizzazione, un terzo delle persone che hanno bisogno di queste cure, sono malate di cancro. I due terzi sono pazienti che hanno gravi problemi al cuore, polmone, fegato e ai reni, o altre malattie per cui rischiano la vita, come la tubercolosi e l’AIDS.


Quando nel rapporto si legge che una persona su dieci non riceve questo supporto, significa che, secondo le stime, nel mondo sono circa 20 milioni i malati, arrivati quasi al termine della loro vita, esclusi dal trattamento palliativo. Circa l’80 per cento di questi si trovano nei paesi a medio-basso reddito.
Il “Global Atlas of palliative care at the end of life” è stato redatto in collaborazione con  il Worldwide Palliative Care Alliance (WPCA), una nuova alleanza globale di azione formatasi per promuovere lo sviluppo appunto di  cure palliative in tutto il mondo.