Kiev, 2 marzo 2014 - Precipita la situazione in Ucraina: la Russia è a un passo dall'invasione militare della Crimea dove migliaia di soldati di Mosca sono già schierati nella penisola. Vladimir Putin, informa il Cremlino, ha chiesto al Consiglio della Federazione (la Camera alta russa) l’autorizzazione all’uso della forza in Ucraina. Pochi minuti dopo, il Consiglio della Federazione ha iniziato ad esaminare il documento e in un batter d'occhio ha approvato all’unanimità la richiesta di intervento armato. La Costituzione russa prevede solo il via libera del ‘Senato’ per cui spetta ora a Putin decidere se e quando dare l’ordine di attaccare. Ma l’intervento armato non è detto che avvenga rapidamente, afferma il rappresentante del Cremlino al Senato, Grygory Karasin, che sembra gettare acqua sul fuoco. Anche Peskov ha dichiarato che “questo (il voto) è il punto di vista del Consiglio della Federazione. Ma spetta ora al presidente prendere una decisione. Per il momento questa decisione non è stata presa”. Intanto il premier ucraino Arseni Iatseniuk è stato chiaro: se la Russia desse corso all’invio di truppe autorizzato oggi dal senato di Mosca su richiesta del presidente Vladimir Putin sarebbe “la guerra”. Iatseniuk ha aggiunto di non credere che un intervento militare russo ci sarà davvero. Intanto quindicimila soldati russi sono già in Crimea. Lo denuncia l’ambasciatore ucraino all’Onu Yuriy Sergeyev citato dalla Cnn.

COLLOQUIO OBAMA-PUTIN - Colloquio telefonico sull’Ucraina tra Putin e Obama. Lo riferisce l’agenzia Ria. La Russia - ha detto Putin a Obama - si riserva il diritto di proteggere i suoi interessi e gli interessi dei russi se ci fossero violenze in Crimea e nell’Ucraina dell’est. Nella telefonata Obama ha espresso la preoccupazione degli Usa per un possibile intervento russo in Ucraina. Gli Stati Uniti condannano l’intervento militare russo nel territorio ucraino. Putin si è invece detto preoccupato per le azioni “provocatorie e criminali” degli ultranazionalisti, incoraggiati dalle autorità ucraine.

Obama ha inoltre comunicato a Putin che gli Stati Uniti non parteciperanno alle prossime riunioni preparatorie per il G8. Queste violazioni continue da parte della Russia del diritto internazionale - sostiene Obama - porteranno ad una maggiore isolamento politico e economico di Mosca. La Casa Bianca avvisa la Russia che “le continue violazioni del diritto internazionale causeranno un grande isolamento politico ed economico”. Obama ha chiesto a Putin di ritirare le proprie truppe dalle basi in Crimea.

C'era stato anche un olloquio tra il segretario alla Difesa americano, Chuck Hagel, e il collega russo, Sergei Shoigu, dopo il via libera del Senato di Mosca alle operazioni militari in Ucraina. Lo ha riferito un funzionario Usa, sottolineando che l’amministrazione Obama si sta concentrando su opzioni diplomatiche per risolvere la crisi ucraina e che non ci sono movimenti di unita’ militari, come circolato in indiscrezioni delle ultime ore.

KIEV TIENE PRONTE LE TRUPPE - Per questo l’esercito ucraino è stato messo in stato d'allerta. Lo ha annunciato il presidente ad interim Olexandr Turtchinov precisando che è stata anche rafforzata la protezione delle centrali nucleari e dei siti strategici.

VIDEO - La scintilla: l'occupazione del Parlamento di Crimea

RIEPILOGO/PUTIN - “Alla luce della situazione straordinaria in essere in Ucraina e la minaccia alla vita di cittadini russi...sottopongo al Consiglio della Federazione la richiesta per usare le forze armate della Federazione russa sul territorio ucraino fino a quando la situazione nel Paese non si sarà stabilizzata”, ha chiesto Putin nel testo inviato alla Camera Alta.  Richiamandosi alla costituzione russa, “punto G, parte prima, art 102”, Putin ha giustificato la sua richiesta al Senato russo di inviare truppe in Ucraina con la “situazione straordinaria che si è creata” in quel Paese e con le “minacce alla vita dei cittadini russi, dei nostri connazionali, dell’organico del contingente militare delle forze armate della Russia dislocato in conformità ad un accordo internazionale in territorio ucraino (repubblica autonoma della Crimea)”. Il Consiglio della Federazione russa, dopo aver autorizzato Vladimir Putin all’uso della forza in Ucraina, ha anche chiesto che venga richiamato in patria l’ambasciatore negli Stati Uniti.

Secondo Kiev nelle ultime ore Mosca ha portato il contingente delle sue truppe a quota 6.000 e inviato 30 blindati, oltre ad aver assunto il controllo di tuti gli aeroporti. Non solo. Truppe di Mosca presidiano i palazzi del potere di Simferopoli, la capitale della Crimea, su richiesta del premier filo-russo, Serghei Aksyonov. A tutto ciò si aggiunge l’immensa base navale di Sebastopoli, dove ha sede la Flotta russa del Mar Nero.

KLITSCHKO - Uno dei leader della vittoriosa rivolta ucraina, Vitali Klitschko, ha chiesto al Parlamento di mobilitare l’esercito, dopo il via libera del Senato russo all’intervento militare. “Il Parlamento deve chiedere al comandante in capo dell’esercito di dichiarare la mobilitazione nazionale, dopo l’inizio dell’aggressione russa contro l’Ucraina”, ha affermato Klitschko in un comunicato, in cui ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla situazione nel Paese.

TIMOSHENKO - L’ex premier ucraina Iulia Timoshenko è attesa a Mosca il 3 marzo per cercare di risolvere la situazione di crisi in Crimea. Lo fa sapere l’agenzia di stampa statale russa Itar-Tass.

ITALIA - Il ministro degli esteri Federica Mogherini sta seguendo dalla Farnesina l’evoluzione della situazione in Ucraina, in particolare in Crimea, e a Mosca. Il ministro mantiene continui contatti con la Presidenza del Consiglio, con i nostri Ambasciatori a Kiev e Mosca e con i principali colleghi europei. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, secondo quanto si apprende, segue “con attenzione e preoccupazione”, insieme allo Stato maggiore Difesa, l’evolversi della situazione in Ucraina.

BRUXELLES - Un Consiglio dei ministri degli Esteri Ue straordinario è stato già convocato per lunedì prossimo per affrontare la questione. Il ministro egli esteri greco e presidente del Consiglio dei ministri esteri Ue Evangelos Venizelos domani mattina da Roma per l’Ucraina. Farà tappa a Marioupol, dove vive una folta comunita’ di origine greca. Poi a Kiev, dove vedrà leader politici ed istituzionali ucraini. Lo si apprende da fonti ministero degli esteri greco.

ASHTON-RASMUSSEN - Il ‘ministro degli esteri’ Ue Catherine Ashtondeplora” la decisione russa di usare le forze armate in Ucraina, lancia un appello a Mosca affinche’ cio’ non avvenga e giudica “inaccettabile” qualsiasi violazione dell’unita’, sovranità e integrita’ territoriale dell’Ucraina. E’ quanto afferma Ashton in una nota. La Russia deve rispettare la sovranita’, l’integrità territoriale e i confini dell’Ucraina, anche per quanto riguarda il movimento delle sue truppe. Lo ha sottolineato in un ‘tweet’ il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen. “C’e’ urgente bisogno di una de-escalation in Crimea”, ha scritto Rasmussen, “gli alleati della Nato si continuano a coordinare in modo stretto”. Gli ambasciatori Nato a Bruxelles terranno oggi una riunione straordinaria dedicata all’Ucraina.

BAN - “Ho lanciato un appello al presidente Putin a impegnarsi con urgenza in un dialogo diretto con le autorità di Kiev”: lo ha detto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, nel corso della conversazione telefonica con il presidente russo, secondo quanto riporta il Palazzo di Vetro.

GLI USA: "VALUTEREMO CONSEGUENZE" - “Stiamo monitorando da vicino la situazione, consultandoci con nostri partner, e considerando i costi potenziali, le conseguenze di cui il presidente Obama ha parlato ieri”. Lo fanno sapere fonti della Casa Bianca. “Gli Stati Uniti stanno con la comunità internazionale e sostengono che una invasione dell’Ucraina avrà delle conseguenze” per la Russia “e sarebbe una chiara violazione degli impegni che la Russia ha preso con noi”, aveva detto ier il presidente Obama. “Siamo molto preoccupati” dallo spostamento di truppe russe in Crimea e crediamo che “la popolazione ucraina debba poter costruire il proprio futuro” senza ingerenze esterne, aveva continuato Obama. Obama intanto sta anche pensando di non essere presente al prossimo vertice del G8 in programma a giugno a Sochi, come prima conseguenza della crisi Ucraina. Lo rende noto alcune fonti della Casa Bianca ai media Usa. Anche gli alleati europei starebbero pensando al boicottaggio del summit.

REFERENDUM ANTICIPATO - Intanto il referendum sullo status della Crimea all’interno dell’Ucraina è stato anticipato dal 25 maggio al 30 marzo. Lo ha annunciato il neo-premier filo-russo Serghei Aksyonov. La Crimea è già una repubblica autonoma. La penisola, che si protende nel Mar Nero, già territorio russo venne donata nel 1954 da Nikita Kruschev a Kiev, all’epoca una delle repubbliche sovietiche. 

RITORSIONI SUL GAS - L’Ucraina ha “un enorme” debito di gas non pagato alla Russia pari a 1,55 miliardi di dollari. Lo riferisce il gigante dell’energia russo Gazprom sottolineando che il prezzo di favore accordato a Kiev da Mosca potrebbe essere messo in discussione. “Abbiamo buoni rapporti con l’Ucraina, il transito funziona, bisogna solo pagare il gas...Al momento gli arretrati del pagamento ammontano a 1,549 miliardi di dollari”, ha detto un portavoce di Gazprom, Serghiei Kuprianov, all’agenzia russa Ria Novosti.