Tokyo, 11 marzo 2014  - Sono trascorsi già tre anni. I giapponesi oggi commemorano la tripla tragedia dell’11 marzo 2011: un terremoto, uno tsunami e un disastro nucleare che hanno ucciso oltre 18mila persone.

Alle 14.46 locali (le 6.46 italiane), ora esatta della scossa di magnitudo 9 sulla scala Richter registrata al largo delle coste nordorientali, sarà osservato un minuto di raccoglimento in tutto il Paese, in particolare nelle zone martoriate del nordest. (FOTO)

Più di 18mila persone furono travolte dalle gigantesche piene abbattutesi sulla costa, che devastarono le prefetture di Miyagi, Iwate e Fukushima, nome quest’ultimo che è ormai per tutti sinonimo di disastro atomico. Nessuno è deceduto a seguito delle esplosioni di idrogento e delle radiazioni sprigionate dal complesso atomico nelle ore e nei giorni successivi, tuttavia circa 1.650 persone sono decedute in seguito allo sgombero per il brusco degradarsi delle loro condizioni di vita. (FOTO)

Circa 270mila persone non sono ancora potute tornare nelle loro case, distrutte dallo tsunami o rese inagibili dalla radioattività. Sono oltre 100mila i giapponesi, in particolare anziani, che vivono ancora nelle abitazioni provvisorie prefabbricate. Malgrado le ripetute promesse del governo, molti rischiano di dover aspettare anni prima di essere rialloggiati. Solamente il 3,5 per cento delle abitazioni “definitive” è stato costruito nelle province di Iwate e Miyagi. (FOTO)

Sono determinato ad accelerare la ricostruzione”, ha dichiarato il primo ministro Shinzo Abe in parlamento, “La riabilitazione del Giappone non avanzerà senza che le regioni devastate siano rimesse in piedi”. Parole che tanti giapponesi si sono sentite ripetere troppo spesso...