La musica, prima di tutto. In quella il Brasile è unico, ci potete credere. E ci deve credere anche quel mio collega che scrisse che la musica brasiliana è "ciarpame" senza conoscere nulla della  stessa. Ma tant’è. E i mondiali di calcio servono proprio per viaggiare con la musica fra le varie città  dove si giocheranno le partite. Un viaggio con le città stesse protagoniste. 

C’è un autore che secondo me è il numero uno e che sarà in Italia dal 30 aprile, vale a dire Caetano Veloso, attraverso il quale si può davvero capire ciò che sono alcuni dei centri più conosciuti del  grande paese sudamericano. Le sue canzoni nutrono lo spirito, ma soprattutto rivelano i caratteri del  popolo che analizza. Lui è baiano, di Santo Amaro da Purificaçao, nell’interior di Bahia, è cresciuto  col mito di Federico Fellini e dei Beatles, ma soprattutto è un musicista completo, punta di diamante della musica popular brasileira e soprattutto del tropicalismo, il movimento culturale che ha creato con Gilberto Gil, Maria Bethania (che è sua sorella) e Gal Costa. Oggi viaggeremo in due città  molto diverse fra di loro con le sue composizoni.

Fra le miriadi di composizioni di Caetano, una esplora come nessun altro ha fatto la città di San Paolo, la megalopoli ben lontana dalla sua Bahia, complessa e cosmopolita, inquinata e sensibile,  industriale e con tanti poveri, piena di strade che si aggrovigliano viadotto su viadotto. E poi piena  di parchi e di verde, e piena di arte e cultura, molta portata dagli italiani, che la popolano a milioni. Caetano ha scritto un inno alla città che si intitola "Sampa" e che mette davanti quelli che sono i  difetti della città quando si affronta per la prima volta e al tempo stesso i lati oscuri che potrebbero  piacere e interessare e che in fondo la rivalutano. E pone l’incrocio fra viale Ipiranga e viale Sao Joao il centro di questo mondo nel quale le ragazze hanno una "ineleganza discreta" e gli angoli  una "dura poesia concreta". Pugni nello stomaco... Ma che alla lunga servono a riavvicinarsi alla  metropoli attraverso, e non è un caso, la musica. Quella di San Paolo è rappresentata dai Mutantes e dalla loro cantante, la grande rockstar Rita Lee. Serve, la musica, perché alla fine ascoltandola, anche se si passeggia "na tua garoa" (condizione quasi intraducibile: pioggerellina fredda che  entra nelle ossa e porta tanta nebbia in cielo, potrebbe essere una definizione accettabile) perfino i "novos baianos", cioè gli abitanti di Bahia, possono dilettarsi ascoltando canzoni pauliste. San Paolo, nei miei ricordi, è una città ostica, in realtà, ma che va scoperta nei suoi punti più delicati. Il quartiere Jardim, per esempio, il Victoria Pub, il Parque do Ibirapuera, i musei, la terrazza  Italia... Attendiamo con apprensione l’esordio del 12 giugno con Brasile-Croazia nello stadio del  Corinthians, la Arena de Itaquera: i lavori non sono ancora completati, ma ci fidiamo ciecamente  della fantasia brasiliana!

Il secondo approdo con la musica di Caetano è ovviamente Salvador, la città che tutti noi  chiamiamo Bahia (ma Bahia è il nome dello Stato federale, il nome completo della città è Sao  Salvador da Bahia de Todos os Santos), la città magica, tre milioni di abitanti che mischiano con  gioia i riti religiosi cattolici con il candomblé, dove il sincretismo religioso accomuna i santi che  conosciamo noi al panteao afro con serena convivenza, dove Yemanja, la dea del mare nata dalla  spuma delle onde come Venere e a sua volta madre di tutti gli orishas, è la Vergine della Regola. 

Caetano viene dal Reconçavo baiano e a Salvador è giunto per sviluppare la sua passione per la  musica seguendo l’ispirazione di Gilberto Gil, "o preto que vocé gosta", come scrive nel suo libro "Verdade tropical" riportando una frase detta della madre. Ci sono mille canzoni che Veloso ha  dedicato a Bahia, possiamo andare dalla iconografia alle vicende della schiavitù, dalla negritudine  al paesaggismo, sempre con straordinaria abilità. "Itapua" non è una delle sue canzoni migliori,  forse, ma appaga la curiosità del luogo, la melodia, l’affabilità e la sincerità dell’omaggio. "Itapua,  le tue lune piene le tue case brutte, sono dentro di noi, interamente", una passione per un luogo, per  il "nostro amore che risplende sulle onde", perché Itapua è stata la lezione di vita della giovinezza,  "il nostro sesso, la nostra maturità, il nostro volto riflesso nel mondo". Parole piene di Caetano e di  Bahia. Parole intime, dello stesso valore delle parole profonde di un altro capolavoro, e qui siamo al  Veloso sociale, quello di "13 de maio": "Il 13 di maggio a Santo Amaro nella piazza del mercato i  neri celebravano la fine della schiavitù". Un canto d’amore per la sua terra, declamato in mille modi.  Lo splendore di Bahia rifulge e ci chiama.