L'Arena Pernambuco di Recife ospiterà la seconda partita dell'Italia ai mondiali di calcio - dopo il debutto a Manaus del 14 giugno a mezzanotte contro l'Inghilterra -, il 20 giugno, venerdì, alle 13 locali, le 18 da noi. Affronteremo la Costa Rica, il paese centroamericano che non ha l'esercito e neppure una grande squadra, ma ha clima, pulizia e due mari ed è una mèta che gli italiani amano parecchio. Come d'altronde amano Recife, grande città sulla costa atlantica del Nordest brasiliano, oltre un milione e mezzo di abitanti, quattro se si tiene conto della Regione metropolitana. Città con spiagge rinomatissime, come quella di Boa Viagem, e con un centro coloniale notevole.

Ho promesso ad Alessandro di non raccontare un nostro aneddoto sulla spiaggia di Boa Viagem, perché ci faremmo una gran brutta figura, e allora ricordo le cose più divertenti senza però tralasciare di quando, passando per una periferia della città, vidi una donna con un marmocchio aggrappato al collo che lavava i panni nella fogna di fronte alla baracca che abitava. Mi si strizzò lo stomaco, confesso, ma mi accadde anche la prima volta che vidi un barbone difendersi dal freddo dentro uno scatolone sotto un grattacielo di New York. Tutto il mondo è paese, in tutto il mondo la parte sofferente della popolazione esiste, le discrepanze, purtroppo, tardano ad essere eliminate. Ma tant'è: Recife, al di là di tutto, è una città piacevole che ha una sua vita culturale vivace, che ha una particolare predilezione per la musica, con le orchestre di forrò che imperversano, con il frevo delle campagne, il maracatu e il baiao, tutti ritmi di grande popolarità e che sono esplosi anche fuori dai confini del Pernambuco. Artisti come Nana Vasconcelos, uno dei maggiori percussionisti al mondo, Lenine e Alceu Valença, Gonzaga padre e figlio per dirne solo alcuni, vantano una serie di successi che sono divenuti planetari. Vasconcelos e Lenine, soprattutto, partecipano ai maggiori festival internazionali. Ed Elba Ramalho, pur paraibana, ha avuto a Recife il suo lancio.

Chi viaggerà verso l'aeroporto di Guararapes in quei giorni troverà non solo un calore decisamente estivo (nonostante sia inverno laggiù), ma anche intriganti passeggiate fra palazzi coloniali e giardini, una piazza del mercato decisamente vivace, un ex carcere che è diventato centro culturale (la Casa da cultura, dove si formano “academias” di danza coinvolgenti). Oltre, come dicevamo alle spiagge. Ma un invito particolare è rivolto a scoprire un locale assai interessante. Il Bangu, immutato e immutabile da decenni. Si trova nel patio de Sao Pedro, piazza centralissima dove pulsa il cuore vero di Recife. C'è infatti il Museo do Carnaval e da qui partono le sfilate. Una zona pedonale restaurata con mille bancarelle, mille negozietti e questa trattoria che mi colpì per una scritta: “Vietato mettere i piedi sui tavoli”. Scoppiammo a ridere, poi capimmo che nel pieno della bolgia serale, con la musica che invita al ballo, non è difficile posare il bicchiere di birra e salire a ballare su questi immensi tavoloni di legno. Gustammo il menù tradizionale, spendendo ben poco e ripromettendoci di tornare. E so che Alessandro nei suoi viaggi pernambucani torna sempre.

Ma è la musica – e così è in tutto il Brasile, e quindi la magia raddoppia – che anche a Recife dà quel quid in più. E ci sono personaggi, al di là dei nomi noti internazionalmente che dicevamo prima – che meritano di essere conosciuti. Imbattendosi nel Maestro Forrò, direttore della Orquestra Popular da Bomba de Hemeterio, si entra in quella dimensione nella quale il Brasile non ha rivali, il coinvolgimento popolare, la fiducia che la cultura sia davvero una panacea per tanti mali, per tante ingiustizie. E soprattutto sappia tenere unito il popolo. Accade a Recife, e ancora di più a Bahia, che visiteremo proprio attraverso i suoi blocos afro. E col Maestro Forrò ci si può imbattere nel patio de Sao Pedro in Peracio, animatore culturale del carnevale, gestore dell'associazione che guida il museo, coreografo di maracatu e della “quadrilja junina”, che impazza durante le feste di giugno, altro momento di grande impatto. E guarda caso le partite del mondiale sono a giugno.

Recife, quindi, come altra porta d'ingresso in un Brasile vero, con le sue gioie e i suoi problemi. E con una propaggine a poche decine di chilometri che si chiama Olinda. Prendete nota, perché a Olinda ci si torna, comunque...

Riccardo Jannello