Perth (Australia), 15 aprile 2014  - E’ durata poco più di 7 ore la prima ‘missione’ subacquea del robot che dovrà scandagliare i fondali dell’Oceano Indiano meridionale in cerca dei rottami dell’aereo della Malaysia Airlines. Il drone sottomarino ha superato la profondità operativa massima di 4.500 metri ed è entrato in funzione il sistema di protezione che lo ha riportato in superficie.

Il ‘Bluefin-210’ è dotato di una tecnologia sonar e di sensori in grado di tracciare una mappa tridimensionale dei fondali. il robot sarà riprogrammato per arrivare a 30 metri dal fondale dell’oceano e sarà inviato nuovamente quando le condizioni meteo lo permetteranno. Occorreranno tra le 6 settimane e i 2 mesi per scandagliare l’intera zona di ricerca, ristretta nei giorni scorsi con l’uso di satelliti e degli ultimi impulsi inviati dalla scatola nera del Boeing 777, ormai scarica a cinque settimane dalla scomparsa dell’aereo.

Una traccia di combustibile è stata individuata lunedì nel tratto di oceano a oltre 2mila chilometri al largo della città australiana di Perth. Secondo il coordinatore delle ricerche, Angus Houston, potrebbe indicare con più precisione la posizione dei rottami dell’aereo, ma occorreranno diversi giorni per analizzare un campione del carburante.

Intanto, restano ancora un mistero le cause della scomparsa dell’aereo su cui viaggiavano 239 persone. Secondo quanto trapela dalle indagini condotte dall’Aeronautica malesiana, il Boeing “fu pilotato come un jet militare”, subito dopo la scomparsa dai radar lo scorso 8 marzo. Per evitare che l’aereo fosse individuato, il pilota lo portò in picchiata da 45mila a 10mila piedi e poi fino ad appena 5mila. Manovre così brusche dimostrano, secondo una fonte interna, che chi era al comando “tentava di evitare i radar, volando a bassissima quota e a velocità molto elevata”.

Le indagini sulla scomparsa dell’aereo sono finora a un punto morto e le autorità della Malaysia sono accusate dai parenti delle vittime, in gran parte cinesi, di celare i risultati dell’inchiesta. Il ministro dei Trasporti di Kuala Lumpur, Hishammuddin Hussein, ha assicurato che se dovesse essere ritrovata la scatola nera, tutti i dati sarebbero resi pubblici nella massima trasparenza. Hishammuddin ha riferito che il procuratore generale della Malaysia è stato inviato nella sede dell’Organizzazione internazionale dell’Aviazione civile per valutare a quale Paese affidare la scatola nera.