Kiev, 20 febbraio 2014 - Caos e morte nella capitale ucraina,  molotov e roghi in un crescendo ormai incontrollabile: dopo i 28 morti di ieri (19 manifestanti e 9 agenti), oggi le vittime degli scontri in piazza Maidan sono già almeno 60 tra gli insorti pro-Ue (dato fornito dall'ambasciata italiana a Kiev), mentre salgono a 67 i poliziotti catturati e uno è deceduto. Il bilancio della Cnn che cita Oleg Musiy, responsabile del servizio medico per l’assistenza ai manifestanti antigovernativi, è ancora più grave: 100 morti e 500 feriti (FOTO) da stamattina nelle violenze a Kiev. Mentre il ministero della Salute ucraino parla di 75 vittime, di cui 47 solo oggi. I feriti, sempre secondo il ministero, sarebbero invece 571 di cui 363 ricoverati in ospedale. I manifestanti stanno "postando" in queste ore sui diversi social network immagini scioccanti: mostrano sparatorie e vittime sul selciato della piazza Maidan e delle strade adiacenti. Secondo i manifestanti, cecchini della polizia stanno sparando sui dimostranti anche dal palazzo del Governo. Lo testimoniano un cameramen di Associated Press che si trova sul posto, un manifestante e il comitato di EuroMaidan. Identica l'accusa della polizia ai manifestanti: "Un cecchino degli insorti antigovernativi sta sparando sulla polizia dall'edificio del conservatorio di Kiev e ha già ferito più di 20 agenti", sostiene il ministero dell'Interno ucraino in una nota. Fa il giro del web il drammatico tweet di un'infermiera 21enne colpita al collo: la ragazza scrive il suo ultimo messaggio prima di morire.

CAOS E MORTE -  La situazione appare ormai fuori controllo. Cecchini - probabilmente di ambo le parti - sono segnalati vicino alla cattedrale di San Michele e all'Hotel Intercontinental e sui principali palazzi del centro. Almeno 180 agenti dei Berkut (le teste di cuoio di Kiev) sono stati mandati di rinforzo sul luogo degli scontri. Il ministero degli Interni invita la popolazione della Capitale a restare in casa, forse un segno che in serata potrebbe esserci lo scontro decisivo. Lo fanno pensare anche le dimissioni del sindaco, Volodimir Makeienko, con contestuale uscita dal partito delle Regioni del presidente ucraino Viktor Yanukovich (accusato dalla piazza di voler riconsegnare l'Ucraina a un imperituro vassallaggio della Russia). "Sono disposto a fare qualunque cosa possibile per fermare il bagno di sangue e il fratricidio nel cuore dell'Ucraina" annunca Makeienko all'agenzia Interfax. Una presa di distanza che la dice lunga sul rischio mortale che corre il Paese dopo la rottura della fragile tregua stipulata ieri notte.

SOGNO SPEZZATO -  In effetti, nella piazza Maidan, teatro della protesta filo-europea e anti-governativa, stamattina riprendono subito gli scontri tra polizia e frange radicali dei manifestanti. Un centinaio di uomini armati attacca le barricate della polizia. I rivoltosi costringono i poliziotti ad arretrare di oltre 200 metri e presto ottengono il controllo di quasi tutta la piazza. La polizia, che ha ottenuto il diritto a sparare per autodifesa, prova a respingere l'attacco, portato a termine con sassi e bottiglie molotov. Si combatte in piazza e per le strade. I cadaveri crescono col passar delle ore lasciando la contabilità alle agenzie di stampa. Ma mancano dati ufficiali, altro segno che il Paese è nel caos e la guerra civile, per ora circoscritta all'area centrale della capitale e alle maggiori città dell'ovest (Leopoli, Ivano Frakivsk e Ternopil), potrebbe davvero esplodere in tutto il Paese. Come segnala, a metà pomeriggio, la notizia che la polizia della Transcarpazia, regione sudoccidentale del Paese, è passata in blocco con gli insorti. Lo annuncia il sito di gazeta.ru aggiungendo che i comandanti regionale e delle truppe speciali hanno prestato "giuramento al popolo" nel palazzo della Regione, occupato dai manifestanti.

EVACUATI I PALAZZI - A metà mattina l'edificio del governo ucraino viene evacuato. Poco prima era stato evacuato "d'urgenza" il Parlamento e numerosi deputati erano usciti di fretta dalla sede dell'assemblea. Una vera fuga.

PARLAMENTO IN SEDUTA D'EMERGENZA - ll parlamento di Kiev si è riunito in serata per una seduta di emergenza. Il parlamento ucraino ha condannato l’uso della forza contro i manifestanti e ha proibito le "operazioni antiterrorismo" annunciate dai servizi segreti (Sbu). Lo fa sapere l’agenzia Interfax precisando che a pronunciarsi in tal modo sono stati 236 deputati su 450 (238 quelli presenti).

TANTI FERITI  - Il bilancio di sangue delle ultime ore registra anche quasi 500 feriti: tra questi 287 sono stati ricoverati in ospedale. Alle cure ospedaliere sono ricorsi 88 agenti di polizia, sei giornalisti, il deputato dell'opposizione, 4 minorenni e due stranieri.

TENTATIVO FALLITO -  "E' cominciata una trattativa per rendere più stabile il quadro", aveva spiegato nella notte il capo del partito di opposizione "Patri", Arseni Yatseniuk. "Le parti", aveva affermato Yanukoviych in una nota, "annunciano una tregua e l'avvio di un negoziato che metta fine al bagno di sangue e avvii un percorso a beneficio della pace civile".  Non è andata così.

SANZIONI DELL'UE - "In accordo" con i tre ministri a Kiev "la decisione è di procedere molto rapidamente nelle prossime ore a un bando, a coloro che in Ucraina si sono macchiati di violenza, sui visti e sugli assetti finanziari". Lo ha detto Emma Bonino lasciando il Consiglio Esteri prima della conclusione. (VIDEO) Il tedesco Frank-Walter Steinmeier, il francese Laurent Fabius e il polacco Radoslaw Sikorski hanno avuto un lungo incontro con Yanukovich, al termine del quale non hanno rilasciato dichiarazioni, ma hanno deciso di prolungare la permanenza a Kiev, restando in contatto con Bruxelles dove i loro corrispettivi degli altri paesi dell’unione stanno discutendo l’ipotesi di imporre sanzioni a Kiev. Nelle conclusioni del Consiglio Esteri, che non indicano alcun nome a carico del quale saranno inflitte sanzioni, si dice però che: "La prima responsabilità della situazione attuale” ricade “direttamente” sul presidente Ianukovich e sulle autorità ucraine cui spetta “il primo passo per riprendere il dialogo”. E il premier polacco Donald Tusk ha annunciato che Viktor Ianukovich ha accettato un accordo con i tre ministri europei per tenere elezioni anticipate nel 2014. “E’ stato concordato con Ianukovich che si terranno elezioni presidenziali e parlamentari quest’anno e che un governo di unità nazionale sarà creato nei prossimi dieci giorni”, ha detto Tusk alla stampa.

USA: "INDIGNATI" - “Siamo indignati per le immagini delle forze di sicurezza ucraine che sparano con armi automatiche sul loro stesso popolo”. Sono le parole di condanna contenute in una nota diffusa dal portavoce della Casa Bianca. “Chiediamo con urgenza al presidente Yanukovich di ritirare le sue forze di sicurezza dal centro di Kiev e di rispettare i diritti degli oppositori pacifici. Chiediamo anche all’esercito di non intervenire in un conflitto che può e deve essere risolto dalla politica”, continua la nota.
“L’uso della forza non risolverà la crisi - devono essere prese decisioni nette per fermare la violenza e iniziare un dialogo significativo per ridurre le tensioni e affrontare le lamentele del popolo ucraino. Gli Stati Uniti sono al lavoro con gli alleati europei affinché i responsabili di tali violenze rispondano dei loro atti e per aiutare il popolo ucraino ad avere un Paese unito e indipendente e un migliore futuro”, conclude la nota. E Obama è pronto a firmare le sanzioni: sul tavolo della Casa Bianca c'è un decreto per congelare gli asset delle personalità o entità ucraine coinvolte nella repressione in atto a Kiev. Lo afferma la Cnn citando fonti dell’amministrazione americana. E’ probabile - si aggiunge - che il presidente Barack Obama firmi il provvedimento già oggi. Si aspetta solo di vedere gli sviluppi degli sforzi diplomatici in corso, per evitare che la decisione di varare le sanzioni si trasformi in una mossa controproducente

TELEFONATA TRA OBAMA, MERKEL E PUTIN - Barack Obama, Angela Merkel e Vladimir Putin si sarebbero sentiti telefonicamente per stipulare un accordo di una "soluzione politica alla crisi ucraina". Ne ha dato notizia la cancelleria tedesca. In precedenza la Casa Bianca aveva riferito solo di una telefonata tra il presidente americano e la Merkel senza citare in alcun modo il presidente russo. I due leader - informa invece la Casa Bianca - si sono detti d’accordo per sostenere "una fine immediata delle violenze e una soluzione politica che sia nell’interesse del popolo ucraino".

BAN KI-MOON - Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha espresso preoccupazione per la violenza in Ucraina, per la quale ha chiesto una fine immediata. Lo ha reso noto il portavoce delle Nazioni Unite Martin Nesirky, aggiungendo che il segretario generale Onu ha chiesto "un ritorno a un dialogo reale, genuino, costruttivo".

PRESSIONE NATO - Nella notte era intervenuta sulla vicenda anche la Nato: "Invito fortemente il governo ucraino ad astenersi da ulteriore violenza. Se i militari interverranno contro l’opposizione, i legami con la Nato saranno seriamente danneggiati”, aveva dichiarato il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen.  

RUSSIA GRANITICA - Mosca, invece, punta il dito contro l’Ue, contro il sostegno ad una compagine di protesta molto variegata, in cui le frange estremiste sono ben rappresentante e poco controllabili. Le violenze a Kiev sono "la diretta conseguenza" della politica dell’Occidente, ha detto ieri il ministero degli Esteri russo, Sergei Lavrov, poco prima che la situazione degenerasse. E stamattina, per non esporre Putin sul tema sino alla fine dei Giochi olimpici di Sochi, la situazione a Kiev è stata al centro dell'intervento del premier russo Dmitri Medvedev, che ha lanciato un avertimento a Usa, Ue e ucraini filooccidentali. La Russia non intende sospendere gli aiuti economici e la cooperazione con l'Ucraina, ma "perché questo avvenga in Ucraina ci devono essere autorità legittime e in grado di agire, non autorità su cui qualcuno possa pulirsi i piedi". Medvedev lascia chiaramente intendere che la linea di credito da 15 miliardi concordata con il presidente Yanukovich potrebbe essere chiusa (dopo i 2 già versati) se a Kiev dovesse arrivare un governo che la Russia consideri burattino nelle mani dei Paesi occidentali. Ancora  Lavrov fa da contraltare delle cancellerie occidentali evocando fantasmi antichi: secondo la Russia le frange radicali che alimentano gli scontri con la polizia a Kiev "cercano la guerra civile" e la Comunità Internazionale "non presta la dovuta attenzione agli slogan neonazisti degli estremisti" in azione. Anche la richiesta di indire elezioni anticipate, avanzata ancora oggi dai leader moderati dell'opposizione, è per il capo della diplomazia moscovita un tentativo di "spingere l'Ucraina verso l'avvicinamento all'Ue".

RITIRATA DA SOCHI - Intanto almeno 45 atleti ucraini presenti a Sochi per partecipare ai Giochi olimpici stanno rientrando nel proprio Paese. Lo riferisce su Twitter Richard Conway della Bbc. Alcuni, come la sciatrice Bogdana Matsotska e il suo allenatore, il padre Oleg Matsotskiy, lo hanno deciso "in segno di protesta contro le azioni banditesche verso i manifestanti". Ieri il comitato olimpico aveva vietato agli atleti ucraini di indossare una fascia nera sul braccio per ricordare le vittime degli scontri di Kiev. Smentita pomeridiana del Comitato olimpico ucraino: gli atleti che devono ancora gareggiare alle Olimpiadi di Sochi resteranno, mentre quelli che hanno già partecipato tornano secondo il calendario prestabilito. Ma il giallo continua anche se pare certo che Sergey Bubka, presidente del comitato olimpico ucraino, sia riuscito a convincere a restare a Sochi  Bogdana Matsotska, la sciatrice che - con suo padre allenatore - aveva annunciato il rientro in Ucraina.

SPOSTATA DINAMO KIEV-VALENCIA - La Uefa ha deciso di cambiare sede alla partita di Europa League tra Dinamo Kiev e il Valencia per motivi di sicurezza. La gara era in programma per stasera all’NSK Olimpiyskyi Stadium di Kiev e si giocherà invece a Cipro, al GSP Stadium di Nicosia con inizio alle 20 locali.