Jindo (Corea del Sud), 21 aprile 2014  - Continua a salire il bilancio ufficiale delle vittime del naufragio di un traghetto in Corea del Sud, mentre i soccorritori recuperano corpi anche dall’interno del relitto. I morti confermati sono 87, mentre i dispersi sono circa 215. Di questi, 225 sono studenti di una scuola superiore vicino a Seul, che erano diretti all’isola di Jeju in gita di studio. A bordo del traghetto viaggiavano 476 persone, 323 di esse studenti.

I sopravvissuti sono sempre fermi a 174, tutti registrati nelle prime due ore dall’affondamento definitivo della nave. Il bilancio dei morti è destinato a salire drasticamente, perché molti passeggeri sono rimasti bloccati nel traghetto che si inclinava prima di affondare, non riuscendo a fuggire.

Intanto le autorità hanno arrestato altri 4 membri dell'equipaggio e chiesto il prolungamento del fermo del comandante, del timoniere 55enne e il terzo ufficiale al comando al momento dell’incidente, la 26enne identificata solo con il cognome Park, con scarsa esperienza, emerge la trascrizione degli ultimi drammatici momenti a bordo.

Il 69enne capitano Lee Joon-seok è nel mirino perché avrebbe impiegato 40 minuti per decidere l’evacuazione dei passeggeri. In un messaggio un membro dell’equipaggio non identificato chiede ripetutamente a un funzionario dei servizi di salvataggio se gli aiuti stavano arrivando: “Stiamo affondando, non riusciamo più a muoverci, mandate soccorsi”.

In un altro messaggio un altro membro dello staff fa invece sapere che il sistema era andato in tilt e che quindi non era possibile neanche avvisare i passeggeri di indossare i giubbetti di sicurezza. “Ma si riuscirà a portarli in salvo?” grida qualcuno. “Fategli mettere il giubbetto almeno galleggeranno” è la risposta di qualcunaltro.

Intanto continuano le ricerche mentre i parenti delle vittime attendono nella disperazione più assoluta in un campo allestito non lontano dal luogo della tragedia nell’isola di Jindo dove anche i cadaveri vengono portati e collocati sotto una tenda per l’identificazione. Si sentono urla che arrivano dall’interno dell’accampamento e anche i poliziotti messi a guardia del campo improvvisato trattengono a stento le lacrime.

LA PRESIDENTE: AZIONI EQUIPAGGIO COME OMICIDIO - Le azioni di capitano ed equipaggio del traghetto Sewol, affondato mercoledì al largo delle coste merdionali della Corea del Sud, sono “equivalenti all’omicidio”. E’ durissimo il giudizio della presidente Park Geun-hye: “Gli atti di capitano e alcuni membri dell’equipaggio sono del tutto incomprensibili e inaccettabili, equivalgono all’omicidio”.

Park, in un incontro con politici e collaboratori, ha fortemente criticato il capitano e alcuni dei membri dell’equipaggio del traghetto Sewol per aver lasciato centinaia di passeggeri e abbandonato la nave che stava affondando, definendo i loro atti pari all’”omicidio”.

La presidente, di fronte al disappunto dell’opinione pubblica e soprattutto alla rabbia di genitori e parenti degli oltre 200 studenti ancora dispersi per la gestione della crisi e dei soccorsi, ha promesso che saranno scoperte e chiarite “tutte le irregolarità e le responsabilità” nelle operazioni a bordo della nave “sia penali sia civili”, a prescindere da ranghi o posizioni. Park, nel resoconto dell’agenzia Yonhap, ha ammesso “seri problemi” alla risposta iniziale del governo al disastro, che annovera oltre 300 tra morti e dispersi. Tuttavia, ha concluso, “il comportamento di capitano e alcuni membri dell’equipaggio è inconcepibile dal punto di vista del senso comune e non deve essere tollerato”.

INDAGATA SOCIETA' ARMATRICE - La procura sudcoreana incaricata di far luce sull’affondamento del traghetto sta verificando le ipotesi di eventuali responsabilità penali della Chonghaejin Marine, l’operatore del traghetto. Nel mirino, secondo i media di Seul, proprietari e dirigenti della società, cui è stato vietato di lasciare il Paese, a causa dello scadente addestramento dell’equipaggio di fronte a situazioni di emergenza e di altre circostanze al vaglio.
Sulla base delle testimonianze concordanti, dopo l’incidente le istruzioni date ai passeggeri sono state di rimanere “calmi in cabina”, anche dopo che la nave aveva cominciato a inclinarsi, invece di cominciare a utilizzare le scialuppe di salvataggio.
Pesano le informazioni confuse fornite dalla società su numero dei passeggeri e carico del Sewol, sollevando il sospetto di un tentativo di coprire le accuse che la nave era sovraccarico. Nel rapporto alla partenza dal porto di Incheon, Chonghaejin Marine ha riferito alla Korea Shipping Association un totale di 450 passeggeri, 24 membri dell’equipaggio, 150 veicoli e 657 tonnellate di carico, secondo la tv Ytn. Poco dopo l’incidente, l’operatore ha cambiato i numeri dati: 477 persone a bordo, carico di 1.157 tonnellate e 180 veicoli. Chonghaejin Marine, smentendo che la nave fosse sovraccarica, ha però cambiato il numero dei passeggeri diverse volte: erano 477-459 mercoledì, poi 462 e di nuovo 475. Venerdì, infine, nuovo cambio, a quota 476.