Roma, 16 aprile 2014 - La tensione in Ucraina è alle stelle: dopo l'offensiva di Kiev contro i filorussi, che ha segnato morti e feriticinque blindati con bandiere russe sono arrivati da Stari Gorad a Kramatorsk per poi dirigersi a Sloviansk, nella regione orientale di Donetsk, mentre alcuni separatisti hanno occupato il municipio di Donetsk. Tra Mosca e Kiev è scambio di accuse e la Nato fa sapere che rafforzerà le misure. 

CONTROFFENSIVA DEI FILORUSSI - I blindati sarebbero stati sottratti all’esercito ucraino da filorussi in mimetica armati, sopraggiunti dopo che i mezzi erano stati bloccati da attivisti locali con il nastro arancio-nero di San Giorgio, simbolo della vittoria sovietica sui nazisti.

Una ventina di separatisti filorussi armati con fucili kalashnikov ha fatto irruzione nell’ufficio del sindaco di Donetsk e l’ha occupato. I miliziani, che non hanno incontrato alcuna resistenza dalle guardie che presidiavano l’edificio, hanno spiegato che la loro unica richiesta è che si tenga un referendum nella regione russofona per trasformare il Paese in una federazione che assicuri maggiori poteri alle amministrazioni locali. Un ufficiale dell’intelligence di Kiev e il militare suo autista sono stati presi in ostaggio da sconosciuti nell’Est dell’Ucraina, sconvolto dall’insurrezione separatista filorussa.

Secondi fonti filorusse, citate dall'agenzia Interfax, i militari di una colonna ucraina bloccata da manifestanti filorussi a Kramatorsk hanno deposto le armi prima di fare marcia indietro. Scene analoghe nella vicina Slaviansk, dove 300 soldati si sarebbero ‘arresi’.

Il partito (filorusso) delle regioni del deposto presidente Ianukovich ha lanciato un appello perché Kiev cessi l’operazione anti terrorismo nell’est e conceda l’amnistia ai ‘ribelli’ filorussi, chiedendo pero’ a quest’ultimi di abbandonare gli edifici amministrativi occupati e di deporre le armi.

IATSENIUK - "I nostri vicini russi hanno deciso di costruire un nuovo muro di Berlino e vogliono tornare ai tempi della guerra fredda", ha detto il premier ucraino Arseni Iatseniuk durante una riunione del governo. Il premier ucraino ha accusato Putin di "sostenere i terroristi" nell’est del Paese. "Sembra che in Russia sia apparsa una nuova merce da esportare: il terrorismo", ha accusato durante una riunione del governo, riferisce l’agenzia ucraina Unian. 

"Dov’è la condanna del terrorismo da parte delle autorità russe? Ora in Russia sono in corso due operazioni anti terroristiche, una a Nalcik e l’altra a Makhachala, ma quando l’Ucraina ha cominciato a difendere i propri cittadini l’hanno chiamata repressione delle proteste. Sembra che in Russia sia apparsa una nuova merce da esportare: il terrorismo", ha proseguito. "Putin ha cambiato retorica, prima parlava dei ‘cessi’, ora sostiene i terroristi nei Paesi vicini", ha aggiunto, riferendosi alla promessa del leader del Cremlino di inseguire i terroristi ceceni ovunque, "facendoli fuori anche nel cesso".

Le forze di sicurezza ucraine hanno accusato oggi, diffondendo alcune comunicazioni intercettate, i miliziani filorussi nell’Est del paese di avere l’ordine di "sparare per uccidere". Le intercettazioni "mostrano che queste operazioni di sabotaggio nell’Est dell’Ucraina sono apertamente guidate da ufficiali dell’intelligence militare regolare russa, che hanno emesso cinici ordini di sparare per uccidere i soldati ucraini", ha affermato in un comunicato il Servizio di sicurezza ucraino (Sbu). 

PUTIN - Dal canto suo il presidente russo, Vladimir Putin, ha avvertito il cancelliere tedesco Angela Merkel che l’Ucraina è ormai sull’orlo della guerra civile. In un colloquio telefonico, in cui secondo il governo tedesco erano emerse "posizioni differenti", entrambi i leader hanno comunque sottolineato - riferisce il Cremlino - l’importanza dei previsti colloqui a quattro che si terranno domani a Ginevra tra le diplomazie di Russia, Ucraina, Ue e Stati Uniti.

"La speranza è che l’incontro di Ginevra possa dare un segnale chiaro per tornare a una situazione nell’ambito di un quadro pacifico". Il comunicato del Cremlino ha definito le operazioni dell’esercito ucraino contro i separatisti nella parte orientale del Paese come un’azione "anticostituzionale" di utilizzo della "forza contro manifestazioni di protesta pacifiche". 

L’"irresponsabile" politica delle autorità ucraine ha portato all’escalation della crisi nel sud-est. A puntare di nuovo il dito contro Kiev è il presidente russo Vladimir Putin che ha parlato della situazione nell’ex repubblica sovietica in una telefonata con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu. Come riporta il sito del Cremlino, "il presidente russo ha fatto notare che il grave peggioramento della crisi è il risultato della politica irresponsabile di Kiev, che ignora i legittimi diritti e interessi della popolazione russofona del Paese". Nella nota si legge che nella telefonata, Putin ha sottolineato "l’inammissibilità dell’uso delle forze armate da parte dell’attuale regime per reprimere le proteste della popolazione civile nel sud-est dell’Ucraina".

NATO RAFFORZA I DISPIEGAMENTI - "Abbiamo preso nuove misure per rispondere alla crisi ucraina", ha detto il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen dopo il Consiglio transatlantico, spiegando che saranno rafforzati i "dispiegamenti via terra, aria e mare".