Kiev, 2 marzo 2014 - "La Russia ci ha dichiarato guerra, siamo sull’orlo del disastro": è il drammatico appello del premier ucraino Iatseniuk dopo il via libera della Duma all'intervento militare in Crimea. Iatseniuk ha parlato dopo una sessione a porte chiuse del Parlamento a Kiev, chiedendo a Putin di "ritirare il suo esercito".

"Questo è un allarme rosso. Questa non è una minaccia, questa è di fatto una dichiarazione di guerra contro il mio Paese", ha aggiunto Iatseniuk. "Noi esortiamo il presidente Putin a ritirare le sue forze armate dall’Ucraina", ha aggiunto. "Non ci sono ragioni perchè la Federazione russa invada l’Ucraina". E a tarda serata, una fonte dell'amministrazione Usa fa sapere che le forze russe hanno il pieno controllo operativo della Crimea.

MILITARI RUSSI ASSEDIANO LE BASI UCRAINE - In Crimea militari russi hanno sequestrato tutte le armi in una base radar e in un’accademia della Marina militare ucraina. Dalla base radar di Sudak sono stati portati via fucili, pistole e munizioni, caricati su un’auto. Armi sono state prelevate anche dalla struttura per l’addestramento della Marina a Sebastopoli, la città sul Mar Nero che ospita una base della Flotta russa.

Un deputato del partito Udar, Dmitri Bolotserkovets, ha detto che l’esercito russo ha iniziato l’assalto di un reparto della Marina militare ucraina a Sebastopoli. Un ufficiale ucraino inviato per trattare è stato fatto prigioniero. Un migliaio di uomini armati ha circondato una base della Guardia di frontiera ucraina, nel sud della Crimea. 

KIEV RICHIAMA I RISERVISTI - L’Ucraina ha richiamato tutti i riservisti e ha mobilitato le sue forze armate perché siano il prima possibile pronte al combattimento: lo ha riferito il segretario del Consiglio di sicurezza, Andriy Paruby, massimo responsabile della sicurezza di Kiev. Paruby ha anche riferito che è stato ordinato al ministero degli Esteri di richiedere a Gran Bretagna e Stati Uniti di farsi garanti della sicurezza dell’Ucraina. Il ministero della Difesa ucraino ha diramato ordini a tutti i comandanti militari perché pongano le proprie unità in stato di allerta per il combattimento, ha spiegato Parubiy in una dichiarazione alla stampa alla Rada, il Parlamento ucraino convocato per una riunione d’emergenza. La mobilitazione, ha spiegato, è finalizzata a "garantire la sicurezza e l’integrità territoriale dell’Ucraina".

KIEV ALL'ONU: CHIEDEREMO AIUTI MILITARI - L’Ucraina si sta preparando a difendersi ma chiederà l’aiuto di altri Paesi se Mosca aumenterà la sua attività militare. Lo ha affermato l’ambasciatore di Kiev all’Onu Yuriy Sergeyev. "Dimostreremo di avere la capacità di proteggerci" ma "se la situazione si aggraverà, quando le truppe russe aumenteranno, ovviamente chiederemo supporto militare e altro tipo di supporto", ha spiegato il diplomatico in una intervista alla Cnn. 

KIEV: COMANDANTE MARINA SI SCHIERA CON I FILO-RUSSI - Intanto il comandante in capo della Marina ucraina Denis Berezovskiy ha giurato fedeltà alle autorità filorusse della Crimea. Lo riferisce l’agenzia Interfax.

KERRY: LA RUSSIA RISCHIA IL POSTO NEL G8, MA LA GERMANIA FRENA - Il segretario di Stato americano, John Kerry, che martedì sarà a Kiev per consultazioni con il governo ucraino di transizione, ha avvertito la Russia che se non ferma l’escalation militare contro l’Ucraina ci saranno gravi ripercussioni nei rapporti con gli Stati Uniti. "Se Mosca non assume passi concreti e immediati per invertire questa escalation di tensione, gli effetti sulle relazioni Usa-Russia e sullo status internazionale della Russia saranno profonde", ha avvertito il capo della diplomazia di Washington in una nota. "Le azioni di Mosca", ha aggiunto Kerry, "non solo violano gli accordi internazionali, ma sono una minaccia alla pace e alla sicurezza dell’Ucraina e di tutta la regione". La Russia rischia il suo posto all’interno del G8, ha anche detto il Segretario di Stato americano. Ma sull'esclusione dal vertice internazionale la Germania è scettica. "Il format del G8 è il solo dove noi occidentali parliamo direttamente con la Russia. - spiega il ministro degli Esteri Steinmeier -. Dovremmo davvero sacrificare quel format?". 

Ogni singolo alleato degli Stati Uniti è pronto ad andare fino in fondo, allo scopo di isolare la Russia in seguito a questa invasione. Il capo della diplomazia Usa ha riferito di essersi consultato in videoconferenza con diversi ministri degli Esteri "per coordinare i prossimi passi". "Siamo concordi nelle valutazioni e lavoreremo a stretto contatto per sostenere l’Ucraina e il suo popolo in questa ora storica", ha aggiunto, insistendo perché Mosca ritiri le truppe dal territorio ucraino. Kerry ha anche ricordato come gli Usa, "fin dal primo giorno" della rivolta contro il presidente poi destituito Viktor Ianukovich, abbiano messo in chiaro che riconoscono e rispettano i legami della Russia con l’Ucraina e le sue preoccupazioni per il trattamento dei russofoni". "Queste preoccupazioni", ha però avvertito, "devono essere affrontate in un modo che non violi la sovranità e l’integrità territoriale ucraine, ma con un confronto con il governo dell’Ucraina". 

COLLOQUIO PUTIN - MERKEL - Vladimir Putin ha "accettato la proposta della Cancelliera di istituire una missione di verifica dei fatti sul terreno e un gruppo di contatto, possibilmente sotto l’egida dell Osce, per iniziare un dialogo politico". Lo sostiene la cancelleria tedesca, dopo una telefonata fra Angela Merkel e il presidente russo. Durante il colloquio, Putin ha difeso le azioni russe in Ucraina come "adeguate a una situazione straordinaria". Lo riferisce l’agenzia russa Ria Novosti. Il presidente russo ha sostenuto che "le forze ultranazionaliste" salite al potere a Kiev minacciano "la vita e gli interessi dei cittadini russi". Angela Merkel, da parte sua, gli ha ‘’rimproverato’’ di aver "violato, con l’inaccettabile intervento russo in Crimea, il diritto internazionale’’. Merkel, in particolare, ha citato la violazione ‘’del Memorandum di Budapest del 1994, col quale la Russia si e’ vincolata al rispetto della indipendenza e della sovranita’ dell’Ucraina nei suoi confini’’.

OBAMA - Barack Obama, parlando al telefono con Angela Merkel ha ribadito "la completa illegittimità" dell’intervento russo in Ucraina e presto, informa la Casa Bianca, parlerà anche con il primo ministro britannico David Cameron e il presidente polacco Bronislaw Komorowski.

USA E ALLEATI VIA DA SOCHI - A tarda notte la Casa Bianca ha diffuso una nota congiunta del G7. "Noi, i leader di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Usa, e il presidente del Consiglio Ue e il presidente della Commissione Ue, ci uniamo oggi per condannare la chiara violazione della Russia della sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina", si legge nel comunicato ufficiale. "Le azioni russe in Ucraina violano i principi e i valori che animano il G7 e il G8. Quindi - afferma il G7 - abbiamo deciso per il momento di sospendere la nostra partecipazione alle attività connesse alla preparazione del G8 di giugno a Sochi, fino a quando non tornerà il clima in cui il G8 sia in grado di avere una discussione significativa".

"L’azione armata - prosegue la nota del G7 - viola degli obblighi della Russia derivanti dalla Carta delle Nazioni unite e il suo accordo del 1997 con l’Ucraina. Invitiamo la Russia a risolvere eventuali preoccupazioni circa la sicurezza o tutela dei diritti umani nei confronti di Kiev con negoziati diretti, e/o tramite una mediazione internazionale sotto l’egida delle Nazioni unite o l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.
Siamo pronti a collaborare con questi sforzi. Chiediamo inoltre a tutte le parti interessate a comportarsi con il massimo autocontrollo e senso di responsabilità, pur di diminuire le tensioni".

"Siamo uniti nel sostenere la sovranità dell’Ucraina, la sua integrità territoriale e il suo diritto di scegliere il proprio futuro. Ci impegniamo - afferma il G7 in una nota congiunta - a sostenere l’Ucraina nei suoi sforzi per ristabilire l’unità e la stabilità politica ed economica del Paese". "A tal fine - conclude la nota -, sosterremo il lavoro dell’Ucraina nel negoziato un nuovo programma con il Fondo monetario internazionale, e ad attuare le riforme necessarie. Il sostegno dell’Fmi sarà fondamentale per sbloccare un ulteriore assistenza da parte della Banca mondiale, delle altre istituzioni finanziarie internazionali, dell’Unione europea e da fonti bilaterali".

ITALIA - Vertice a palazzo Chigi sulla crisi in Crimea con il premier Matteo Renzi, il ministro degli Esteri Federica Mogherini e il ministro della Difesa Roberta Pinotti. "Il governo italiano si associa alle pressanti richieste della comunità internazionale affinché sia rispettata la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Violazioni di tali principi sarebbero per l’Italia del tutto inaccettabili". Lo si legge nella nota di Palazzo Chigi al termine del vertice.

"L’Italia rivolge alla Russia un forte appello ad evitare azioni che comportino un ulteriore aggravamento della crisi ed a perseguire con ogni mezzo la via del dialogo", continua la nota. "Al tempo stesso il governo esorta le autorità di Kiev a promuovere ogni sforzo volto alla stabilità ed alla pacificazione del Paese nel rispetto della legalità e della tutela delle minoranze".

"Il presidente del Consiglio, che ha parlato nel pomeriggio con la cancelliera tedesca Angela Merkel e con il presidente francese Francois Hollande, segue con costante attenzione ed estrema preoccupazione gli sviluppi della situazione in Crimea, in stretto contatto con i partner europei ed internazionali", si legge anche nella nota.

NATO: "CONSIGLIO STRAORDINARIO AL PIU' PRESTO" - Stop alle attività militari e alle minacce della Russia contro l’Ucraina: è quanto ha chiesto il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen. "Quanto sta facendo la Russia - ha detto - viola i principi della Carta Onu e costituisce una minaccia per la pace e la sicurezza in Europa". Rasmussen esprime il "pieno sostegno" della Nato a Kiev, guarda con "grande preoccupazione" alla decisione di autorizzare l’impiego delle forze armate, chiedendo alla Russia di "evitare ogni interferenza". Per questo un consiglio straordinario Nato-Russia sarà convocato al più presto. "Molti Stati membri lo hanno chiesto" e l’incontro può essere convocato anche a richiesta di uno solo dei 28 Paesi dell’Alleanza, sebbene "nessuno al momento" ha invocato l'articolo 4 che implica un intervento militare. La Nato per ora auspica che le parti in causa trovino un’intesa anche sotto la regia dell’Osce per arrivare al dispiegamento di osservatori internazionali nell’area di crisi.

CANADA RICHIAMA L'AMBASCIATORE - Il Canada ha richiamato il suo ambasciatore a Mosca e si è unito agli Usa nella minaccia di boicottare il vertice del G8 di Sochi. "Ci uniamo ai nostri alleati nel condannare con grande fermezza l'intervento militare del presidente (russo) Vladimir Putin", ha dichiarato in una nota il premier canadese Stephen Harper, poche ore dopo il via libera all'invio di truppe in Ucraina.

"Queste azioni", ha affermato, "rappresentano una chiara violazione della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. E sono anche una violazione da parte della Russia dei suoi obblighi derivanti dal diritto internazionale". Fonti Usa hanno riferito che Barack Obama e diversi leader europei potrebbero boicottare il G8 di Sochi se per giugno la crisi ucraina non sarà stata risolta. 

VIDEO - La scintilla: l'occupazione del Parlamento di Crimea

FRONTIERA RUSSA: 675MILA RIFUGIATI - Le guardie di frontiera russe hanno riferito che negli ultimi due mesi sono arrivati in Russia 675 mila cittadini ucraini, evocando "segni evidenti di una incombente catastrofe umanitaria". "In caso di prosecuzione del ‘caos rivoluzionario’ in Ucraina, centinaia di migliaia di profughi affluiranno nelle regioni russe confinanti con l’Ucraina", sostengono le guardie di frontiera, scrive Itar-Tass.