Mosca, 12 marzo 2014 - La penisola Crimea accelera il suo distacco dall’Ucraina: il Parlamento regionale, anticipando il referendum con cui il 16 marzo si chiederà ai cittadini se vogliono unirsi alla Russia. ha votato la piena indipendenza dall’Ucraina. Kiev ha già dichiarato la mossa “illegittima”. Ma il ministero degli Esteri russo, in una nota ha ribadito che la dichiarazione di indipendenza “è assolutamente legittima”. E nell’ennesimo colloquio telefonico con il collega americano John Kerry, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha sottolineato che “bisogna rispettare il diritto dei cittadini della Crimea a determinare da soli il proprio futuro”.

Intanto è arrivato un nuovo annuncio: l’Ucraina non interverrà militarmente in Crimea per impedirne l’annessione da parte della Russia, perche’ ha scelto di proteggere i propri confini orientali. Lo ha detto all’Afp il presidente ad interim Aleksandr Turcinov: “Non possiamo impegnarci in un’operazione militare in Crimea, indeboliremmo i confini orientali, l’esercito russo conta su questo”.

L'INDIPENDENZA - Il voto, praticamente all’unanimità, del Consiglio Superiore (il Parlamento regionale) della Crimea è solo l’ultimo capitolo della peggiore crisi degli ultimi decenni in Europa. E ha seguito di soli pochi minuti la ricomparsa sulla scena di Viktor Ianukovich: con aria di sfida, l’ex uomo forte di Kiev è riapparso in Russia meridionale, dalla citta’ di Rostov sul Don, per sostenere che e’ ancora il presidente legittimo dell’Ucraina, il capo del suo esercito e che tornera’ a Kiev, “non appena le circostanze lo permettono”. Ianukovich ha aggiunto che le elezioni presidenziali ucraine previste per il 25 maggio sono “assolutamente illegittime e illegali” e che il Paese adesso e’ in mano “a una banda di ultranazionalisti e neofascisti” che vogliono scatenare “una guerra civile”.

Restano accesi i toni tra l’Occidente e la Russia. Le azioni di Mosca in Crimea sono un atto di “annessione”, ha detto il Cancelliere tedesco Angela Merkel in un incontro con i parlamentari del suo partito, secondo quanto riferito da uno dei partecipanti alla riunione dietro garanzia di anonimato. La Russia ha effettivamente “rubato” la penisola, ha affermato il cancelliere, secondo quella che “si può definire una annessione”. Il segretario di Stato John Kerry ha detto al collega Lavrov che “le azioni delle forze irregolari russe, che continuano a tenere in pugno l’Ucraina, sono inaccettabili”.

Intanto tutti i voli verso la Crimea, eccetto quelli che partono da Mosca, sono stati sospesi - riporta l'Agi - dai miliziani filo-russi che si sono installati nel centro di controllo del traffico aereo dell’aeroporto di Sinferopoli; e un volo da Kiev è stato costretto a tornare indietro, perché gli era stato negato il permesso per atterrare. E mentre le autorità della repubblica autonoma reclutano volontari nelle forze di auto-difesa, la Russia - fiduciosa del fatto che gli abitanti della penisola ribelle domenica nel referendum decideranno a favore dell’annessione - pensa ai prossimi passi: la ‘camera bassa’ del Parlamento, la Duma, discuterà il prossimo 21 marzo come semplificare le procedure perché la Crimea possa unirsi alla Federazione.

PRESSIONE DIPLOMATICA - L’Occidente invece prova ad aumentare la pressione diplomatica su Mosca. La Francia ha minacciato nuove sanzioni contro Mosca, mentre la Germania ha avvertito che se la posizione russa non cambierà entro il week-end, il prossimo passo contro Mosca sara’ preso dal Consiglio Europeo del prossimo lunedi’, a Bruxelles. Il capo della diplomazia tedesca, Frank-Walter Steinmeier, in visita in Estonia, Lituania e Lettonia, ha anche rassicurato le ex-repubbliche sovietiche innervosite dalle manovre russe che possono contare su Ue e Nato. Ma una risposta arriva anche dalla Nato: alla alla minaccia di una guerra sull’estremo lato orientale dell’Europa, l’Allenza Atlantica reagisce confermando il previsto insediamento di aerei da ricognizione Awacs in Polonia e Romania per monitorare gli eventuali spostamenti russi.