Kiev, 27 febbraio 2014 - Crimea al centro della crisi Ucraina-Russia. Ma da dove arriva questa  tensione? La Crimea venne ‘regalata’ all’Ucraina nel 1954 dall’allora leader sovietico Nikita Krusciov per celebrare i 300 anni dell’unione tra i due Paesi. E la Russia sarebbe pronta oggi ad entrare in guerra per la Crimea, ha detto qualche giorno fa al Financial Times una fonte ufficiale di alto livello di Mosca. “Se l’Ucraina si spacca - ha detto la fonte - scatenera’ una guerra. Perderanno subito la Crimea perché interverremo per proteggerla, esattamente come abbiamo fatto in Georgia”, quando nell’agosto 2008 le truppe russe invasero il Paese dopo un attacco lampo (fallito) delle forze georgiane in Ossezia del sud. Ieri a Sinferopoli, la capitale della Repubblica autonoma, centinaia di ucraini russofoni si sono messi in coda - in presenza dei reporter stranieri - per arruolarsi nelle ‘brigate popolari’ per difendere la Crimea “se necessario”.

Oggi la Crimea è una penisola, appartenente all'Ucraina, sulla costa settentrionale del Mar Nero. E' amministrata dall'omonima repubblica autonoma (ufficialmente Repubblica Autonoma di Crimea). Conta 1 milione, 973mila 185 abitanti (fonte 2013). Le lingue ufficiali di Crimea sono il russo, l'ucraino e la lingua tatara di Crimea. Altre lingue parlate sono armeno, polacco e greco.

LE ORIGINI I primi abitanti di Crimea dei quali si sono trovate tracce certe erano i Cimmeri che furono espulsi dagli Sciti nel VII secolo a.C., fra i loro antichi re si tramanda il nome di Tauri. Nello stesso periodo i Greci vi fondarono diverse colonie: i Dori da Eraclea Pontica a Chersonesus e gli Ioni da Mileto a Teodosia e Panticapeo (città e porto del Regno del Bosforo Cimmerio). Durante i secoli successivi la Crimea venne invasa o occupata successivamente da Goti (250), Unni (376), Bulgari (V secolo), Khazari (VIII secolo), Rus' di Kiev (X-XI secolo), Bizantini (1016), Kipchaki (1050), e Mongoli (1237).

LA GUERRA DI CRIMEA Combattuta tra il 1854 e il 1856, devastò il tessuto economico e sociale di Crimea e i Tatari che la abitavano furono costretti ad abbandonare la loro madrepatria non solo per le conseguenze della guerra ma anche per le persecuzioni e le confische di cui furono vittime. I sopravvissuti al viaggio, alla fame e alle malattie si stabilirono nella Dobrugia, in Anatolia e in altri luoghi dell'Impero ottomano. Per la prima volta nella storia i tatari di Crimea divennero una minoranza nella loro terra, mentre la maggioranza di essi viveva la diaspora. Alla fine il governo russo decise di fermare il processo, e l'agricoltura iniziò a soffrire a causa dell'abbandono delle terre fertili. Durante la guerra civile russa la Repubblica Popolare di Crimea fu una roccaforte dell'Armata Bianca anti-bolscevica, proprio qui i Russi Bianchi guidati dal Generale Wrangel fecero la loro ultima resistenza contro l'Armata Rossa nel 1920.

La Crimea in seguito fu teatro di alcune delle più sanguinose battaglie della Seconda guerra mondiale. I tedeschi soffrirono pesanti perdite cercando di avanzare attraverso l'istmo che collega la Crimea all'Ucraina continentale, a Perekop, nell'estate del 1941. Quando i tedeschi riuscirono a irrompere, occuparono gran parte della Crimea, con l'eccezione della città di Sebastopoli. La stessa resistette dall'ottobre 1941 fino al 4 luglio 1942, quando i tedeschi riuscirono infine a prenderla. Nel 1944 Sebastopoli venne liberata dalle truppe sovietiche. Il 18 maggio 1944 l'intera popolazione dei tatari di Crimea venne deportata con la forza dal governo sovietico di Stalin, come forma di punizione per la creazione del Wolgatatarische Legion, che aveva combattuto a fianco del Terzo Reich. Il 21 maggio 1944, la pulizia etnica di Crimea era completata.Si stima che il 46% dei deportati morì per la fame e le malattie.[senza fonte] Nel 1967, i Tatari di Crimea vennero riabilitati, ma gli venne vietata la possibilità di tornare legalmente nella loro patria fino agli ultimi giorni dell'Unione Sovietica. Il 29 gennaio 1942 era già stata deportata la minoranza italiana di Crimea formata a partire dal 1830 a seguito di un flusso migratorio proveniente soprattutto dalla Puglia. Prima dell'avvento del comunismo la comunità contava circa 3.000 membri residenti soprattutto a Kerc, Feodosia e Simferopoli. Successivamente gli italiani si ridussero a circa 1.200 persone.

IL DOPOGUERRA E IL POST UNIONE SOVIETICA - La Repubblica Autonoma Socialista Sovietica di Crimea venne abolita nel 1945 e trasformata nell'Oblast di Crimea (provincia) della RSSF Russa). Il 19 febbraio 1954, venne trasferita dal leader sovietico Nikita Krusciov alla RSS Ucraina come gesto per commemorare il 300esimo anniversario dei Trattato di Pereyaslav tra i cosacchi ucraini e la Russia.  Con il collasso dell'Unione Sovietica la Crimea è entrata a far parte dell'Ucraina, una soluzione osteggiata dalla gran parte della popolazione ormai di origine russa e causa di tensioni tra Russia e Ucraina. Una delle ragioni della forte russificazione della penisola è da addebitare alle tante basi della Flotta del Mar Nero costruitevi dai russi. Con la sconfitta elettorale delle forze politiche nazionaliste più radicali in Ucraina, la tensione si è lentamente allentata. La Crimea proclamò l'autogoverno il 5 maggio 1992, ma in seguito accettò di rimanere all'interno dell'Ucraina come repubblica autonoma. La città di Sebastopoli si trova all'interno della repubblica, ma gode di uno statuto di municipalità speciale in Ucraina.