Kiev, 24 aprile 2014  - Entra nel vivo l’offensiva dell’esercito ucraino nell’est del Paese e Mosca si dice “costretta a reagire” contro un dispiegamento di forze “impari”. Il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, ha annunciato l’inizio di nuove esercitazioni militari nelle regioni confinanti con l’Ucraina che coinvolgono “battaglioni di forze tattiche dei distretti meridionali e occidentali”.

Così è arrivato l'ultimatum di Kiev, che ha dato alla Russia 48 ore di tempo (fino alle ore 16.00 locali del 26 aprile) per spiegare lo scopo delle esercitazioni militari. Lo fa sapere il ministero degli Esteri ucraino in una nota. 

UCCISI 7 FILORUSSI - Oggi una battaglia è divampata alle porte di Slavyansk, la città ribelle diventata la roccaforte della rivolta filo-russa. Con l’appoggio di una ventina di blindati e di due elicotteri, le forze di Kiev hanno raggiunto la periferia della città in mano ai ribelli da metà aprile e negli scontri sono stati uccisi sette miliziani separatisti e distrutti tre checkpoint “illegali”.


LA REAZIONE DI MOSCA - Immediata la reazione del Cremlino: il presidente russo, Vladimir Putin, ha avvertito che la mossa avra’ “conseguenze” sia su chi ha ordinato l’operazione sia sulla relazione bilaterali tra Mosca e Kiev. Il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, ha definito “criminale” l’utilizzo dell’esercito. Il titolare della Difesa Shoigu ha detto che Mosca è “costretta a reagire” contro una disparità di forze sul campo: 11.000 uomini armati, 160 carri armati, più di 230 blindati, almeno 150 pezzi di artiglieria, tra cui cannoni e mortai, oltre a un gran numero di mezzi dell’aviazione”, ha calcolato. La leadership dell’autoproclamata “Repubblica popolare di Donetsk” ha dichiarato la mobilitazione generale nella regione, definendo ormai la situazione sul campo “una guerra civile”.


L'ONU - Il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon mette in guardia: la situazione nell’Ucraina orientale “potrebbe velocemente essere fuori controllo”. In una nota diffusa dal suo ufficio, il suo portavoce afferma che Ban è “profondamente preoccupato” per le continue violenze nella regione e sottolinea che “l’azione militare va evitata a tutti i costi”. I commenti arrivano poco dopo che le forze ucraine hanno lanciato una operazione per cacciare i filorussi da edifici occupati nella regione, cui la Russia ha risposto con nuove minacce. “La posta in gioco ora è davvero alta”, ha detto ancora il segretario generale nella nota.

OBAMA - “Continuiamo a vedere milizie armate che occupano palazzi e terrorizzano chi non è d’accordo con loro. Destabilizzano la regione e non abbiamo visto la Russia scoraggiarle”, ha affermato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, durante la conferenza stampa congiunta a Tokyo con il premier giapponese Abe.

LIBERATO GIORNALISTA USA - Intanto il giornalista statunitense Simon Ostrovsky, che si trova in Ucraina dell’est a documentare la crisi per il sito americano Vice News, è stato liberato dai separatisti filorussi che lo avevano fermato a Slovyansk, epicentro della ribellione pro-Mosca. Ad annunciarlo è stato lo stesso giornalista. “Mi sento bene”, ha dichiarato via telefono Ostrovsky mentre si recava in auto a Donetsk, accompagnato da dei colleghi.


VERSO L'INVASIONE DI SLAVIANSK? - Vola il prezzo del petrolio, nel timore che la Russia possa davvero dar corso alla minaccia di una risposta massiccia nell’ex repubblica sovietica. Non è chiaro se le truppe ucraine si preparino a invadere Slaviansk, la città simbolo del movimento separatista che vuole l’annessione alla Russia dell’est dell’Ucraina, il cuore industriale e russofono del Paese. Il personale civile del municipio ha ricevuto un ordine di evacuazione e il ministero dell’Interno di Kiev ha invitato gli abitanti a non uscire di casa e a non lasciare i bambini soli per strada.


L’esercito potrebbe tentare di creare un cordone intorno alla città per interrompere i contatti militari con il resto della regione e nel frattempo promuovere i negoziati già avviati dagli osservatori europei dell’Osce, dopo l’accordo firmato dalla Russia e dagli alleati occidentali di Kiev la scorsa settimana a Ginevra. Le forze di sicurezza di Kiev avevano liberato il municipio di Mariupol, occupato dal 13 aprile da miliziani filo-russi, ma lì l’operazione era avvenuta in modo pacifico.