Kuala Lumpur, 17 marzo 2014 - Il numero dei Paesi che partecipano alle ricerche dell’aereo della Malaysia Airlines scomparso con 239 persone a bordo dall’8 marzo è salito a 26: lo hanno reso noto le autorità malesi che coordinano le ricerche. La lista ufficiale, oltre a Malaysia e Cina, comprende Australia, Bangladesh, Birmania (Myanmar), Brunei, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti, Filippine, Francia, Gran Bretagna, India, Indonesia, Giappone, Kazakhstan, Kirghizistan, Laos, Nuova Zelanda, Pakistan, Russia, Singapore, Thailandia, Turkmenistan, Uzbekistan, Usa e Vietnam. La ricerca si concentra su due corridoi: uno che parte dall’Indonesia e si addentra nel sud dell’Oceano Indiano e a ovest dell’Australia; un altro che si protende nel nord della Thailandia e arriva fino in Kazakhistan e Turkmenistan.

LA PISTA TALEBANA - Il volo MH370 potrebbe aver volato a una quota fuori dalla portata dei radar per raggiungere le basi controllate dai talebani alla frontiera con l’Afghanistan. E’ l’incredibile ipotesi a cui lavorano gli inquirenti, si legge sull’Independent, dopo che le autorità hanno confermato che il messaggio finale inviato dalla cabina di pilotaggio è partito dopo che uno dei sistemi di comunicazione era già stato disattivato. Otto giorni dopo la scomparsa del Boeing 777, l’Independent ha appreso che le autorità malaisiane stanno cercando di ottenere le autorizzazione diplomatiche necessarie per indagare sulla teoria che l’aereo sia stato portato in una delle roccaforti talbeni sulla frontiera afgana, nel nordovest del Pakistan. Uno sviluppo che arriva dopo che è stato rivelato che il messaggio finale inviato ai controllori del traffico aereo dalla cabina di pilotaggio del jet - "Tutto bene, allora buona notte" - è stato pronunciato dopo che qualcuno a bordo aveva già disabilitato il sistema di rapporto Acars dell’aereo. Circa quattordici minuti dopo qualcuno ha inoltre disattivato il transponder dell’aereo, che ne consente l’identificazione ai sistemi radar commerciali.

IL CO-PILOTA - Intanto emerge che sarebbe stato il co-pilota del Boeing scomparso delle Malaysian airlines a pronunciare le ultime parole ricevute a terra. Lo ha reso noto oggi la compagnia aerea.

L'IPOTESI CYBER-ATTACCO  - Il Boeing 777 potrebbe addirittura essere stato dirottato con un cellulare o con una semplice chiavetta Usb. A formulare questa nuova ipotesi è un’esperta anti-terrorismo, Sally Leivesley, ex funzionario del ministero dell’Interno britannico, secondo cui potrebbe essersi trattato del "primo dirottamento informatico" della storia. La velocità, l’altitudine e la rotta dell’aereo potrebbero essere state modificate attraverso segnali radio inviati da un dispositivo elettronico, con codici creati da "cyber-terroristi" che sarebbero riusciti a introdursi nei sistemi dell’aereo, superando tutte le barriere di sicurezza. Il Boeing, secondo la consulente anti-terrorismo, potrebbe essere stato controllato in remoto e fatto atterrare. In un’intervista alla stampa britannica, Leivesley ha spiegato che un’azione di questo tipo potrebbe essere stata eseguita da una persona con conoscenze "molto avanzate" di ingegneria informatica e che sarebbe la prima volta che un aereo viene pilotato in remoto, "controllato con segnali elettronici".