Kiev, 19 febbraio 2014 - La 'guerra' di Kiev non sembra volersi fermare, nonostante i morti e i feriti. E chissà se varrà l'appello che arriva dall'ex campione di salto con l’asta ucraino Sergei Bubka, che da Sochi chiede lo stop delle violenze nel suo Paese.

E’ salito ad almeno 26 il bilancio dei morti in piazza dopo l’assalto della polizia alla piazza della protesta di Kiev: il presidente ucraino Viktor Yanukovich è stato costretto a prendere la parola di fronte alla nazione, per giustificare tanta violenza. E ha gridato al golpe, prima di annunciare in tarda serata la tregua per “fermare il bagno di sangue” e la ripresa dei colloqui con l’opposizione all’indomani delle violenze. Nel pomeriggio il presidente aveva minacciato di perseguire i leader dell’opposizione “che hanno oltrepassato ogni limite” con violenti tentativi di “presa di potere, violando la Costituzione”.

Interviene anche la Nato: "Invito fortemente il governo ucraino ad astenersi da ulteriore violenza. Se i militari interverranno contro l’opposizione, i legami con la Nato saranno seriamente danneggiati”. Lo ha dichiarato il segretario generale dell’Allenaza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen.

Il capo di stato ha tenuto un discorso alla nazione mentre l’assalto della polizia contro i manifestanti, iniziato ieri nel tardo pomeriggio italiano, era ancora in corso nel centro di Kiev. Un attacco ancora più violento rispetto ai precedenti interventi delle forze speciali, che ha spinto la Germania a ipotizzare sanzioni contro l’Ucraina. Mosca, invece, punta il dito contro l’Ue, contro il sostegno ad una compagine di protesta molto variegata, in cui le frange estremiste sono ben rappresentante e poco controllabili.

Le violenze a Kiev sono “la diretta conseguenza” della politica dell’Occidente, ha detto ieri il ministero degli Esteri russo, poco prima che la situazione degenerasse.

Secondo il ministero degli Interni, nove agenti sono stati uccisi, alcuni da colpi di arma da fuoco. E sono centinaia i feriti, almeno 300. In base alle ultime informazioni tra i morti anche un giornalista di Vesti, Vyacheslav Veremei. La situazione è chiaramente fuori controllo. La battaglia è andata avanti per ore, proprio mentre il parlamento di Kiev stava discutendo le riforme che dovrebbero aprire la via a un compromesso tra autorità e opposizione, mostra che i manifestanti non hanno intenzione di lasciare piazza Maidan. “Questa è una palese violazione della legge e gli autori di tutto ciò dovranno comparire davanti alla giustizia”, ha detto Yanukovich. “Senza avere un mandato dal popolo, questi cosiddetti politici hanno cercato di prendere il potere, violando la Costituzione, perseguendo la violenza e l’omicidio”, ha detto il capo di stato sempre più traballante nella sua posizione di leader, in riferimento ai sanguinosi scontri delle ultime ore.

I Servizi segreti ucraini hanno annunciato l’avvio di una “operazione anti-terrorismo” nel Paese.

SILURATO CAPO DELEL FORZE ARMATE - Ianukovich ha esonerato dal suo incarico il capo delle forze armate, generale Volodymyr Zamana, sullo sfondo dell’escalation delle violenze. Lo riferisce il sito della Bbc. Secondo fonti mediatiche, al suo posto subentra l’attuale comandante della Marina. Oggi stesso il governo di Kiev non ha escluso l’uso della forza militare se i disordini dovessero proseguire.

LA TELEFONATA DI BIDEN - Il vicepresidente americano Joe Biden ha avuto un colloquio telefonico con il presidente Viktor Yanukovich per esprimere le sue preoccupazioni sulla situazione di Kiev e chiedere il ritiro delle forze di sicurezza dalle strade di Kiev. Il numero due degli Stati Uniti ha condannato le violenze da entrambe le parti, ma ha ricordato al governo di avere la responsabilità di ridurre le tensioni.

“Il vicepresidente Biden - recita una nota della Casa Bianca - ha chiesto al presidente Yanukovich di ritirare le forze governative e di esercitare il massimo della moderazione”. Inoltre il vicepresidente ha chiesto a Yanukovich di aprire immediatamente il dialogo con le opposizioni e di iniziare un periodo di riforme.

SI MUOVE LA UE -  L''alto rappresentante per la Politica estera Catherine Ashton ha convocato un consiglio dei ministri degli esteri europei straordinario per la situazione in Ucraina per domani alle 14. In questa riunione la Ue si appresta a varare dure sanzioni nei confronti dei resposnabili della repressione. Sempre domani. in mattinata,  i ministri degli Esteri di Francia, Germania si recheranno  a Kiev  con il loro omologo polacco, già partito per la capitale ucraina. . 

I TIMORI DELLA BONINO - “La gravità degli scontri in corso a Kiev pone il popolo ucraino di fronte ad una situazione drammatica, di una violenza inaccettabile che come europei condanniamo con estrema fermezza. E’ con massima preoccupazione che va considerato - e scongiurato - il rischio concreto di una guerra civile alle porte dell’Unione Europea”. Così afferma il nostro ministro degli Esteri Emma Bonino, che aggiunge: "Nonostante i margini negoziali fra governo ed opposizioni appaiano in queste ore ancora più ridotti, non esiste alcuna vera alternativa alla ripresa del dialogo, che l’Ue intende sostenere col massimo impegno. In caso di continuazione delle violenze, non escludiamo il ricorso a misure restrittive eccezionali”.

POLEMICHE DA SOCHI -  E' caduto nel vuoto e nelle polemiche l'appello dell'ex campione di salto con l’asta ucraino Sergei Bubka, che da Sochi ha chiesto stop delle violenze nel suo Paese. Ma c'è dell'altro: la coppia ucraina del fondo non si è presentata al via del team sprint ai Giochi di Sochi. Il ritiro di Marina Lisogor e Ekaterina Serdyuk è arrivato dopo il no del Cio alla richiesta del comitato olimpico Ucraino di indossare il lutto per le vittime degli scontri di Kiev. La motivazione ufficiale del comitato ucraino è ‘’un infortunio’’. La richiesta di un segno di lutto per ‘’solidarietà’’ e cordoglio era stata avanzata ufficialmente proprio dal comitato presieduto da  Bubka: ma il Cio non ha dato l’ok, spiegando che la carta olimpica vieta espressioni politiche durante le Olimpiadi.
Di seguito, la decisione delle due atlete dello sprint tecnica classica di sci di fondo di non presentarsi al via della gara team evente. L’assenza al via delle due sciatrici è stata però così spiegata dalla delegazione ucraina: la coppia non ha preso parte alla gara perché la Serdyk si è infortunata durante l’allenamento. Ivan Bondarhuk, responsabile dei rapporti con la stampa del comitato ucraino, ha confermato che l’atleta si è fatta male alla schiena ed è stata portata al centro medico di Krasnaya Poliana dove è stata curata. Un caso simile era successo ieri all’Italia, con il ritiro di Di Centa per infortunio, ma la squadra azzurra l’aveva sostituito con la riserva Pellegrino.

SPOSTATA LA PARTITA KIEV-VALENCIA - La Uefa ha deciso di cambiare sede alla partita di Europa League tra Dinamo Kiev e il Valencia per motivi di sicurezza legati alla situazione nella capitale ucraina. La gara era in programma per domani all’NSK Olimpiyskyi Stadium di Kiev e si giocherà invece a Cipro, al GSP Stadium di Nicosia con inizio alle 20 locali.