IL VUOTO di potere in Ucraina rischia di sfociare in un caos dalle conseguenze devastanti. Una delle preoccupazioni più grandi è la progressiva dissoluzione delle forze dell’ordine, mentre l’esercito che, fino a questo momento, è riuscito a mantenere un autocontrollo straordinario, si sta sfaldando. Sembra di rivivere le scene del famoso film di Luigi Comencini, ‘Tutti a casa’. È iniziato, mentre il governo provvisorio di Arseniy Iatseniuk invita alla mobilitazione, quello che potrebbe definirsi un esodo dei soldati verso le regioni di provenienza: i russi nelle ricche e industriali regioni orientali, gli ucraini nelle regioni centrali e in quelle prevalentemente agricole e le minoranze dell’ex impero Austro-Ungarico nelle regione occidentale (prevalentemente Galizia) che, prima della Seconda Guerra Mondiale, apparteneva alla Polonia.

LA SITUAZIONE è resa ancora più drammatica dal fatto che, a causa di questo vuoto di potere provocato dal caos assoluto, si rinnovano assalti agli arsenali dell’esercito e delle truppe del ministero degli Interni, che sono rimasti praticamente incustoditi. Uno dei più gravi riguarda il furto di oltre settanta missili del tipo ‘Igla’ (ago) molto efficienti nella difesa antiaerea. Il pericolo è che queste armi, sofisticate ed efficienti, possano cadere nelle mani non solo di forze estremiste o di formazioni terroristiche, ma anche della potente mafia che potrebbe, vendendole, ricavarci guadagni enormi. Basta pensare che ognuno di questi missili ha un valore di mercato di almeno 80.000 euro. Spesso i furti sono ripresi dalle telecamere e gli uomini in uniforme, anche se presenti, non fanno niente per opporsi.


La presenza di osservatori dell’Osce, a questo punto, può essere l’unico deterrente a quella che potrebbe diventale una divisione tra bande dell’Ucraina. Il governo provvisorio, dominato dalle forze di estrema destra, è consapevole del drammatico deteriorarsi della situazione. Il leader del movimento di estrema destra ‘Svoboda’ (Libertà), Oleh Tyahnybok, che durante la protesta in piazza Maidan invitava i dimostranti a prendere le armi contro il regime di Ianukovich, è oggi sempre più criticato dagli altri alleati. Svoboda, un movimento nazionalista nato nell’Ucraina occidentale, detiene oggi quattro ministeri, compreso quello delicatissimo della Difesa, e un vice primo ministro. Appartiene al movimento anche il nuovo procuratore generale, Oleh Makhnitskiy. La tensione è sempre più alta. "Un Paese che sta entrando nell’Ue deve fare propri i principi base e i valori della Comunità europea. Se ieri certi metodi erano accettabili (per esempio il ricorso alla violenza e ad azioni dimostrative per abbattere il regime sanguinario), oggi non lo sono più", ha ammonito Iatseniuk commentando l’assalto di alcuni deputati di Svoboda al primo canale della televisione di Stato, colpevole di dare troppo spazio a Putin.

IN REALTÀ, secondo fonti giornalistiche ucraine, sono stati confiscati documenti e filmati che mostrerebbero il coinvolgimento dell’estrema destra nei sanguinosi scontri in piazza Maidan. "Siamo stati in Maidan affinché questo tipo di cose non accadessero più, ma stanno continuando", commenta laconico Lyubov Halen, un 17enne studente di storia.