Roma, 5 aprile 2014  - Uomini armati hanno rapito due sacerdoti di Vicenza e una suora canadese nella notte fra venerdì e sabato nel nord del Camerun, a una ventina di chilometri da Maroua, la capitale della regione dell’Estremo Nord (circa 800 km a nord di Yaounde, capitale del Camerun). I padri Giampaolo Marta e Gianantonio Allegri guidavano la parrocchia della diocesi di Tchère. Gianantonio Allegri è originario di Schio e Giampaolo Marta di Thiene. Nella notte fra venerdì e sabato due gruppi di armati a bordo di auto hanno fatto irruzione intorno alle due ora locale nelle case dei sacerdoti e delle suore, hanno messo a soqquadro tutto e hanno portato via i tre religiosi.

RADIO VATICANA -  "I tre sequestrati, secondo testimoni, non avrebbero riportato ferite". E' quanto riporta Radio Vaticana. "Sono in contatto con i preti che lavorano lì; altri due preti vicentini - rende noto, secondo quanto riporta Radio Vaticana, un sacerdote della diocesi di Vicenza - Nella diocesi del Nord Camerun, la diocesi di Maroua, siamo in quattro. Tra l'altro la diocesi oggi era in attesa per la nomina del nuovo vescovo. Questa notte due preti sono stati prelevati da due gruppi; sembra siano Boko Haram che sconfinano spesso in Camerun dalla Nigeria. I nostri due preti lavorano in una parrocchia della diocesi di Maroua: don Giampaolo Marta, che da sette anni opera lì e don Gianantonio Allegri, presente sul posto da neanche un anno come missionari Fidei Donum, quindi la loro attività è quella dell'evangelizzazione di queste popolazioni del Nord; un'evangelizzazione intesa nel senso più completo del termine, quindi l'annuncio del Vangelo e la promozione sociale. I sacerdoti della diocesi di Vicenza sono presenti da parecchi anni nella diocesi di Maroua, con quattro preti e alcune comunità religiose vicentine".

FARNESINA - La Farnesina ha confermato che i due sacerdoti italiani, originari di Vicenza, sono stati rapiti in Camerun. Subito attivata l’Unità di Crisi e allertata l’ambasciata di Yaounde. Il ministero degli Esteri Federica Mogherini chiede il massimo riserbo sulla vicenda per favorire una rapida soluzione del caso.

QUELLA LETTERA -  In una lettera dell'8 febbraio scorso, inviata al sito della diocesi di Vicenza, don Gianantonio Allegri, uno dei due preti rapiti in Camerun, aveva parlato della situazione sicurezza nell'area della diocesi di Moroua. "Qui - scrive - la situazione di sicurezza si è un po' allentata dopo la liberazione del prete francese l'ultimo giorno dell'anno. Ma ci dicono di essere comunque prudenti, l'esercito nigeriano sembra aver riconquistato le tre province del nord Nigeria, ma i fondamentalisti non sono stati debellati". E ancora: "Alcuni, sappiamo, sono fuggiti in Camerun, alcuni sono stati arrestati, ma sembra programmassero anche il reclutamento in Camerun. Le forze dell'ordine sono sempre all'erta e le parrocchie sul confine sono sempre presidiate di notte dall'esercito camerunese. C'è anche una specie  di coprifuoco là sul confine: le moto (mezzo privilegiato per muoversi agilmente) non possono circolare dalle 18 di sera fino alle 6 di mattina". "Comunque qui a Tchere - conclude - non dovrebbero esserci problemi". Non è andata così.

'ALLEGRI E MARTA STANNO BENE' - "Don Marta e don Allegri sono stati portati via assieme alla suora da persone armate e non incappucciate. A quanto ci hanno detto dei testimoni stanotte nessuno è stato ferito. Stanno bene". A riferirlo sono don Maurizio Bolzon e don Leopoldo Rossi, gli altri due sacerdoti vicentini presenti nella diocesi di Moroua, in Camerun, e raggiunti telefonicamente. "Ci hanno detto - aggiungono Bolzon e Rossi - che il gruppo armato ha portato via solo i bianchi. Le suore camerunensi che erano lì le hanno lasciate stare".  I due religiosi hanno riferito di aver ricevuto durante la notte una telefonata concitata dalla parrocchia di Tchère. “’Hanno rapito i due sacerdoti' ci hanno detto al telefono - hanno ricordato - e parlato di un gruppo armato che aveva fatto irruzione nei due edifici”.  “La situazione non era certo facile, ma da mesi non c’erano state azioni di gruppi armati. Ora - hanno detto - siamo molto preoccupati e preghiamo per i due confratelli”.

PAPA FRANCESCO PREGA PER LORO - Papa Francesco, subito stato informato del sequestro dei due sacerdoti e della suora canadese in Camerun, prega per i rapiti e formula auspici per una soluzione della vicenda. Lo riferisce la sala stampa vaticana.

IL VESCOVO DI VICENZA -  Il vescovo di Vicenza, monsignor Beniamino Pizziol aveva compiuto nel gennaio scorso una visita nella diocesi di Maroua, nel nord del Camerun, dove la scorsa notte sono stati rapiti Giampaolo Marta e Gianantonio Allegri. Monsignor Pizziol aveva incontrato all’epoca i quattro sacerdoti italiani che operano nella diocesi camerunense. Del viaggio compiuto in Africa, dal 7 al 22 gennaio scorso, il vescovo aveva parlato durante la festività di San Francesco di Sales. Aveva ricordato la situazione di grande povertà trovata in terra africana e fatto un accenno alle difficoltà derivanti dalla presenza nell’area del nord del Camerun di formazioni estremiste.

SUORE DI BASSANO DEL GRAPPA  - “Siamo sconvolte. Ci hanno chiamato stanotte e dato notizia del rapimento dei due sacerdoti vicentini e di una suora canadese di 80 anni”: c’è molta apprensione tra le suore della Divina Volontà, nella casa madre di Bassano del Grappa per le notizie giunte dal Camerun, dove la congregazione ha una casa a Maroua. Le religiose da anni operano a stretto contatto con i sacerdoti della diocesi di Vicenza impegnati nel nord dello stato africano. E proprio nella casa delle suore a Maroua sono andati a dormire la scorsa notte altri due sacerdoti vicentini, don Maurizio Bolzon e don Leopoldo Rossi, dopo che, pare, avevano ricevuto minacce. “Secondo da quanto ci hanno riferito, ma le notizie sono molto frammentarie - riferisce una suora della casa madre di Bassano - pare che la polizia locale nei giorni scorsi abbia trovato un arsenale d’armi e che i ribelli abbiano detto ‘ve la facciamo pagare’. Da quanto sappiamo proprio oggi era previsto un incontro tra i sacerdoti per capire come proteggersi, ma stanotte è avvenuto quanto è avvenuto. Siamo sconvolte”.

SINDACO VICENZA - “Apprensione e solidarietà”: sono i sentimenti che il sindaco di Vicenza Achille Variati esprime alla notizia del rapimento dei due sacerdoti veneti in Camerun. “Non li conoscevo personalmente - dice Variati - ma in città stiamo vivendo apprensione e solidarietà verso la Diocesi”. Vicenza, ricorda il sindaco, è una terra “che vede da sempre religiosi e laici molto impegnati nella solidarietà internazionale, in particolare in Africa”.

CHIESA EUGANEA  - Il direttore del Centro missionario diocesano di Padova, don Gaetano Borgo, si fa portavoce per la Chiesa euganea, di un sentimento di vicinanza e un invito alla preghiera in relazione alla notizia del rapimento di due missionari vicentini e di una suora canadese. “Abbiamo appreso la grave notizia del rapimento di due presbiteri fidei donum di Vicenza e di una suora canadese nella diocesi di Maroua-Mokolò in Cameroun - sottolinea -. Accompagniamo le famiglie di don Giampaolo Marta e di don Gianantonio Allegri, la chiesa sorella di Vicenza, il vescovo Beniamino e la famiglia missionaria della sorella canadese, in questo momento di apprensione con preghiere e amicizia fraterna”. 

VEGLIA DI PREGHIERA A VICENZA - Una veglia di preghiera sarà celebrata alle 20.30 di oggi, sabato 5 aprile, nella Chiesa parrocchiale di Lisera, sede dalla Radio Diocesiana, per i due missionari vicentini rapiti in Camerun. Ne dà notizia la diocesi di Vicenza. La veglia verrà trasmessa in diretta sulle frequenze dell’emittente Radio Oreb. Il vescovo Monsignor Beniamino Pizzol, si legge nella nota, che nello scorso febbraio aveva visitato le missioni vicentine i Camerun, “è particolarmente turbato e affranto per il rapimento dei due sacerdoti e invita tutti i preti, le religiose e i fedeli della diocesi alla preghiera”.

OLTRE 540 BAMBINI - Oltre 540 bimbi frequentano la scuola elementare cattolica di Tchère-Tchakidjèbè. Lo rende noto il vescovo di Vicenza, mons. Beniamino Pizziol. Secondo la sua testimonianza, sul sito della diocesi, alla Scuola Primaria Cattolica della parrocchia di Tchère-Tchakidjèbè, don Giampaolo Marta e don Gianantonio Allegri erano riusciti a far arrivare 540 alunni, molti dei quali compiono fino a 8 chilometri a piedi ogni giorno, pur di frequentare il centro.  “Sono stipati nelle aule - racconta don Pizziol -, ma seguono le lezioni con una attenzione e una compostezza per noi quasi inimmaginabili”. Durante la permanenza, nella chiesa di Tchakidjebè mons. Pizziol aveva cresimato 42 giovani.  La messa, aveva scritto, è stata “una grande festa con danze, canti, segni” che hanno fatto percepire “il volto di un cristianesimo giovane, di una Chiesa cosciente, convinta e coinvolta nella propria adesione di vita a Cristo e al messaggio del Vangelo”.