Tel Aviv, 31 marzo 2014 - L’ex primo ministro di Israele Ehud Olmert è stato riconosciuto colpevole di corruzione dal tribunale distrettuale di Tel Aviv in relazione a uno scandalo immobiliare legato alla costruzione del complesso edilizio 'Holyland' a Gerusalemme. Con Olmert sono stati condannati anche l'ex sindaco della città Uri Lupoliansky, l'ex presidente della banca Hapoalim Dan Dankner e l'ex capo dello staff Shula Zaken che negli ultimi tempi si è distaccata da Olmert diventando una sua accusatrice.

I fatti sono precedenti al 2006, anno in cui Olmert divenne premier. Secondo l’accusa, diversi milioni di dollari passarono illegalmente di mano in mano in una serie di progetti edilizi. Uno di questi riguardava la costruzione di abitazioni che avrebbero costretto a modificare le leggi sulla zonizzazione e i cui realizzatori avrebbero goduto di sgravi fiscali e altri vantaggi. Al tempo Olmert era sindaco di Gerusalemme e ministro dell’Industria e del Commercio. Secondo l'accusa Olmert ha preso tangenti per far avanzare il progetto edilizio di Gerusalemme e anche mentito in tribunale. Nel 2009, a causa della lunga serie di accuse di corruzione che gli vennero rivolte, Olmert fu costretto alle dimissioni dall’incarico di primo ministro.

L’entità della condanna a carico di Olmert verrà pronunciata il 28 aprile. Secondo gli esperti legali israeliani quasi certamente l’ex premier dovrà andare in prigione e rischia la pena massima, 10 anni.

Gli imputati del processo sono in totale 13, fra cui ex funzionari del governo e imprenditori edili. Olmert era già stato processato per avere accettato fondi illeciti da un sostenitore statunitense e per una truffa sui viaggi di gruppi ebraici all’estero. Nel 2012 venne assolto dalle accuse più gravi ma fu condannato per un reato di entità minore e gli fu inflitta una pena di un anno con sospensione.