Il nome dello stadio di Natal dove l'Italia giocherà la terza, e decisiva, partita del suo girone eliminatorio ai campionati del mondo - martedì 24 giugno alle 13 ora locale, le 18 in Italia, contro l'Uruguay -  è emblematico: Estadio das Dunas, stadio delle dune. Il Nordest brasiliano, regione che nell'interno è molto povera, arida e siccitosa,  ha propaggini di deserto che giungono fin sul mare, e questa spiaggia particolare è piena di dune che si possono cavalcare con i buggy, che vanno di gran moda in questa parte di Brasile. Bisogna stare attenti, ovvio, perché l'intraprendenza potrebbe far passare brutti minuti, ma stando attenti la sensazione che si prova guidando i saliscendi di questa sabbia è notevole, adrenalinica. Ricordo con grande emozione  il primo dune buggy con il quale io Alessandro e Paolo ci siamo divertiti scorazzando in riva al mare. Non eravamo a Natal, ma più a Nord, a Cumbuco, nello stato del Cearà, non distante da Fortaleza, una spiaggia straordinaria. Ma l'impatto emotivo è lo stesso, fra le dune delle varie regioni del Nordest che si affacciano sull'Oceano Atlantico, che qui ha il pregio di essere caldo grazie a delle correnti particolari, non freddo come, ad esempio, sulle coste portoghesi. Le dune di Natal come quelle di Maceio; gli accecanti riflessi di Cumbuco e quelli di Praia das Galinhas; le portentose creazioni naturali di Jericoacoara a Nord e di Tamandaré più a Sud, manifestano quanto questa parte di Brasile sia così particolare e mutevole da renderla magica. E quindi gettarsi nelle lagune che si formano a poche centinaia di metri dal mare dopo avere usato gli skate board da sabbia - pattini di legno levigato che scivolano sui granelli bianchi – è una sensazione unica.


La costa nordestina non solo è gradevole da un punto di vista climatico (non è mai inverno, in pratica), ma ha anche una popolazione gioviale e amichevole, che ha fatto degli stranieri, italiani soprattutto, un loro punto di riferimento. Natal è una città di circa 800mila abitanti con una zona  costiera dove divertirsi non è difficile. A giugno quando giocheremo la partita, e tanti tifosi italiani arriveranno, la media della temperatura va dai 22 gradi la minima ai 28 la massima, qualche temporale è anche possibile, ma in genere il cielo è terso e l'invito a bagnarsi nell'Oceano irresistibile. Praia de Ponta Negra è uno dei must, il centro nevralgico degli appassionati del sole, ma la città è piacevole in ogni suo quartiere. Esiste un simbolo italiano, la “Coluna Capitolina”, attorno alla quale esiste una vera  e propria storia: la donazione a Natal di questo monumento proveniente dal Campidoglio, a  Roma, è stata fatta con il beneplacito di Benito Mussolini come ringraziamento per l'accoglienza degli abitanti di Natal ai due aviatori italiani Carlo del Prete e Arturo Ferrarin, che arrivarono nel Rio Grande do Norte il 5 luglio 1928 dopo un volo di 49 ore dalla Città Eterna. Considerato talvolta un simbolo fascista, durante la lotta rivoluzionaria dei comunisti dell'interno, nel 1935, la colonna fu ribaltata in segno di disprezzo, per poi portare nella sua posizione e collocazione originaria.


I portoghesi giunsero nel 1501 a trenta chilometri a nord di quella che è attualmente la città di Natal e hanno lasciato nei villaggi vicini esempi di architettura coloniale, piena di colori e di reminiscenze del rinascimento europeo. Uno stile che non cozza contro la splendida natura nordestina, condita da una varietà di cibo che è notevole e che mai vi lascerà con la fame... Natal e le città più vicine, come Joao Pessoa, capitale del Paraiba, sono una scoperta notevole, un modo di conoscere una parte del Brasile che non trova uguali in altre località di villeggiatura sparse per il mondo. Ma sono proprio quelle dune, a Natal e altrove, a essere davvero una cosa particolare, da fare innamorare il placido vacanziere o anche l'amante dell'avventura.


Natal quando si fa sera illumina con le sue luci il lungomare, gli edifici sfavillanti e più moderni, i suoi locali. La caipirinha scorre a fiumi ed elettrizza brasiliani e turisti, come la birra “nacional”, vero e proprio monumento del bere brasiliano. Una città moderna che ha però profonde radici nella cultura contadina dell'entroterra, cuore pulsante di questi Stati prima della scoperta del turismo. Ora all'aeroporto Augusto Severo sbarcano quotidianamente viaggiatori da tutto il mondo, ma nonostante tutto si riesce sempre a trovare - come lo si può fare d'altronde anche nell'affollatissima Rio de Janeiro - un Brasile vero e che ti fa rimanere sempre di stucco. Provare per credere.

di Riccardo Iannello