Roma, 16 febbraio 2014 - Finalmente, a dieci mesi dalle dimissioni di Najib Miqati, il magnate sunnita già amico personale di Bashar Assad, il successore Tammam Salam è riuscito a formare un governo. Abile politico di formazione britannica, considerato da tutti sopra le parti e votato da ben 124 parlamentari su 128, non avrà comunque un compito facile. Costituito il governo, bisognerà anche farlo operare. Non è affatto scontato, visto che le condizioni del paese sono nel frattempo molto peggiorate.

Già in Libano formare un governo è impresa assai ardua, se si considera che ciò avviene in una società composita e ormai frammentata dagli eventi. Un patto costituzionale del 1943 prevede che il presidente sia sempre un cristiano, il primo ministro un sunnita e il presidente del parlamento uno sciita. Ma non basta. Il parlamento a sua volta deve essere formato per una metà da cristiani e per l’altra da musulmani, nelle componenti sunnita, sciita, alawita, ismailita e drusa, spesso in discordia. È ovvio che il governo di Salam dopo così lunghe trattative non poteva che essere di unità nazionale. Infatti, dei 24 ministeri 8 (tra cui gli Esteri) vanno agli sciiti di Hezbollah e ai loro alleati, 8 alla coalizione del sunnita Hariri, loro acerrimo nemico, e i rimanenti 8 sono suddivisi tra i cristiani del presidente Suleiman e il leader druso Jumblatt, sedicente indipendente. Il governo è fatto, ma è solo un primo passo. Non c’è alcuna certezza che riesca a governare davvero, visto che per farlo occorreranno delle alleanze, o quanto meno un’improbabile trasversalità.

Hezbollah, nella lista dei movimenti terroristi compilata dagli Stati Uniti e, ora, anche dalla Ue, dispone delle milizie più addestrate e molti suoi militanti sono in Siria a combattere per Assad. L’esercito, che ha per lo più ufficiali cristiani, è carente di mezzi, di addestramento e non ha né la forza, né la volontà di opporsi agli sciiti di Hezbollah. Buona parte dei sunniti solidarizza con le forze estremiste qaediste che combattono in Siria contro il regime e dispongono nel nord del Libano di santuari intoccabili. Tuttavia, se un politico colto ed accorto come Tammam Salam ha accettato l’incarico, ci deve essere dell’altro, che noi non conosciamo. Non resta che sperare, e formulargli auguri sinceri.